197vLIBBRO

Qui comincia lo ottavo libro del Tesoro di Brunetto Latino , in elquale si tratta de la Rettorica che c’insegna à ben parlare , & di governare citta & popoli .

Capitolo primo .

Poi ch’el Maestro Brunetto hebbe compiuta la seconda parte del suo libbro , nela quale divisò assai bene , quale dee essere l’huomo morale , & com’ello dee vivere & honestamente governare se , & la sua famiglia , & le sue cose , secondo la scienza de l’Ethica , & de la Economica , de laquale elli fe mentione colà , ov’elli divisò li membri de la philosophia , & ch’elli hebbe detto quali cose disfanno la legge , & guastano la citta , à lui parve quasi una opera guasta , se elli non havesse diterminato de la terza parte , cioè de la scienza Politica . La quale insegna , come l’huomo dee governare la citta . Che citta non è altro à dire , che una gente ordinata per vivere ad una legge , & ad uno governamento . Tullio disse , che la piu nobile parte di tutte le scienze di governare la citta , si è la Rettorica , cioè la scienza del parlare . Però che s’el parlare ordinate non fosse , la citta non potrebbe havere alcuno stabilimento di giustitia , ne d’humana compagnia . Et conciosa cosa , chel parlare sia dato à tutti li huomini . Tullio disse , che sapienza è donata à pochi . Pero dico , che parlari sono di quattro ragioni .

  1. La prima si è guernito di gran senno , & di buona parlatura , & questo è lo fiore del mondo .
  2. L’altra è vota di senno & di buona parlatura , & questa è tra grande ignoranza .
  3. L’altra è vuota di senno , olii sono troppo bene parlanti ; e questo è grande pericolo [*] this part has been ommitted from print , thus only listing 3 elements
  4. L’altra è vota di senno , ma elli si tacciono per povertà di loro parlare ,

& ciò richie 198r OTTAVO . 198 de aiuto . Et per queste diversità furono li savi in contentione di questa scienza , se la è di natura , o d’arte . Et alla verità dire , inazi che la torre di Babel fosse fatta , tutti gl’huomini havevano naturalmente una lingua , cioè la hebrea . [*] " L'idea che prima della confusione babelica l'ebraico fosse la lingua universale e che solo tre lingue , l'ebraico , il greco e il latino , possano essere definite sacre si trova espressa chiaramente in Isidoro di Siviglia : ' Tres sunt autem linguae sacrae : Hebraea , Graeca , Latina , quae toto orbe maxime excellunt . His enim tribus linguis super crucem Domini a Pilato duit cause eius scripta ' ( Etym. 9.1.3 ) "( Einaudi 2007 ) . Ma poi che la diversità de le lingue venne sopra gl’huomini , sopra tutte l’altre ne sagrarono tre , cioè

  1. Hebrea ,
  2. Greca ,
  3. & Latina .

Et noi vediamo che per natura ,

  1. quelli che habitano in Oriente , parlano ne la gola , si come parlano li Hebrei .
  2. Li altri che sono nel mezo de la terra , parlano al palato , si come sono li Greci .
  3. Et quelli che ne le parte di Occidente parlano à denti , so come fanno l’Italiani .

Et tutto che questa scienza sia nel parlare solamente , nientemeno ella è in ben parlare , & per tanto Tullio disse , che è per natura , & non per arte . Però che l’huomo truova molti buoni parlatori naturalmente sanza alcuno insegnamento . Aristotile dice , che ella è arte , ma è ria . Però che per parlare è advenuto alle genti piu male , che bene . Tullio dice , che ben si accorda , che sola la parola è per natura . Ma dal ben parlare viene tre cose ,

  1. natura ,
  2. uso ,
  3. & arte .

Perche uso & arte son pieni di molto grande insegnamento , & non è altro che sapienza , et à comprendere le cose secondo ch’elle sono . Et però è ella chiamata governatrice de le cose , perche la le provede dinanzi , & menale à certo fine , & à diritta misura . Et ove sapienza è congiunta al parlare , chi te dirà che ne possa nascere se non bene ? Tullio dice , che al cominciamento gl’huomini vivevano come bestie sanza propria cosa , sanza conoscimento , e sanza conoscenza di dio , per li boschi , & per li luoghi riposti sanza pastore , si che nullo guardava matrimonio , & non conosceva padre ne figliuolo . Allhora fu un savio par 198v LIBBRO lante , che tanto consigliò & tanto mostrò la grandezza de l'huomo , & la dignità de la generatione , & de la discretione , ch'elli li trasse di quello malvagio nido , & ragunogli ad habitare in uno luogo , & à mantenire ragione & giustitia . Et cosi per lo bello parlare che in lui era col senno , fu questo huomo quasi secondo Idio , che rilevò el mondo per l'ordine de la humana compagnia . Et ciò ne fa manifesto l'historia di Amphion , che fece la citta di Thebe , che faceva venire le pietre & muratori , per la dolcezza del suo canto cioè à dire , che per le soe dolci parole , el trasse gl'huomini da malvagi luoghi , ov'elli habitavano , & menolli ad habitatione di quella citta . [*] " Figlio di Zeus e gemello di Zeto , secondo il mito Anfione rappresenta la cultura e la civiltà , in contrasto con la forza fisica rappresentata dal fratello . Si attribuiva ad essi la costruzione della città di Tebe , per cui Anfione avrebbe mosso le pietre del Citerone solo col suono della lira "( Einaudi 2007 ) . Et da l'altra parte s'accorda bene Tullio , con quello che dice Aristotile , del parlare senza sapienza . Che quando l'huomo ha buona lingua di fuore , & non ha punto di consiglio dentro , la soa parola è fieramente pericolosa alla citta & alli amici . Dunque è provato che la scienza de la Rettorica non è in tutto acquistata per natura & per uso , ma per insegnamento & per arte . Et però dico , che ciascuno huomo dee istudiare il suo intelletto , e'l suo ingegno à saperla . Che Tullio disse , che l'huomo che ha molto de le cose minori , è piu fievole de li altri animali per la disuzanza di questa una cosa , che può parlare manifestamente . Che quelli acquista nobile cosa , che di ciò avanza glhuomini , di che l'huomo sormonta le bestie . Ne per niente non disse el proverbio , che nodritura pasce nature . Che secondo quello che noi troviamo ne la prima & ne la seconda parte di questo libbro , l'anima d'ogn'huomo è buona naturalmente , ma ella muta la soa natura per malvagità del corpo , nelquale ella stà rinchiusa , cosi com'el vino si guasta per la ria botte . Et quando el 199r OTTAVO . 199 corpo è di buona natura , la sua anima signoreggia & aiuta la sua bontà . Et allhora li vagliono l'arte & l'uso , però che arte l'insegna li comandamenti che à ciò si conviene , & lo uso li fa presto & aperto alla opra . Et però vuole lo maestro ricordare al suo amico le circostanze & l'insegnamento de l'arte de la Rettorica , che molto aiuteranno alla sottilita ch'è in lui per la buona natura . Ma tuttavia vi dirà inanzi ,

  1. che è Rettorica , &
  2. sopra cui ella è ,
  3. & poi del suo officio ,
  4. & de la soa materia ,
  5. & de le soe parti .

Che chi bene sàciò , elli intende meglio el compimento di questa arte .

De la Rettorica che cosa è , & di suo officio , & di sua arte . Capitolo . 2 .

Rettorica è una scienza , che insegna dire bene pienamente le cose comune & le private . Et tutta sua intentione è à dire parole in tal maniera , che l'huomo faccia credere lo suo detto à quelli che l'odono . Et sappiate che Rettorica è sopra la scienza di governare la citta , secondo che dice Aristotile quà à dietro nel suo libbro , si come l'arte di fare frenni & selle , per l'arte di cavallaria . L'ufficio di questa arte , secondo che dice Tullio , è di parlare pensatamente , per fare credere lo suo detto & la sua fine è fare credere quello che dice , in tal maniera che sia honesta . Intra l'officio et la fine è questa differenza , che ne l'officio ha à pensare lo parlatore , ciò che si conviene alla fine , cioè à dire , che parli in tal maniera , che sia creduto & ne la fine pensare ciò che si conviene à suo officio , cioè à farsi credere per suo parlare . Ragione come L'officio del phisico siè di fare medicine et cure , per sanare , e'l suo fine si è sanare , et però è medicina . Et brevemente l'officio di rettorica è di parlare appesatamente , secondo 199v LIBBRO l'insegnamento de l'arte . El fine è quella cosa , perche egli parla . La materia di Rettorica è de la cosa , di che el parlatore dice , si come l'infermita è materia de Phisichi . Onde Gorgia disse , che tutte le le cose di che si conviene parlare sono materia di questa arte . [*] " Gorgia da Lentini , circa 485-380 a. C. , sofista greco , considerato tradizionalmente il creatore dell'arte retorica , che introdusse in Grecia intorno al 428 a. C. "( Einaudi 2007 ) . Ermagoras disse , che questa materia si è le cause alle questioni . [*] " Ermagora di Temno , II sec. a. C. , retore Greco autore di un'Arte retorica del cui contenuto possiamo farci un'idea attraverso gli scritti di Cicerone , Quintiliano e Agostino "( Einaudi 2007 ) . Et disse che cause sono quelle , sopra lequali li parlatori sono in contentione d'alcuna certa gente , o d'altra cosa certa , & di ciò non dicea elli male . [*] " Si tratta della distinzione tra cause particolari e questioni generali "( Einaudi 2007 ) . Ma disse elli , che questione è quello , sopra che li parlatori sono in contentione , sanza nominare certa gente . In altre cose , che appartengono à certo bisogno , si come de la grandezza del sole , & de la forma del fermamento . Et di ciò dice elli troppo male , che tali cose non si convvegnono à governatori di citta , anzi conviene à philosophi , che studiano in profonda scienza . Et però sono fuori de la via quelli , che pensano contare fabole , o antiche historie . Et ciò che l'huomo può dire , è de la materia di rettorica . Ma ciò che l'huomo dice di sua bocca comanda per lettra pensatamente per fare credere , o per contentione di lodare , o di biasimare , o d'havere consiglio sopra alcuno bisogno , o di cosa che dimanda giudicio . Tutto ciò è de la materia di rettorica . Ma tutto ciò che l'huomo non dice artificialmente , cioè à dire per nobile parole , gravi , & ripiene di buone sentenze , o per alcuna de le cose dinanzi dette , & fuori di questa scienza , è lungi de le soe circonstanze . Et però dice Aristotile ,

che la materia di questa arte è sopra tre cose solamente , cioè ,
  1. dimostramento ,
  2. consiglio ,
  3. et giudicio .

Et in ciò medesimo s'accorda Tullio & dice ,

che
  1. dimostramento è , quando i parlatori biasimano huomo , o altra cosa
    1. generalemente ,
    2. o particularmente .
    Io lodo molto bel 200r OTTAVO . 200 di femine dice l'uno , & io biasimo dice l'altro , questo è detto generalmente . Ma particularmente dice l'uno Iulio Cesare fu prode huomo dice l'altro non fu , anzi fu traditore & disleale . Et questa questione non ha luogo se non ne le cose passate , & ne le presenti . Che di quello ch'è adivenire , non può l'huomo esser lodato ne biasimato .
  2. Consiglio è quando li parlatori consigliano sopra una proposta , che è posta dinanzi da loro
    1. generalemente ,
    2. o particularmente , per mostrare qual cosa sia utile , o .
    Dice uno di Cardinali di Roma generalmente , utile cosa è à metter pace tra christiani , non è dice l'altro . Et particularmente dice l'uno , utile cosa è la pace tra'l Re di Francia & quello d'Inghilterra , dice l'altro non è . Et questa questione non ha luogo sopra alle cose che sono adivenire . Et quando ciascuno ha dato lo consiglio , l'huomo se attiene à colui , che mostra piu ferme le sue ragioni .
  3. Et piu credevole giudicamente si è in accusare , o difendere , o in domandare , o in rifutare , per mostrare de l'huomo , o d'altra cosa
    1. generalmente ,
    2. o particularmente , ch'elle siano giuste , o .
    Io dico , generalmente l'uno dice che tutti i ladronni debbeno essere impiccati , dice l'altro non debbono . Dice l'uno , quelli che governa bene la citta , dee havere buono guidardone dice mattamente l'altro non dee . Ma particularmente dice l'uno , che Golias dee essere impiccato , però che gliè ladrone , non è dice l'altro . Ho dimandato guiderdone , però che feci lo prò del comune , non hai dice l'altro . O risponde per aventura tu hai diservito pena . Et questa questione non ha luogo , se non ne le cose passate . Che nullo dee essere dannato ne guiderdonato , se non per le cose passate .

Ma di ciò si tace el maestro per divisare le parole di rettorica .

200vLIBBRO

De le cinque partie de la Rettorica . Cap. 3 .

Tullio dice ,

che in questa scienza ha cinque parti , cioè
  1. trovamento ,
  2. [*] Inventio ordine ,
  3. [*] Dispositio elocutione ,
  4. [*] Elocutio memoria ,
  5. [*] Memoria & parlare .

[*] " Per esigenze di precisione , qui e in seguito i termini tecnini della retorica ( tutti spiegati nel testo ) sono resi nella traduzione con le corrispondenti forme latine "( Einaudi 2007 ) . Boetio dice , che queste cinque cose si sono de la sustanza del parlare , che se alcuna ne mancasse non sarebbe compiuto . Cosi com'el fondamento , le parete , e'l tetto sono parte de la casa , sanza lequali non è compiuta la casa .

  1. Trovamento [*] Inventio è uno pensamento di trovare nel suo cuore cose vere , o verisimili , à provare sua materia , & questo è fondamento et fermezza di tutta questa scienza . Che inanzi che l'huomo dica ò scriva , dee trovare la ragione & li argomenti , per provare suo detto , & per farli credere à colui con cui parla .
  2. Ordine [*] Dispositio è istabilire suoi detti & suoi argomenti , che hae trovati ciascuno in suo luogo , acciò che possano meglio valere , cioè à dire , che inanzi dee mettere le forti ragioni intorno al cominciamento , & nel mezo le fragili , & ne la fine li argomenti , ne quali elli piu si fida , ch'el suo adversario non vi possa dire parola contraria .
  3. Elocutione [*] Elocutio è lo ritorno del parlare & di sentenze advenevoli , acciò ch'elli truova . Che trovare et pensare poco varrebbero sanza accordare le parole à sua materia . Che le parole debbono seguire la materia , & non la materia le parole . però ch'el motto , o una buona sentenza , o proverbio , o una similitudine , o uno essempio ch'è simile alla materia , conferma tutto el suo detto , & fallo bello & credevole . Et però el parlatore quando tratta d'hoste , o di fornimento , dee dire parole di guerra , o di vittoria . Et in dolore , parole di cruccio . Et in gioia , parole d'allegrezza .
  4. Memoria [*] Memoria si è ricordarsi fermamente di quello , che elli ha pensato , & messo in ordine , però che tutto sarebbe niente , se non se ne ri 201r OTTAVO . 201 cordasse quando'elli è venuto à parlare . Et non pensi nessuno che ciò sia naturale memoria , ch'è una virtu de l'anima , che si ricorda di ciò che noi apprendiamo per alcuno senso del corpo , anzi è memoria artificiale , che l'huomo imprende per dottrina di savi , à ritenere ciò che pensa , & apprendere per l'opera , & à dire ciò ch'egli ha trovato & stabilito nel suo pensiero & ne le avenevolezza del corpo , & de la voce , et del movimento , secondo la dignità de le parole .
  5. [*] Pronuntiatio Et al vero dire , quando el dicitore viene à dire lo suo conto , elli dee molto pensare sua materia & suo essere . Altrimenti dee portare suo membra , & suo cera , & suo sguardo in dolore che in letitia , & altrimenti in uno luogo , che in un'altro . Et però dee ciascuno guardare ch'elli non leva la mano verso gliocchi ne la fronte , in maniera che sia riprensibile .

Et sopra questa materia vale la dottrina , ch'è qua à dietro , nel libbro de vitij & de le virtu , nel capitolo de la guardia . [*] " Cfr. 2.61 "( Einaudi 2007 ) .

Di due maniere di parole , con lettre & con bocca . Cap. 4 .

Apresso dice il maestro , che la scienza de la Rettorica è in due maniere .

  1. L'una si è dire con bocca .
  2. L'altra si è mandare per lettre .

Ma l'una & l'altra maniera può essere diversamente , s'ella è per contentione , & sanza contentione , non appartiene à rettorica , secondo che Aristotile & Tullio dissero apertamente . Ma Gorgias disse , che tutto che li parlatori dicono apertamente , è Rettorica . Boetio disse , che si accorda acciò , che ciò che à dire si conviene , puote essere materia de lo dettatore . Et chi bene vuole pensare la sottilità di questa arte , si truova che la prima sentenza è di maggiore valore . Però chiunque dice di bocca , o manda lettre ad alcuno , elli fa per muovere el cuore di colui , o à credere , o 201v LIBBRO ad volere quello che dice , o . Et se elli nol da , io dico che suo detto non appartiene alla scienza di rettorica , anzi è del comune parlare de li huomini , che sono sanza arte , o maestria . Et questo sia dilungato da noi , & rimanga alla semplicità de villani , & del minuto popolo , però che à loro non appartengono le cittadine cose . Ma s'elli fa artificialmente per movere lo cuore , di colui à cui elli parla , o manda lettra , conviene che ciò sia in pregio , o in dimandare alcuna cosa , o per consiglio , o per minaccie , o per conforto , o per comandamento , o per amore , o per altre simigliante cose , elli bene che colui à cui manda lettra sarà defensione contra quel che elli manda . Et però li savi dettatori confermano le loro lettre con buone ragioni et con forti argomenti che l'aiutano à ciò ch'elli vuole , si come fosse alla contentione dinanzi lui . Et cotale lettra appartiene à rettorica , cosi come le canoni , ne le quali l'uno amante parla all'altro , si come si fosse dinanzi à lui alla contentione . Et pero potemo noi intendere , che contentione sono in due modi .

  1. o in aperto , quando l'huomo se difende per bocca , o per lettre .
  2. o non in aperto , quando l'huomo manda lettra fornita di buoni argomenti contra alla difesa , che pensa che l'altro habbia .

Et tutte le contentioni appartengono alla rettorica , cioè de le cosi cittadine , & de le bisognose à principi de le terre , & de le altre genti . Et non di fabole , ne del movimento de l'anno , ne del compasso de la terra , [*] " Cfr. 1.109.1 "( Einaudi 2007 ) . ne del movimento de la luna , ne de le stelle , però che di tale contentione non si intramette questa scienza .

Del contendimento che nasce de le parole scritte . Cap. 5 .

Però appare

che tutte le contentioni ,
  1. o elle sono per parole scritte ,
  2. o elle sono per parole à bocca ,

secondo 202r OTTAVO . 202 che Tullio disse . Et quello ch'è per parole scritte , puote essere in cinque modi .

  1. Che alcuna volta el parlare non si accorda alla sentenza di colui che la scrive .
  2. Et alcuna volta due parole in due luoghi spesso si discordano intra loro .
  3. Et alcuna volta pare , che quello ch'è scritto significhi due cose , o piu .
  4. Et alcuna volta adiviene , che di quello ch'è scritto l'huomo trahe senno & essempio di quello che debbia fare in alcuna cosa , che non sia scritta .
  5. Et alcune volta è la contentione su la forza d'una parola scritta , per sapere quello ch'ella significa .

Come tutte contentioni nascono in quattro cose . Cap. 6 .

Da altra parte c'insegna Tullio ,

che tutte contentioni , o di bocca , o di scritta nascono
  1. del fatto ,
  2. o del nome di quel fatto ,
  3. o di sua qualita ,
  4. o di suo mutamento .

Perche se l'una di queste quattro cose non fosse , non vi potrebbe nascere contentione .

  1. Io dico che tu hai alcuna cosa fatta , & si te mostrerò alcuno segno , per provare che tu l'habbi fatto in questa maniera . Tu uccidesti Giovanni , ch'io ti viddi trarre lo coltello sanguinoso del suo corpo . Ma tu di che non vi fosti , & dici che non l'hai fatto ne ucciso . & cosi nasce la contentione del fatto intra me & te , ch'è molto grave & forte à provare , però che l'uno ha altresi forti argomenti , come l'altro .
  2. La contentione che nasce del si è , quando ciascuno de le parti cognosce el fatto , ma elli sono in discordia del , in questa maniera . Io dico che questo huomo ha fatto sacrileggio , però che ha imbolato uno cavallo dentro ad una chiesa . Dice l'altro . Questo huomo non è sacrilego , anzi è ladrone , & cosi nasce la contentione per lo nel fatto . 202v LIBBRO Et sopra ciò si convien pensare , che è l'uno & l'altro . Che sacrilegio si è furare le cose sagrate di luogo sagrato . ma tutte maniere d'inbolare è ladronezzio . Et à questa contentione conosce l'huomo lo fatto . ma elli sono in discordia del nome di quel fatto solamente .
  3. La contentione che nasce de la qualitade si è , quando l'huomo conosce el fatto , cioè de la forza , & de la quantità , & de la comparatione . Ragione come . Io dico che questo è uno crudele fatto , o che è piu crudele , che non è quello altro , o che questo è ben fatto secondo ragione & secondo giustitia , & l'altro dice che non è . Et quando Catellina disse . A Tullio , che non era tanto valuto al comune di roma , come egli . Et quando el senatore dicea . Meno vale à destrugere cartagine , che lassarla . Et quando Giulio cesare dicea . Io cacciai Pompeo giustamente . Io dico che le questioni tutte nascono de la qualità del fatto , & non del fatto et del suo .
  4. La contentione che nasce del mutamento si è , quando uno comincia una questione , & l'altro dice che la dee essere rimossa . però che non si mutò contra colui à cui doveva , [*]
    " Cioè davanti a quei giudici che dovrebbero giudicare quella tale cause , come specifica Cicerone , De inv . I , 16. "( Einaudi 2007 ) .
    [*] See Cicero's " De inventione " I , 16. o davanti quella legge , o di quel peccato , o di quella pena . La contentione che nasce de la qualità del fatto , come ch'el fatto sia . Tullio dice . Ch'ella si divide in due parti .
    1. L'una si è diritto , che pensa de le cose presenti , & de le futture secondo l'uso del diritto del paese . Et à provare ciò si si travagliano i parlatori per la comparatione che à loro cade à fare de le simiglianti cose , o de le contrarie .
    2. L'altra si è di legge che considera solamente ne le cose passate secondo legge scritta .

Et in ciò basta à dire quello ch'è scritto ne la legge , secondo uso de le cose giudica 203r OTTAVO . 203 te s'elle sono giustamente fatte , o contra à giustitia . Et d'uno huomo s'egli è degno di pena o di merito . Et questa medesima ch'è de la legge si è doppia chiara . Che per sua chiarezza mostra inmantenente se la cosa è bona o ria , o di ragione o di torto . Et è unaltra improntezza , [*] " Si rende ' emprunteresce ' ( da ' emprunter ' , ' prendere in prestito ' con il tecnicismo ' assuntiva ' , usato da Brunetto Latini nella rettorica ( cfr . TLIO s.v. assuntivo : " Detto di quella parte dell'argomentazione che si basa sull'esposizione di prove oggettive " ) "( Einaudi 2007 ) . che per se non ha nulla difesa , s'ella non l'impronta di fuori . El suo impronto è in 4. maniere ,

  1. o per conoscenza ,
  2. o per rimutanza ,
  3. o per vendetta ,
  4. o per comparatione .

  1. Conoscenza si è , quando non nega ne non difende lo fatto , anzi dimanda che l'huomo li perdoni . Et può ciò essere in due maniere .
    1. L'una sanza colpa ,
    2. & l'altra per preghera .
    Sanza colpa è , quand'elli dice che nol fece scientemente , anzi per non sapere , o per necessità , o per impacciamento , & preghera , & quand'elli prega che li perdoni la sua offesa , & questo non adiviene spesse volte .

Di rimutamento di molte maniere . Cap. 7 .

  1. Rimutanza si è , quando l'huomo si vuole cessare del misfatto ch'elli non fece , & ch'elli non v'hebbe colpa , anzi lo mette sopra un'altro . Et cosi si sforza di rimutare lo fatto & la colpa da se ad un'altro . Et ciò può essere in due maniere ,
    1. o mettendo sopra l'altro la colpa o la cagione , et mettavi lo fatto . Et certo la cagione & la colpa mette elli sopra all'altro , quando dice , ciò ch'è adivenuto è adivenuto per la forza , & per la signoria , che quel altro havea sopra colui che si difende .
    2. Lo fatto puot'elli mettere sopra un'altro , quando elli dice che nol fe , ne non fu fatto per colpa ne per cagione di lui . Ma elli mostra che quello altro lo fece , però che potea & dovea farlo .
  2. Vendetta si è , quando l'huomo conosce bene ch'el fe ciò che l'huomo dice di lui . ma non mostra che ciò fu fatto ragionevolmente , & perciò è vendetta , 203v LIBBRO perche dinanzi havea elli ricevutolo perche .
  3. Comparatione è quando conosce che fe quello che l'huomo gli oppone , ma elli non monstra ch'elli lo facesse per compire unaltra cosa honesta , che altrimenti non potrebbe essere menato à buono fine .

Di che l'huomo de considerare in sua materia . Cap. 8 .

Anche ne insegna Tullio che noi pensiamo sopra questa nostra materia , de la quale noi dovemo parlare , o scrivere lettere , s'ella è simplice d'una cosa solamente , o di molto . Et poi che noi havemo considerato diligentemente lo conoscimento de la contentione , & tutto suo essere , et le sue maniere , anche ci conviene sapere , che et come è la questione , & la ragione el giudicamento , el confermamento de la contentione .

Come dee essere stabilito l'intendimento . Cap. 9 .

Per questo insegnamento ch'el maestro divisa qua adietro , dovete noi intendere , che contentione non è altra cosa , che la discordia ch'è intra due parti , o intra due dettatori , si come l'uno dice ch'elli ha detto , & l'altro dice non ha . Et quando sono aciò venuti , all'hora si conviene vedere s'elli ha diritto , o se no , & quest'è la contention de la questione . Ma però che poco si vale à dire ch'elli ha diritto , se non mostra ragione , perche conviene che dica inmantenente la propria ragione per la quale elli si si credea havere diritto ne la sua quistione , pero che s'elli non dicesse inmantenente , sua quistione per mala difesa sarebbe fievole . Et quando elli ha detto la sua ragione , per infievilire la ragione , che l'altro mostra , et per avvilire sua difesa . Et all'hora nasce el giudicio sopral detto de l'uno & de l'altro , per giudicare se quelli ha diritto , 204r OTTAVO . 204 per la ragione che elli ha dimostrate . Et quando sono aciò venuti , inmantenente dicono loro confermamento , cioè à dire , li forti argomenti & le bone ragioni , che piu vagliono à giudicamento . In questa maniera ordinano li savi le lettere & le parole , per mostrare el dritto , & per confermare la ragione . Et sappiate , che tutte maniere di contentioni , tanto quanto elli hanno discordia & di capitoli quistionali , altretanto vi conviene havere di quistione & di ragione & di giudicio & di confermamento . Salvo che quando la contentione nasce del fatto di che l'huomo conosce , lo certo giudicio non può essere sopra la ragione , però chi nega , & non assegna nulla di sua negatione , all'hora el giudicamento sopra la ragione solamente , cioè à dire s'egli fece ciò ò . Et non dee l'huomo pensare che questo insegnamento sia follemente donato in su le contentioni , che sono in piato o in chorte , anzi sono in tutti fatti che l'huomo dice , consigliando o pregando , o in messagio , o in altra maniera . Et in lettere che l'huomo mandi altrui , osservi questo medesimo ordine , perche non ti domanda elli quello che vuole , & questo si è come quistione , perche elli è in questione & in paura che l'altro si difenda per alcune ragione contra sua richiesta . Et però dice elli la ragione inmantenente , per la quale l'altro debbia fare ciò che chere . Et perche l'altro non possa infievilire con quella ragione mette elli forti argomenti , di quali elli si fida piu . Et alla fine de la soa lettera , da elli l'accoglimento , ove dimanda , che s'elli fa quello ch'elli richiede , che ne nascera questo & quello . Et ciò è in luogo di giudicio & di confermamento . Ma di questo divisamento si tace el conto , per dire de l'al 204v LIBBRO tre parte di bona parlatura , ch'è dibisogno nel conto . Che alla verita dire , l'huomo non dee pensare solamente quello che de contare dinanzi . ma conviene stabilire le primaie parole & le diretane , s'elli vuole ch'el suo detto sia bene accordante à sua materia .

Di due maniere di parlamenti , cioè in prosa & in rima . Cap. 10 .

La divisione di tutti parlatori si è in due maniere .

  1. L'una è in prosa ,
  2. & l'altra in rima .

Ma la dottrina de la Rettorica è comune ad amendue . Salvo che la via di prosa è larga & piena , si come la comune parlatura de la gente . Ma lo sentiero di rima è più stretto & piu forte , si come quello ch'è chiuso & fermato di muri & di palagi , cioè à dire di peso & di misura et di numero certo , di che l'huomo non può & non dee trappassare . Che chi vuol bene rimare , dee ordinare le sillabe in tal modo , che versi siano accordevoli in numero , & che l'uno non habbia piu che l'altro . Appresso ciò li convien misurare le due diretane sillabe del verso , in tal maniera , che tutte le lettere de le diretane sillabe sieno simili , & al meno le vocali de la sillaba che dinanzi alla diretana . Poi li conviene contrapesare la intentione . [*] " Il testo è qui poco chiaro ; è probabile che ' voce ' ( vois ) valga ' parola ' . e che il sintagma ' l'asent et la vois ' significhi " l'accento della parola " "( Einaudi 2007 ) . Che se tu accordi le lettere et le sillabe per rima , & non sia ritto alla intentione , si discordera . Et se ti conviene parlare ò per rima ò per prosa , guarda ch'el tuo detto non sia magro ne semplice , anzi sia pieno di diritto & di senno , cioè à dire di diritto & di sentenza . Guarda che toi motti non sieno lievi , anzi sieno di gran peso . ma non di si grande , che faccia trabuccare . Et guarda che non apportino laido nullo , anzi habbia bel colore dentro & di fuore . Et la scienza di Rettorica sia ne le tue depenture , per dare colore in rima & in 205r OTTAVO . 205 prosa . Ma guarda di troppo dipignere , che alcuna fiata è coloro lo schifare de colori .

Hora dirà el maestro del ordine . Cap. 11 .

In questa parte passata ha divisato el maestro

  1. el fondamento
  2. & la natura di questa arte ,
  3. & come l'huomo dee stabilire la sua materia per ordine
  4. & per parte .

Ma per meglio schiarare ciò ch'egli ha detto , dirà de le circunstanze , che appartengono all'ordine [*] dispositio di questa arte . Ch'elli non volse fare come fece Ciclico di cui parla Horace . [*] " Brunetto Latini interpreta come nome proprio l'aggettivo ' cyclicus ' : cfr . Orazio , Ars 136-38 : ' nec sic incipies , ut scriptor cyclicus olim : | ' fortunam Priami cantabo et nobile bellum ' . | Quid dignum tanto feret hic promissor hiatu ? ' ( ' e non iniziare come fece una volta un poeta ciclico , così : La sorte di Priamo canterò e la famosa guerra . Cosa mai produrrà di degno tanta apertura di bocca questo borioso ? ' ) ; Orazio allude ai cicli epici post-omerici artificialmente fissati in epoca alessandrina , per criticare un inizio pomposo e scorretto "( Einaudi 2007 ) . [*] See Horace " De Arte Poetica liber " ll . 136-138 . Elli non vuole tornare la lumiera in fumo , anzi del fumo fara lumiera . Che tutto quello che dice per circunstanze , mostrara per essempio . Et voi havete nel cominciamento di questo libbro . che poi che l'huomo ha trovato nel suo cuore quello chel vuol dire , si dee ordinare suo detto per ordine , cioè à dire ch'elli dica ciascuna cosa in suo luogo . Et questo dire ordinato [*] dispositio è in due maniere .

  • L'una è naturale , [*] ordo naturalis
  • & l'altra artificiale . [*] ordo artificialis

La naturale [*] ordo naturalis sene per lo gran camino , ne non esce ne d'una parte ne d'altra , cioè à dire , le cose secondo ch'elle furo del cominciamento alla fine , quel dinanzi dinanzi , quel di mezo di mezo , & quel de la fine dirietto . Et questa maniera di parlare è sanza grande maestria d'arte , & però non sene intramette questo libbro .

Del parlare artificialmente . Cap. 12 .

L'Ordine del parlare artificiale [*] ordo artificialis non si tiene al gran camino , anzi ne per sentieri , & per dirizzamento , ch'el mena piu avacciamente ov'elli vuole andare . Ch'elli non dice ciascuna cosa secondo ch'ella fue , anzi muta quel dinanzi nel mezo o dirieto nel suo dire , & non disavedutamente , ma con senno , per affermare sua intentione . Et però muta el 205v LIBBRO parlatore spesse volte el suo prologo , & suo conditioni , & l'altra parte del suo conto , & non le mette nel naturale luogo , anzi ov'ellino piu vagliono . Però che le piu ferme cose si vogliono mettere al cominciamento & alla fine , ele piu fragile nel mezo . Et quando tu vuoli rispondere à tuo avversario tu dei cominciare tuo conto alla sua diretana ragione ne la quale elli per avventura piu si fida . Simigliantemente è di colui che vuole contare una vecchia storia , elli è buono lasciare lo suo diritto sorso , & variare suo ordine , in tal modo , paia nuova . Et questo medesimo vale molto in sermonare , & in tre cose ,

  • che l'huomo dee guardare alla fine ,
  • ciò che piu piaccia ,
  • & ciò che piu si muova gl'uditori .

Et questo ordine artificiale [*] ordo artificialis è diviso in . 8. maniere .

  1. La prima si è à dire al cominciamento quello che fu alla fine .
  2. La seconda è à cominciare à quel che fu nel mezo .
  3. La terza si è fondare lo tuo conto ad un proverbio .
  4. La quarta si è fondare secondo che segnalo mezo del proverbio .
  5. La quinta si è fondare la fine del proverbio .
  6. La sesta è fondare tuo conto secondo la significatione de la fine e de l'essempio .
  7. La settima si è fondare secondo la significatione del mezo de l’essemplo .
  8. L’ottava si è fondare tuo conto secondo la significatione de la de l’essempio .

  1. La fine de la cosa comincia quelli che dice , adivegna ch'el sole quando si colca ci lasci iscura notte , la mattina torna chiara & lucente . Et quello che dice . Abraam quando volea uccidere lo figluolo , per rendere sacrificio à dio , l'angielo li recò un montone per fare lo sacrificio . El simile fece Virgilio , quando cominciò la storia di Troia & di Roma , che cominciò lo suo libbro da Enea quand'elli fuggi de 206r OTTAVO . 206 la destrutione di Troia . [*] See " Aeneid , " Books I-III .
  2. Nel mezo de la cosa comincia quelli che dice . Abraam lasciò lo suo servo col somiere à pie del monte , perche non volea ch'elli sapesse sua volontà .
  3. La similitudine del cominciamento del proverbio comincia quelli che dice , molto serbe grande merito , chi ha buona fede serve volentieri & vaccio si come Abraam fe , che quando dio gli comandò ch'egli uccidisse lo suo figliuolo , incontanente andò à compire lo suo comandamento .
  4. Alla signigicanza del mezo del proveribio comincia quelli che dice . Lo servo non dee sapere lo secreto del so signore , & però lasciò Abraam lo suo servo , quand'elli andò sul monte per fare suo sacrificio .
  5. Secondo la fine del proverbio comincia quelli che dice . Non è degna cosa che intera fede perda suo merito , et però liberò dio Abraam del suo sacrificio .
  6. Secondo che significa lo cominciamento d'uno essempio , comincia quelli che dice , buono arbore da buon frutto , et però volse idio , ch'el figliuolo d'Abraam fosse messe sopra al suo altare , che non vi morisse .
  7. Alla significanza del mezo de l'essempio comincia quelli che dice . L'huomo dee trarre del grano ogni mal seme , aciò che lo pane non sia amaro . Et però lasciò Abraam lo suo servo , perche no li impacciasse lo suo sacrificio .
  8. Alla significanza de la fine de l'ssempio comincia quelli che dice , si com'el sole non perde la sua chiarezza per la notte , cosi el figliuolo d'Abraam non perdè sua vita per lo sacrificio del suo padre , anzi tornò bello & chiaro , si com'el sole quando si leva .

Hor havete udito diligentemente com'el parlatore può dire el suo conto secondo ordine naturale , [*] ordo naturalis & com'elli puote dire secondo ordine artificiale [*] ordo artificialis in otto maniere . 206v LIBBRO Et sappiate , che proverbi & essempi che si accordano alla materia , sono molto buoni , ma non siano troppo spessi , perche allhora sarebbero elli gravi & sospetti .

Come lo parlatore dee considerare la sua materia dinanzi che dica ò scriva suo conto . Cap. 13 .

Apresso conviene che tu guardi in tua materia quattro cose se tu vuoli essere buono parlatore , o bene dettare saviamente lettre .

  1. La prima si è , che se tu hai materia lunga , o scura , che tu la debbi abbreviare per parole brevi & intendevoli .
  2. La seconda si è , che se tu hai materia et breve & oscura , che tu la debbi crescere & aprire bellamente .
  3. La terza si è , che se tu hai materia lunga & aperta , tu la dei abbreviare & rinforzare di buoni motti .
  4. La quarta si è , che se tu hai materia breve & lieve , tu la dee allogare & ornare avenevelmente .

Et in questa maniera dei tu pensare in te medesimo & conoscere se la materia è lunga , o breve , ò scura , si che tu possi ordinare ciascuna secondo suo ordine . Che materia si è come la cera , che si lascia menare crescere & mancare à volontade del maestro .

Come l'huomo può crescere el suo conto in otto maniere . Cap. 14 .

Se tua materia è da crescere , puoila crescere in otto maniere , che si chiamano colori di Rettorica .

  1. Onde la prima si chiama ornamento , che tutto ciò che l'huomo può dire in tre modi , o in quattro in poche parole , elli l'accrescono per parole piu lunghe & piu avenevoli che dicano . Iesu christo nacque de la vergine Maria . Lo parlatore che vuole ciò ad ornare , dira cosi . Lo benedetto figliuolo di dio prese carne de la gloriosa vergine Maria , che tanto vale à dire , come 207r OTTAVO . 207 quel poco dinanzi . O se io dicesse . Iulio Cesare fu Imperadore di tutto'l mondo . El parlatore ch'el suo detto vorrà crescere , dirà cosi . Lo senno e'l valore del buono Giulio cesare sottommesse tutto'l mondo à sua suggestion , & fu Imperadore & signore in terra .
  2. La seconda si chiama torno , [*] perifrasi che ov'è tua materia è tutta breve , tu cambierai li propi moti , & muterai li nomi de le cose & de le persone in molte parole bellamente intorno , & farai punto al tuo detto , & riposserai el tuo spirito , tanto quanto tu allogherai tuo detto , & in senno & in parole . Et questo può essere in due maniere ,
    1. o ch'elli dica la verità chiaramente . Et allhora se vuoli dire , el si fa di , dirai . Et comincia gia el sole à spandere li razi suoi sopra la terra .
    2. O che li lascia la verità per suo ritorno , che tanto vale secondo l'Apostolo che dice . Elli hanno rimutato l'uso ch'è di natura , in quello uso ch'è contra natura , [*]
      " Rm I . 26 : ' nam feminae eorum inmutaverunt naturalem usum in eum usum qui est contra naturam ' "( Einaudi 2007 ) .
      perciò ritornò l'Apostolo et schivà una laida parola , che elli volea dire , & disse quello che tanto vale .
  3. Lo terzo si è colore per accrescere tuo detto , & chiamasi comparatione . & questo è il piu bello accrescere , e'l piu avenevole , ch'el parlatore faccia . Ma egliè diviso in due maniere ,
    1. cioè coverta
    2. & discoverta . Che discoverta si fa conoscere per tre moti , che significano comparatione , cioè
      1. piu ,
      2. & meno ,
      3. & tanto .
      1. Per questo moto piu , dice l'huomo cosi . questo è piu forte chel leone .
      2. Per questo moto meno , dice l'huomo cosi . questo è meno cruccevole chel colombo .
      3. Per questo moto tanto , dice l'huomo cosi . questo è tanto codardo quanto lepre .
    3. La seconda maniera ch'è coverta , non si fa conoscere à questi segni , & ella non viene in sua figura , anzi mostra un'altra significanza di fuori , & è quasi giunta con la verità dentro , come s'elle fos 207v LIBBRO se de la materia medesima . D'uno huomo pigro io diro , questo è una testugine . Et d'uno usnello io diro , questo è un vento . Et sappiate , che questa maniera di parlare è molto buona , & molto cortese , & di buona sentenza . Et puolla l'huomo melto trovare ne detti de savi .
  4. Lo quarto colore si chiama lamento , però che l'huomo parla si come gridando et piangendo di cruccio o per disdegno , o per altre cose simiglianti . Ragione come . Hai natura ? perche facesti tu lo Re giovane , si pieno di tutti buoni atti , quando'l dovevi cosi tosto lasciare ? Hai mala morte ? hor fossi tu disfatta , quando tu n'hai portato lo fiore del mondo .
  5. Lo quinto colore ha nome fattura , però che l'huomo fa una cosa che non ha podere , ne cura di parlare , si come se la parlasse . Si come noi potemo vedere de le genti che ciò dicono di bestie , o d'altre cose si como havessere parlato . Et questo è si intendevole , ch'el maestro non intende à ciò porre alcuno essempio .
  6. Lo sesto colore si chiama trapasso , però che quando el parlatore ha cominciato suo detto per dire suo conto , elli se ne parte un poco & trapassa ad un'altra cosa ch'è simigliante à sua materia . Et all'hora è elli buono & utile . Ma se quel trapasso non è bene accordante à sua materia , certa ella sarà malvigia & dispiascevole . Et però fe bene Iulio Cesare quando elli volse difendere quelli de la congiuratione di roma , elli fe suo trapasso al perdono , elquale i loro antichi haveano per adietro fatto à quelli di Rodes e di cartagine . Et cosi fe elli quando li volse giudicare à morte , egli contò Manlio torquato come elli giudicò à morte so figliolo . Altresi trapassa l'huomo spesse volte alla fine , o al mezo di sua materia per rinovare quello che parea vecchio , o per altra buona ragione .
  7. 208Lo settimo colore si chiama dimostramento , & dice la proprietà & segni de la cosa & de l'huomo che si appartenga di provare à sua materia , sicome la scrittura dice . Elli havea ne la terra di Hus uno huomo , che havea nome Iob , semplice diritto & temente Idio . Cosi fe Tristano , quando divisò la belta di Isotta , suo capegli disse risplendono come fila d'oro , la sua fronte sormonta sopr'al giglio , sue nere ciglia sono piegate come piccioli arconcelli , et una picciola via li diparte mezo lo suo naso , & si per misura , che non ha piu ne meno , suoi occhi sormontano tutti smeraldi lucenti nel suo viso come due stelle , sua faccia seguita la beltà de l'aurora , perche la ha di vermeglio et di bianco insieme , che l'uno colore con l'altro non risplende malamente , la bocca picciola , & labbra spesse & ardenti di bel colore , et denti piu bianchi che avorio , & sono posti per ordine et per misura , ne pantera , ne pesce non si puo comparare al suo dolce fiato de la sua bocca , [*]
    " Per il profumo della pantera cfr . I . 193 . I "( Einaudi 2007 ) .
    lo mento è assai piu pollito che marmo , latte colore al suo collo , & cristallo risplende alla sua gola , de le sue spalle escono due braccia forti , & lunghe , & bianche mani , & le dita grandi & ritonde , ne le quali risplende la beltà de l'unghie , lo suo petto è ornato di due belli pomu di paradiso , et sono com'una massa di neve , & è si isnella ne la cintola , che l'huomo la potrebbe à vincere con le mani . Ma io tacerò de l'altre parte de le membra , dentro de le quali lo cuore parla meglio , che la lingua .
  8. Lo ottavo colore si chiama addoppiamento , però ch'el parlatore addoppia lo suo conto , & dicelo due volte insieme . Et questo è in due maniere .
    1. L'una si è che dice sua materia , & immantenente lo ridice per lo contrario del suo detto . Io voglio dire d'uno huomo 208v LIBBRO ch'elli è giovane , cioè addoppierò mio dire in questa maniera . Questo giovane non è vecchio , & questo dolce non è amaro .
    2. L'altra maniera dice sua materia , et inmantenente ridice altre parole , che cessano el contrario di quello ch'elli havea detto in questa maniera . Vero è che questo huomo è giovane , ma el non è folle . & tutto chel sia nobile , elli non è orgoglioso . egliè largo , & non guastatore .

Hor havete udito come l'huomo puote accrescere la sua materia , & allongare suo detto , che di poco se cresce molta biada , & picciola fontana comincia gran fiume . Et però è ragione , ch'el maestro mostri come l'huomo può abbreviare suo conto , quando è troppo lungo . Et ciò mostrerà elli qui inanzi , ov'elli dirà del dire . [*] See Cap. 40 Qui tace lo mastro de la dottrina del gran parlare , cioè à dire d'uno conto & d'una pistola che tu vuoli dire , o fare sopr'alcuna materia che viene . Ch'el maestro chiama parlatura lo generale nome di tutti detti . Ma tutti i conti sono messi in uno solo detto , o in una sola lettra , o altre cose , che l'huomo s'usa in materia .

De le parti del conto , & come el parlatore dee stabilire li suoi detti per ordine . Cap. 15 .

Le parti del conto , secondo che Tullio c'insegna sono 6.

  1. El prologo .
  2. [*] The second element is missing , it should be " l'esposizione del fatto , " as according to Einaudi 2007 , or simply ' el fatto . ' See Cap. 16. For a similar ' lacuna ' see 197V .
  3. El divisamento .
  4. El confermamento .
  5. El differamento .
  6. Et la conclusione .

Ma i dettatori , che dittano le lettre per arte di Rettorica , dicono , che in una lettra non è mai che . 5. parti , cioè ,

  1. saluto ,
  2. prologo ,
  3. fatto ,
  4. la dimanda ,
  5. & la conclusione .

Et se alcuno dimanda , perche è discordia tra Tullio e dettatori ? Io dico , che la discordia è per sembianza , & non per verita . Che dove i dettatori dicono che la salute è la prima parte de la lettra . Tullio intese et 209r OTTAVO . 209 volse , che salute fosse sotto'l prologo . Che tutto ciò che l'huomo dice dinanzi al fatto , & come apparecchiare , chiara sua materia , & è prologo . Ma li dettatori dicono , che la salute è porta del conto & suoi occhi , & però li danno l'honore de la prima parte di lei , & ambascia . però che mandare lettre , o messi , tutto per una via . Et d'altra parte che Tullio chiama el divisamento , li dettatori la comprendono sotto'l fatto . Et quella che Tullio chiama confermamento , li dettatori la comprendono sotto loro dimanda . Et per meglio intendere li nomi de l'uno & de l'altro , & per conoscere l'intentione di Tullio & glialtri dettatori , volse el maestro dichiarare hora le significationi de l'uno & de l'altro , & di ciascuno parte lo suo nome .

De le sei parti del conto à parlare di bocca . Cap. 16 .

  1. Prologo è cominciamento & la prima parte del conto , che dirizza & apparecchia la via e'l cuore à coloro à cui tu parli , ad intendere ciò che tu dirai .
  2. Lo fatto si è à contare le cose che furono & che non furono , si com'elle fossero . Et questo è quello quando l'huomo dice quello , su'l quale elli fermo suo conto .
  3. Divisamento si è , quando l'huomo conta lo fatto , & poi comincia à divisare le parti , & dice . Questo fu in tal maniero , & questo in tal maniera , & accresce quelle parti che sono piu utili à lui , & piu contrarie al suo adversario , & ficcale lo piu ch'elli può nel cuore di colui à cui parla . Et allhora pare che sia contra al fatto . Et questa è la cagione , perche li dettatori contano el divisamento sotto'l fatto .
  4. Confermamento è ove il dettatore mostra le sue ragioni , & assegna tutti li argomenti che può approvare sue ragioni , & accrescere fede et credenza al suo 209v LIBBRO detto .
  5. Disfermamento è , quando el dittatore mostra le sue sue buone ragioni , & suoi forti argomenti , & che indebiliscono & distruggono el confermamento di suo adversario .
  6. Conclusione è la direttana parte del conto .

Queste sono le parole del conto secondo la scienza di Tullio . Hora è buono contare le parti , che i dittatori dicono . Et dirà prima de la salute .

De la salutatione de le lettre mandate Cap. 17 .

Salute è cominciamento di pistole , che nomina quelli che manda & quelli che riceve le lettre , & la dignità di ciascuno , & la volontà del cuore , che quelli che manda ha contrario di colui che riceve , cioè à dire . Che se gliè suo amico , si la manda salute , & altre parole , che tanto vagliono & piu . Et se gliè nimico , elli si tacerà , & mandaralli alcuna parola coperta & discoperta di male . Et se egli è maggiore , si li manda parole di reverenza . Et cosi dee l'huomo fare à pari & à minori , come si conviene à ciascuno . In tal mmaniera , che non habbia vitio di piu , ne di falsità di meno . Et sappiate ch'el nome di colui ch'è maggiore & di piu alta dignità , dee sempre essere posto inanzi , se non è per cortesia , o per humiltà , o per altre cose simiglianti . Del prologo & del fatto , et de la lor forza ha detto lo maestro qui dinanzi la significanza , & però non dirà piu hora . Però che i dittatori se ne accordano bene alla sentenza di Tullio . Ma de la dimanda dice el maestro che l'è quella parte , ne laquale quella lettra e'l messeggio dimanda ciò che vuole , pregando , o comandando , o minacciando , o consigliando , o in altra maniera di cose , in che elli spera d'acquistare lo cuore di colui , à cui elli manda . Et quando el dittatore ha finita sua dimanda , o mostra suo confermamento , o 210r OTTAVO . 210 suo disfirmamento , elli fa la conclusione , cioè la fine del suo detto , nelquale elli conclude la forma del suo detto come gliè , & che ne può adivenire .

De lo insegnamento del prologo secondo la diversità de le maniere . Cap. 18 .

Et però ch'el prologo è signore & principe del conto , secondo che Tullio disse nel suo libbro , convenevel cosa è , che sopra ciò dia lo maestro la soa dottrina . Di che Tullio disse , che Prologo è uno detto , che acquista advenentemente lo cuore di colui , à cui tu parli , ad udire ciò che tu dirai . Et questo può essere in due maniere ,

  1. o per acquistare sua benivolenza ,
  2. o per darli volonta d'udire suo detto .

Et però io dico , che quando tu vogli bene fare tuo prologo , elli ti conviene inanzi considerare tua materia , & conoscere la natura del fatto , & la tua maniera . Fa dunque come colui che vuole misurare , che non corra avaccio de l'opera , anzi la misura ne la lingua del suo cuore , & comprende ne la sua memoria tutto l'ordine de la figura . Et tu guarda che tua lingua non sia corrente à parlare , ne la mano à scrivere , ne non cominci ne l'una ne l'altra à corso di fortune , ma el tuo senno tegna in mano l'officio di ciascuna , in tal maniera , che la mateeria sia lungamente ne la bilancia del tuo cuore , & dentro lui prenda l'ordine di sua via , & di suo fine . Però che i bisogni del secolo sono diversi . Et però conviene parlare diversamente in ciascuna , secondo loro maniera . Tullio dice ,

che tutti detti sono in cinque maniere ,
  1. o egliè honesto ,
  2. o contrario ,
  3. o vile ,
  4. o dottoso ,
  5. o oscuro .

Et però pensa , che tu dei altrimenti cominciare et seguire tuo conto ne l'una che ne l'altra , & altrimenti acquistare sua benivolenza & 210v LIBBRO a volontà su l'una materia che su l'altra . Et sappiate che

  1. honestà è quello , che incontanente piace à quelli che lo intendono sanza prologo , et sanza alcuno ordinamento di parlare .
  2. contrario è quello , che inmantanente dispiace per sua malitia .
  3. Vile è quello che de intendere & none intendere guari per la viltà .
  4. Et per la picciolanza de le cose dottose , in due maniere ,
    1. o perche l'huomo si dotta di sua sentenza ,
    2. o perche gli è d'una parte honesta & da l'altra dishonesta , in tal maniera , che la ingeneri benivolenza et odio ,
  5. & non può intendere , o perche non è bene savio , o che gli è travagliato , ò per tuo detto sia si oscuro , ò coperto , o aviluppato , ch'elli non può bene conoscere .

Di due maniere di prologi , coverti & discoverti . C . 19 .

Per la diversita de detti & de le cose , sono li prologi diversi . Et sopra ciò dice Tullio ,

che tutti i prologi sono in due maniere ,
  1. l'uno si chiama cominciamento ,
  2. & l'altro copertura .

  1. Cominciamento è quello che in poche parole acquista la benivolenza & la volontà di coloro che l'odono .
  2. Covertura è quando il parlatore mette molte parole intorno al fatto , & fa vista di non volere quel che vuole per acquistare covertamente la benevolenza di coloro à cui parla .

Et però si conviene sapere quale de le due parole o prologi de essere sopra ciascuna materia di nostro conto .

Quale prologo conviene sopra nostra materia . C . 20 .

La nostra materia è d'honesta cosa , si che non vuole covertura nulla . ma incontanente cominciare nostro conto , & divisare nostro affare , che la honestà de la cosa habbia gia acquistata la volontà de gl'uditori , in tal manie 211r OTTAVO . 211 ra , che per coverta non habbino à travagliare . Et non per tanto alcuna fiate è buon un bel prologo , non per acquistare gratia , ma per accrescerla . Et se noi volemo lasciare lo prologo , egli è buono à cominciare ad un buon detto , ò à uno sicuro argomento .

Quale prologo conviene sopra contraria materia . C . 21 .

Quando la materia è contraria , o crudele , o contra diritto , che tu vuoli domandare una grande cosa , o cara , o strana , all'hora dei tu pensare , se l'uditore è comoto contra te , o s'elli ha proposto nel suo cuore , di non fare niente di tua richiesta . Che se ciò fosse el ti conviene fuggire alla covertura , & colore di parole nel tuo prologo , per abbassare suo cruccio , & addolcire sua durezza , & in tal maniera , che suo cuore sia appagato , & tu n'acquisti sua gratia . Ma quando suo cuore non è guari turbato contra te , all'hora ne potrai tu passare leggiermente per un poco di buon cominciamento . Et quando la materia è vile et picciola , & che l'uditore non intende acciò se non poco , all'hora conviene che tuo prologo sia ordinato di tali parole , che diano piacere d'udire , & che n'affini tua materia , & che lo levino di sua intentione . Et quando la materia è dottosa , perche tu dimandi due cose , & l'huomo dotta de la sentenza , la quale di due cose dee essere affermata , all'hora dei tu cominciare tuo prologo alla sentenza medesima de la cosa che tu vuoli , o alla ragione , in che tu piu ti fidi . Et s'ella è dottosa , perche la cosa è d'una parte dishonesta all'hora dei tu ornare tuo prologo per acquistare l'amore & la gratia de gl'uditori in tal maniera , cha paia loro che tutta la cosa è tornata honesta . Et quando la materia è oscura 211v LIBBRO à intendere , all'hora dei tu cominciare tuo conto per parole che diano talento à gl'uditori di sapere quello che tu vuoli dire , et poi divisare tuo conto , secondo che tu pensarai che sia lo meglio .

Di tre cose che sono bisogno à ciascuno prologo , che non può essere bono l'uno sanza l'altro . C . 22 .

Per questo insegnamento potemo sapere , che in tutte maniere di prologi sopra qualunque materia elli sieno , ci convien fare una de le tre cose ,

  1. o d'acquistare la gratia di colui à cui noi parliamo ,
  2. in donarli talento d'udir lo tuo detto ,
  3. o di saperlo .

Che quando nostra materia è d'honesta cosa , o maravigliosa , o dottosa , nostro prologo dee essere per acquistare . Ma se tua materia è vile , all'hora dee essere per darli talento d'udire . Et quando la materia è oscura , all'hora dee essere per darli talento di sapere quello che tu lidirai . Et però è ragione ch'el maestro ci dica come ciò può essere , & in che maniera .

De la dottrina per acquistare benivolenza . Cap. 23 .

Benivolenza s'acquista da quattro parti , [*] " Per Cicerone , che su questa materia interpreta i ' Topica ' di Aristotele , i ' loci ' ( greco ' tòpoi ' ) sono propriamente i luoghi dai quali di possono reperire proposizioni su un dato soggetto , e così scoprire gli argomenti "( Einaudi 2007 ) .

  1. cioè per nostro corpo ,
  2. o per lo corpo di nostro adversario ,
  3. o dagl'uditori ,
  4. o da la materia medesima .

  1. Dal corpo nostro s'aquista , quando noi ricordiamo nostre opere o nostre dignitadi cortesemente , sanza nullo orgoglio . & sanza nullo oltraggio . Et quando l'huomo mette sopra noi alcuno biasimo ò alcuna colpa , se noi diciamo che noi nol faciemo , & che ciò non fu da parte nostra , et se noi mostramo lo male et le disaventure che sono state , & che possono adivenire à noi & à nostri , & se nostra preghiera è dolce & di buon'aria , & di pieta & di misericordia , & se noi non proferiamo di buon'aria à gl'uditori , per quest'altri sembrabili co 212r OTTAVO . 212 se & propietadi de noi et de nostri s'acquista benivolenza , secondo quello che à Rettorica s'appartiene . Et sappiate , che ciascuno huomo in ciascuna cosa ha sua propieta , per la quale l'huomo può acquistare gratia o disgratia . Et di ciò dirà lo maestro quà dinanzi , ov'elli sarà luogo & tempo . [*] See Cap. 26-30
  2. Per lo corpo di tuo avversario acquisterai tu gratia , se tu conti la proprietà di lui , che ti metta in invidia o in dispetto de gl'uditori . Che sanza fallo tuo avversario è in odio , se tu vedi che quello ch'elli ha fatto è contra diritto & contra natura , & per suo grande orgoglio , o per sua fiera crudeltà , o per troppo malitia . Altresi cade in invidia , se tu conti la forza & l'ardimento di tuo avversario , & sua possanza , & sua signoria , & sue ricchezze , & suoi huomini , et suo parenti , et suo lignaggio , et suoi amici , et suo tesoro , et suoi danari , & la sua fiera natura , che non è da sostenere , et ch'elli usa senno & suo podere in malitia , & ch'elli si fida piu di quello , che di suo diritto . Altressi vien'egli in dispetto , se tu mostri che tuo avversario sia vitioso , sanza senno , & sanza arte , & huomo lento & pegro . Et che non si studia se non ne le cose frodolenti , & che elli mette tutto il suo tempo in levità , in lussuria , in gioco , & in taverne .
  3. Per lo corpo de gl'uditori s'acquista benivolenza , se tu dici li buoni costumi , & le proprietà di loro bontà , & lodi loro & le loro opere , & dici che sempre è stato loro costume di fare tutte loro cose saviamente & arditamente , secondo idio , & secondo giustitia , & che tu ti fidi di loro , et che tutto lo mondo in buona credenza , & quello che faranno hora di questa bisogna sarà sempre in memoria et in essempio de glialtri .
  4. Per la materia acquisti tu gratia , se tu dici la proprietà et le ap 212v LIBBRO partenenze de la cosa che tu parli che afforziano & alzano tua parte , & affondino la parte del tuo avversario , & mettanla in despetto .

Qui tace el conto à parlare de la gratia per mostrare come l'huomo talento à gl'uditori d'udire lo nostro detto .

De lo insegnamento per dare talenti d'udire à gl'uditori . Cap. 24 .

Quando tu parli davanti ad alcuna gente ò davanti à femina , ò tu le manti lettere , se li voi dare talento che gli in tenda tuo detto però che se tua materia è picciola & spiacevole , tu dei dire al cominciamento del prologo , che tu dirai grande novelle & gratiose , o che non paiono credevoli , ò che non tocchino à tuoi huomini , ò quelli che sono dinanzi à te , ò davanti huomo di grande nome , ò di divine cose , ò d'alcuno prò , ò se tu prometti che tu dirai brevemente in poche parole , ò se tu tocchi nel cominciamento un poco de la ragione in cui tu ti confidi . Et quando tu vuogli che l'uditore habbia talento di sapere quello che tu vuoi dire , però che la materia è oscura , ò per una cagione , ò per unaltra , all'hora de tu cominciare tuo conto alla somma de la tua intentione brevemente , cioè à dire , in quel punto , in che è la forza grande di tutta bisogna . Et sappiate che ogn'huomo che ha talento di sapere , certo ha talento d'udire . Ma ogn'huomo che ha talento d'udire , non ha talento di sapere . Et questa è la differenza tra l'uno & l'altro talento .

Del prologo ch'è per covertura . Cap. 25 .

In fin à qui ha divisato el maestro come l'huomo dee cominciare sanza prologo , che non habbia covertura nulla hora vuol divisare come l'huomo dee fare suo prologo per 213r OTTAVO . 213 maestria & per covertura . Alla verità dire quando la materia del parlatore è honesta , ò vile , ò dottosa , ò scura , elli ne può leggermente passare oltra , & cominciare suo conto per poca di covertura , secondo ch'el maestro divisa qui di sopra . Quando la materia è contraria & laida , ch'el cuore de l'uditore è commosso contra à lui , all'hora ci convien tornare alla maestrale coverta . Et ciò può essere per tre cagio ni ,

  1. ò perche la materia ò quello diche elli vuole parlare non si fa à colui anzi li dispiace ,
  2. ò perche tuo avversario o altro qualche sia , ch'elli fa intendere altra cosa , si ch'elli la crede in tutto ò la maggior parte ,
  3. ò perche l'uditore è travagliato di molti altri , c'hanno à lui parlato dinanzi .

Come l'huomo dee cominciare suo prologo , quando la materia spiace à gl'uditori . Cap. 26 .

E se tua materia dispiace , el ti conviene coprire tuo prologo , in tal maniera , che s'elli è corpo d'huomo ò altra cosa che li dispiaccia , ò che non ami , tu tene tacerai , et nominerai uno huomo ò altra cosa , che li sia gratioso & amabile à lui . Se come fe Catellina , quando nominò gli antichi suoi , & loro buone opere dinanzi li sanatori di Roma , quando elli si voleva ricoprire de la congiuratione di Roma . Et quando elli dicea loro , che ciò non era per male , anzi per aiutare li debili & li meni possenti , se com'egli havea sempre in costume , ciò dicea elli . Et cosi dei tu bellamente fingere tua volontà , & in luogo de l'huomo che dispiace , trovarne un'altro huomo , ò un'altra cosa buona piacevole , in tal maniera , che tu li ritragghi suo cuore da quello che non li piace , acciò ch'elli debbia piacere . E quando ciò sara fatto , tu dei mostrare che tu non voglia ciò che l'huomo pensa 213v LIBBRO che tu vogli , o che tu non difensi ciò che tu vuoli difendere , secondo che fece Giulio Cesare , quando'l volse difendere quelli de la congiura , all'hora cominciò elli addolcire li cuori de gl'uditori . Et tu dei inmantenente à poco à poco acconciare tua intentione , et mostrare che tutto quello che piace à gl'uditori , piaccia à te . Et quando haverai appagato coloro à cui tu parli , tu dirai che di quella bisogna à te non appartiene , cioè à dire , che tu non facesti lo male , che un'altro lo fece , si come disse la prima amica di Paris , ne le lettere ch'ella li mandò poi ch'ella lo perde per l'amore de Helena . Io non dimando diss'ella tuo argento ne tue gioie , per ornare mio corpo . Et questo vale tanto à dire , come s'ella dicesse , tutto quello chiese Helena . [*] " Si riferisce all'epistola di Enone , V delle ' Heroides ' di Ovidio , in cui la ninfa , già sposa di Paride quando questi , non ancora riconosciuto come figlio di Priamo , era pastore , lamenta di essere stata abbandonata per amore di Elena dopo il giudizio delle dee . Cfr. Ovidio , ' Heroides ' V , vv . 81-82 : ' Non ego minor opes nec me tua regia tangit Nec de tot Priami dicar ut una nurus ' ( ' Non sono abbaliata dalle ricchezze e non aspiro alla tua regia , o a essere detta una delle tante nuore di Priamo ' ) "( Einaudi 2007 ) . [*] See Ovid's Epistle V Appresso dei tu negare che tu non dici di lui medesimo , che tu ne dici secondo ciò che Tullio disse . Contra vero . Io non dico che tu furasti lo castello di tuo compagno , ne tu rubasti case ne ville . Et questo vale tanto à dire , come se dicesse , tutto questo hai tu fatto . Ma tu dei molto guardare , che tu non dichi ne l'uno ne l'altro , in tal maniera , che sia discovertamente contra la volontà de gl'uditori , o contra quelli che lo amano , anzi sia si iscovertamente , ch'ellino stessi non si addieno , & che tu dilunghi i loro cuori da ciò ch'elli hanno proposto , & comuovigli à tuo desiderio . Et quando la cosa sarà à ciò venuta , tu dei ricordare uno essempio simile à proverbio , ò à sentenza , ò autorità di savi , & mostrare che tua bisogna dia simile à coloro , si come disse Cato à quelli de la congiura , che voleano struggere Roma , però che hanno fatto peggio di colui .

Come l'huomo dee cominciare suo prologo , quando gl'u 214r OTTAVO . 214 ditori credono al suo aversario . Cap. 27 .

Quando colui à cui tu parli crede ciò che tu avversario gli ha fatto veduto all'hora dei tu al cominciamento di tuo conto promettere , che tu vogli dire . Et dirai quello medesimo nel tuo avversario medesimamente , di ciò che gl'uditori hanno creduto , o tu cominci tuo conto à una de le ragioni di tuo avversario ò à quello ch'elli dice ne la fine del suo conto , o tu di che tu se timoroso come tu dei cominciare ne anche à fare sembiante d'una maraviglia , però che quando gl'uditori veggiono che tu se fermamente apparecchiato di contradire , ove tuo avversario pensava havere turbato , elli pensaranno d'havere follemente creduto , & che el diritto sia verso te .

Come l'huomo dee cominciare suo prologo , quando gluditori sono in travaglio . Cap. 28 .

Et se gl'uditori sono in bisogno , o travagliati d'altri parlatori , all'hora dei tu promettere in anzi , di non dire se non poco , et che tuo conto sarà piu breve , che non havevi pensato , et tu non vogli seguire la maniera de gli altri , che parlano lungamente . Et alcuna fiata dei tu cominciare ad una novella cosa che li faccia ridere , si che ella sia apertamente à tuo conto , ò à una fabola , o à uno essempio , ò à una altra parola pensata ò non pensata , che sia di riso et di solazzo . Ma se è per cruccio , all'hora sarà buono cominciare una dolorosa novella , ò altre horribili parole . Che si come lo stomaco caricato di vivanda , si si scarica per una cosa amara , ò contraria per una dolce , cosi el cuore travagliato per troppo udire , si rinovella , ò per maraviglia , ò per riso . Qui tace el conto à parlare de prologi , che sono per 214v LIBBRO copertura , o sanza copertura , però che partitamente n'ha detto tutta la dottrina de l'uno & de l'altro per se . Hora vuole mostrare el comune insegnamento di ciascuno insieme .

De lo insegnamento di tutti prologhi insieme . Cap. 29 .

In tutti i prologhi in qualunque maniera sieno dei tu mettere , secondo che dice Tullio , assai di buoni motti & di buone sentenze . Et per tutto dei tu essere fornito d'avenevolezza , però che sopra tutte cose ti conviene dire cose che ti mettano in gratia de gl'uditori . Ma elli dee havere poca di doratura & di giuoco & di consonanza , però che di tali cose nasce spesse volte una sospettione , come di cose pensate per grande maestria , in tal maniera che gl'uditori si dottino di te , & non credano le tue parole . Certo che bene considera la materia del prologo , el troverà che non è altro che apparecchiare li cuori , di coloro che debbono udire , ad udirti diligentemente tuo detto , & crederlo . Et ch'elli faccia alla fine , quello che tu li fai intendere . Et però io dico che dee essere fornito di motti intendevoli , & d'intentioni , cioè à dire d'insegnamenti di savi , o di proverbi , o di buoni essempi , ma non vogliono essere troppi , ch'elli non vuole essere dorato di lusinghe , ne di motti coverti , si che non paia cosa pensata malitiosamente , & non dei troppe parole di giuoco ne di vanità , anzi ferme & di buono sapore . Et guarda che non habbia consonanza , cioè à dire piu motti insieme l'uno dopo l'altro , che finiscano , o cominciano tutti in una mesesima lettra , o sillaba , però che quella è laida maniera di contare .

Di sette vitij di prologhi , & primo del generale . Cap. 30 .

Appresso la virtu del prologo è convenevole cosa da dire de suoi

vitij , che sono sette , secondo che disse 215r OTTAVO . 215 Tullio , cioè ,
  1. generale ,
  2. comune ,
  3. mutabile ,
  4. lungo ,
  5. strano ,
  6. diverso ,
  7. & sanza insegnamento .

  1. Generale è quello che l'huomo puote mettere in molti convenevolmente .
  2. Comune è quello , che l'adversario può altresi bene dire come tu .
  3. Mutabile è quello , che tuo adversario per poca mutatione può adoperare .
  4. Lungo è quello , ove è troppo di parole & di sentenze , oltra à quello ch'è convenevole .
  5. Strano è quello , che in nulla maniera appartiene à tua materia .
  6. Diverso è quello , che fa altra cosa che tua materia richiede , cioè , che ove tu dee acquistare gratia , tu nol fai , anzi doni talento d'udire , o di sapere , quanto tu dei parlare per covertura parole tutto discoverte .
  7. Sanza insegnamento è quello , che non fa niente di quello , ch'el maestro insegna , ne non acquista gratia , ne talento d'udire ne di sapere , anzi fa el contrario che vale peggio .

Da tutti questi sette ci conviene guardare fermamente , & seguire lo insegnamento in tal maniera , che salute ne alcuna parte di prologo dia da biasimare , anzi sia gratiosa & di buona maniera .

D'uno antico essemplo di grande autorità , lo quale fu detto per piu savij . Cap. 31 .

Hora havete udito l'insegnamento che appartiene al prologo , et come el parlatore dee cominciare suo conto , secondo la diversita de le maniere , che advegnono ne bisogni del secolo . Ma perciò ch'el maestro vuole mostrare piu apertamente quello che dice , dirà elli un vecchio essempio di grande autorita , loquale fu detto per piu savi . Vero fu , che quando Catellina fe la congiura in Roma , secondo che l'historie divisano : Tullio che fe questa arte de la rettorica , & che per suo gran senno trovò la congiura , & prese 215v LIBBRO piu di quelli de la congiura , de maggiori huomini di Roma , & di piu possenti , & messeli in carcere , & la congiuratione fu scoperta , & saputa certamente . Tullio fe ragunare li Senatori , e'l consiglio di Roma , per consigliare che si dovesse fare de pregioni . Salustio disse , che Decio Sillano , [*] " Decimo Giunio Silano , console designato per il 62 insieme a Lucio Murena "( Einaudi 2007 ) . cioè uno nobile Senatore , che era eletto ad essere consolo l'anno dopo , disse prima sua sentenza , che pregioni doveano essere giudicati à morte , & glialtri che si prendessere simigliantemente . Et quando elli hebbe quasi compiuto suo conto , & che tutti glialtri s'accordavano quasi à sua sentenza , Iulio Cesare , che voleva difendere li pregioni per covertura , maestrevolmente in su questa maniera disse .

Come parlò Iulio Cesare . Cap. 32 .

Signori padri scritto è , tutti quelli che vogliono consigliare dirittamente , & dare buono consiglio de le cose dottose , non debbono guardare ira , ne odio , ne amore , ne pietà . Perche queste quattro cose posson fare partire l'huomo da la via de la dirittura , & partire dal dritto giudicio . Senno non vale , ove l'huomo vuole seguire in tutto suo volere . Io potrei nominare assai principi , che diritta via lasciano sanza ragione , & però che ira , o pietà gli ha presi sanza ragione . Ma io voglio meglio parlare di ciò , che i savi huomini antiani hanno fatto di questa cittade alcuna volta , quando lasciavano la volontà di loro cuori , & teneano quello ch'el buono ordine insegna , & che truova lo comune profitto . La citta di Rodes era contra noi in battaglia , che noi havevamo contra preso lo Re di Macedonnia , & quando la battaglia fu finita , lo Senato e'l consiglio giudicò , che quelli di Rode non fossero distrutti , acciò che nullo dicesse , che cupidità 216r OTTAVO . 216 di loro ricchezze li destruggesse piu , che la cagione di loro fallimento . [*] " Primo celebre episodio della antica clemenza romana ricordato da Cesare . Si allude alla terza guerra macedonica ( 171-168 a. C. ) , durante la quale Rodi , dopo essere stata alleata di Roma nella precedente guerra contro Antioco III di Siria , scelse fi parteggiare per il re di Macedonia . Alla conclusione della guerra , a Roma furono proposte ritorsionni contro Rodi , ma Catone , con l'orazione ' Pro Rhodesiensibus ' ( 167 a. C. ) , convinse il senato a seguire la strada della moderazione e del perdono "( Einaudi 2007 ) . Quelli di Cartagine ci falliro , nel tempo de la guerra tra noi & quelli d'Aphrica , & ruppero triegua & pace . Et per tutto ciò nostri maestri non guardarono à quello , che elli li poteano bene distruggere , anzi li ritennero dolcemente . [*] " Secondo esempio di clemenza romana . Cesare allude ad un episodio della seconda guerra punica narrato da Polibio ( ' Storie ' XV , 2-4 ) : Cartagine aveva teso un tranello agli ambasciatori romani , che tuttavia si erano fortunosamente salvati . Gli ambasciatori punici a Roma temettero allora una rappresaglia , ma Scipione diede l'ordine che fossero rimandati in patria con ogni riguardo "( Einaudi 2007 ) . [*] See Polybius ' " Histories " Book XV , 2. Et però quello medesimo signori padri dovemo noi provedere , che la fellonia e'l fallo di coloro che son presi , non sormonti nostra dignità & nostra dolcezza . Et piu dovemo noi guardare nostra fama , che à nostro cruccio . Quegli che hanno dinanzi à me sententiato hanno bellamente mostrato , ciò che può di male adivenire per loro congiura . Crudeltà di battaglia è prendere pulelle à forza , togliere i garzoni di collo à padri & alle madri , fare forza & onta à donne , di pigliare templi & magioni , ardere , empire la citta di carogne & corpi , & di sangue , & di pianto . Di questo non ci conviene piu parlare . Però che piu può muovere el cruccio di cotal fatto il cuore , che il ricorde de l'opere . Nullo non è , à cui non pesi suo dannagio . Et tali sono , che portano piu gravi , ch'elli non è . Ma elli si fa ad uno , quello che non si fa ad un'altro . Che se io sono un basso huomo , & io mi sfaccio in alcuna cosa per mio cruccio , pochi lo sapranno . Ma molti sanno se vno grande huomo misfa , o in giustitia , o in altra cosa . Che s'el basso huomo misfa , gliè imputato ad ira , ma quello del graode [*] [ sic ] huomo è imputato ad orgoglio . Et però dovemo noi guardare nostra fama . Et dico bene in diritto di me , ch'el forfatto di quelli de la congiura sormonta tutte pene . Ma quando l'huomo vuole tormentare alcuno huomo , s'el tormento è aperto , tali ci sono che sanno bene pensare & biasimare lo tormento , ma del 216v LIBBRO fallo non fanno parola . Io credo che Decio cio ch'elli ha detto per ben del comune , ch'elli non guarda ad amore ne à odio & tutto conosco el suo temperamento , ne sua sentenza non mi pare crudele , che huomo non potrebbe nulla crudeltà fare contra tal gente . Ma tuttavia dico io , che sua sentenza non è convenevole à nostro comune . Et tutto sia che Silano è forte huomo & nobile eletto consolo : egli ha giudicato à morte , per paura di male , che adivenire ne potrebbe , che gli lassasse vivere . Paura non ha qui punto di loro , che Cicerone nostro consulo è discreto , & è fornito d'arme et di cavalieri , che noi non doviamo temere nulla . De la pena dirò io , si com'el succede . Morte non è gia tormento , anzi è fine et riposo di pianto & di cattività . La morte consuma tutte pene terrene , di poi la morte non curare gioia . Però disse Sillano se vuole che huomo li battesse et tormentasse avanti , se alcuna legge vieta che alcuno huomo non frusti huomo giudicato à morte . alcuna legge dice , che huomo non uccida cittadini dannati , anzi ne vede l'huomo tutto di scampare . Signori padri scritto è , guardate quello che fate , che l'huomo da tal cosa per bene , di che adiviene grande male . Poi che li Macedoni hebbero preso Athene , egli ordinarono trenta huomini , ch'erano mastri del comune , & quelli al cominciamento uccideano li pessimi & disleali huomini , sanza giudicamento , & di ciò era tutto il popolo allegro , & diceano che buono & santo officio era questo . Poi crebbe el costume et la licenza , si che poi uccideano buoni & malvagi à loro volontà , tanto che glialtri n'erano ispaventati , & fue la citta in tale servaggio , che bene s'accorgeano , che loro gioie li tornavano in pianto . Lucio Sillano fu molto lodato di ciò che giudicò , & uccise 217r OTTAVO . 217 Damasippo & altri , li quali erano stati contr'al comune di Roma . [*] " Dopo la battaglia di Porta Collina ( 82 a. C. ) Silla fece giustiziare Giunio Bruto , soprannominato Damasippo , un seguace di Mario che si era macchiato di efferati delitti "( Einaudi 2007 ) . Ma quella cosa fu cominciamento di gran male , che poi , si come ciascuno conosceva , voleano le habitationi de la citta , li vaselli , et la robba d'altrui , & elli si sforzava di dannare colui , le cui cose elli volea havere . Et erano molti huomini dannati à torto , piu per cagione di loro havere , che di loro fallo . Et cosi fecero niente de la morte di Damasippo , che chi furono lieti , ne furono poi crucciosi . Si che Sillano non finò in questa maniera d'uccidere , infino à tanto , che suoi cavallieri non furono tutti pieni d'havere & di richezze . Ma non per tanto di tali cose non ho io dottanza in questo tempo , & specialmente che Tullio è consolo . Ma in si grande cittade à molti diversi huomini , & pieni d'ingegni . Altri potrebbe mettere altro consiglio . Et s'el consiglio ucciderebbe per loro detto del Senato huomo in colpa à torto , certo male ne potrebbe adivenire . Quelli che furono dinanzi à noi , hebbero senno & ardimento . Ne orgoglio non tolse loro , ch'elli prendessero buoni essempi di ragioni de strani . quand'elli trovavano ne loro nimici alcuna teccia , elli sapeano bene mettre in opera ne loro alberghi . & meglio amavano seguire lo bene , che haverne noia . Elli frustavano li cittadini , che haviano misfatto , al modo di Grecia . Quando li mali cominciaro à montare , allhora furono le leggi date , che li dannati andassero in cattività . Dunque prenderemo consiglio novello . Cosi fecero i nostri antichi . Et maggior virtu & piu sapienza è in noi , che in loro . Elli erano pochi , & si conquistaro con pocha richezza , quello che noi appena potiamo tenere & guardare . Dunque che faremo noi ? Lascieremo noi questi pregioni andare per accrescere l'hoste di 217v LIBBRO Catellina ? Dico di , anzi è mia sentenza che loro havere sia publicato al comune & riposto , & di loro corpi siano messi in forti castella fuori di Roma in diverse pregioni bene guardate , che nessuno parli per loro al Senato ne al popolo . Et chi fa contro à questo , si sia misso in pregione come uno di loro

Come parla Cesare secondo questa arte . Capitolo . 33.

Per questa sentenza potemo noi vedere , chel primo parlatore , cioè Decio Sillano passò brevemente sanza prologo & sanza covertura nulla , però che sua materia era ad honesta cosa , cioè à giudicare à morte li traditori del comune di Roma . Ma Iulio Cesare , che pensò altra cosa , si tornò alla copertura con motti dorati , però che sua materia era contraria . Ch'elli sappea bene che i cuori de gl'uditori erano conmossi contra sua intentione . & però li convenia acquistare loro gratia , & da l'altra parte era sua sentenza dottosa per piu sentenze & coverte , ch'elli volea consigliare . Et sopra ciò li conveniva dare talento à gl'uditori d'udire & di sapere quello , ch'elli voleva dire . Ma però che doratura di parole è sospettosa cosa , non vuole elli à cominciamento iscoprirsi di benivolenza acquistare , anzi toccò la somma di sua intenza , per dare à gl'uditori talento d'udire & intendere suo detto , ove disse de le quattro cose ch'el buono consigliatore si dee guardare . [*] see Cap. 13 Et non per tanto suo prologo non fa sanza benivolenza , ov'elli chiamò , signori padri scritto è , [*] This occurs at the beginning of Cap. 32 , the incipit of Caesar's oration . & ov'elli inalza sua materia , [*] See at the end of f . 215v , where the sentence begins with " Ma io voglio meglio parlare di ciò ... " & la conferma per belle parole , et per essempi di vecchie storie , che ricordò . [*] The examples cited by Caesar are the Third Macedonic War and the Second Punic War. Et cosi un luogo de la cosa che dispiaceva , nominò cose che dovesse 218r OTTAVO . 218 ro piacere , per ritrarre li cuori de gl'uditori , da quello ch'era laido , à quello che fu honesto & ragionevole . Et in questa maniera passò à dire lo fatto , [*] See in the middle of f . 216r , where Caesar says : " Et però quello medesimo " nelquale volea fondare il suo conto , cioè del consiglio , che doveva essere sopra'l misfatto di coloro de la congiura . Et fe vista di non volere difendere loro male , ma fi guardare la dignità & l'honore del Senato . Allhora cominciò la terza parte [*] See bottom part of f . 216r , where Caesar says : " Quegli che hanno dinanzi a me ... " di suo conto , cioè divisamento , & divisò li detti & le crudeltà de glialtri sopra fatti per parte , & mise quelle parti che piu l'aiutavano , contro à coloro che haviano parlato , et accostolle à cuori de gl'uditori tanto quanto elli puote piu . Et quando elli hebbe cosi contato cominciò la quarta parte , [*] See the end of f . 216r , where Caesar says : " Et però dovemo noi guardare nostra fama . cioè confermamento ove disse che doveano guardare loro fama , & mostrava di lodare la sentenza de glialtri , ma molto la biasimava , & sopra ciò confermò suo detto per molte ragioni , che davano fede à suo consiglio , & toglievanla alla sentenza de glialtri . Et poi ch'elli hebbe fermato suo conto per buoni argomenti , elli se n'andò alla quinta parte , [*] See the bottom part of f . 216v , where Caesar says : " Signori padri scritto è , guardate quello che fate ... " cioè al disfermamento , per infralire & distruggere li detti di coloro , che haveano parlato innanzi da lui , ove disse , guardate che voi fate . Et immantenente ricordò piu essempi & piu sentenze & autoritadi si savi , ch'erano simili à sua materia . Et può quando viene verso la fine , elli conferma suo detto con migliori argomenti , & per le piu forti ragioni che elli può . Et viene alla sesta parte , [*] I am tempted to begin the conclusion at the bottom of f . 217r , where Caesar finishes his telling of the repercussions of the Battle of the Colline Gate and says : " Ma non per tanto ... " cioè alla conclusione , & dice sentenza , & mette fine al suo conto . Et poi che Cesare hebbe cosi parlato , l'uno dicea vno , & l'altro dicea vn'altro . Tanto che Cato se levò , & disse .

218vLIBBRO

Come fu el giudicamento di Cato . Cap. 34 .

Signori padri scritto è , quando riguardo la congiura & lo pericolo , & penso in me medesimo la sentenza dico loro , che hanno parlato , io penso altra cosa che Cesare non ha detto , ne alcuno de gli altri . Elli hanno parlato solamente de la pena di coloro de la congiura , che hanno apparecchiata battaglia in loro paesi , & alloro parenti , & alloro templi et magioni distruggere . Ma maggiore mestieri , è che l'huomo si consigli , come si possa guardare da loro , & dal pericolo , che prendere consiglio come siano dannati à morte . Se l'huomo non si provede che non vegna sopra , niente vale l'huomo à consiglio , quando sarà venuto . Se la citta è presa afforza , li vinti non hanno punto d'intendimento , tutta fia humiliata . Hora parlarò à voi che havete intendimento , havete magioni & ville , & insegne & tavole d'oro , & piu che al prò del comune . [*] " Cfr. ' Fet ' I , 8 , 40 , p. 40 , r . 20 : ' enseignes ' , che traduce ' signa ' di Sallustio , ' Catilina ' LII , 5. Il significato di ' statua ' non è attestato in ' TL ' s.v. ' enseigne ' "( Einaudi 2007 ) . [*] See Sallust's " Conspiracy of Catiline " 52 , 5. Se voi queste cose che voi tanto amate volete guardare & ritenere , & mantenere vostri diletti per ordine & per riposo , isvegliatevi et pensate de guardare el comune , et liberare . Sel comune pericola , come iscanperete voi ? questa bisogna non è di tuo luogo ne di tuo paraggio , ne di vostra franchezza , & di vostri corpi che sono in pericolo . Signori io habbo molto parlato & con pianto dinanzi à voi , de la avaritia , & lussuria , & cupidità de vostri cittadini . Io habbo la malevoglienza d'alcuno , però ch'io non perdono volontieri altrui lo misfatto , diche io non sento nulla teccia in me . Et di nullo forfatto perdonare io non domando altrui gratia . Ne vostre ricchezze facea à voi molte cose mettere in non calere . Tutta via starebbe el comune in diritto stato & piu fermo , che hora mai in diritto non par 219r OTTAVO . 219 liamo noi di nostro bene vivere ne di nostro male vivere , ne de la signoria de romani accrescere , o inalzare , anzi ci conviene pensare , se quello che noi havemo , ci può rimanere , & essere nostro , o se sarà de nostri vicini . Qui non dee nullo parlare di bonarita & di misericordia , che noi havemo assai perduto el diritto nome di pietà & di merze , che donare ad altrui bene , ciò è nostra bonarita . Et essere cessati da ben fare , cioè nostra virtu . Et però nostro comune si come al dichino . Hor potete dunque essere di buon aere , & mettere lo popolo à ventura . Hor potete essere pietosi in coloro , che non ci lasciavano nulla à guastare , & pensavano lo comune tesauro rubare , doniamo loro el nostro sangue , si che tutti li prodi huomini vadano à perditione . Et si come voi vedete , pochi de malfattori distruggano turba di buona gente . Cesare parlò bello & assettatamente , udente noi , de la vita & de la morte , quando disse , appresso la morte non curare gioia . [*] See middle of f . 216r , where Caesar says : " Morte non è gia tormento , anzi è ... " Ma quand'elli parlò cosi , credo ch'elli pensava falso , de quelli se truova all'inferno , dove li malvagi sono divisi dai buoni , & entrano in neri luoghi horribili & putenti et spaventevoli . Appresso giudicò che il loro havere fosse publicato al comune , & elli fossero guardati in diverse pregioni fuori di Roma . in diverse castella & forti . Perche si dubbitava che se l'huomo li guardava in Roma che quelli de la congiura , o altra gente pregiata , li caverano à forza di pregione Non adunque mala gente , se non è inquesta citta , per tutte parti si può trovare malvagi huomini . Da niente ci dotta Cesare . S'elli crede che l'huomo non si possa guardare dentro in Roma , come di fuori ? Et s'egli solo non ha paura che li fugissero de le pregioni , ov'elli dice ch'elli siano messi , egli 219v LIBBRO non crede el pericolo del comune . Io son quelli , che ho paura di me , & di voi , & de gli altri . Et però dovete voi sapere , che ciò che voi giudicarete di questi pregioni , dee essere giudicato di tutti quelli de la compagnia di Catellina . Se voi fate di questi aspra giustitia , tutti quelli de l'hoste di Catellina ne fierà spaventati . Et se voi ne fate fievelemente , voi li vederete venire crudeli & fieri contra di voi . Et non pensate che nostri antecessori accressero lasignoria di Roma solamente per havere . Che s'egli andasseno cosi , dunque la possanza ne megliorerebbe , che piu havemo compagnia di cittadini , & maggiore abbondanza di cavalli & darme , che elli non haveano . Ma elli hebbero in loro altre cose , perche elli furono di grande nominanza & di grande pregio , che non ha guari in noi . Elli erano in loro fatti savi & accorti , et haveano diritti comandamenti à quelli di fuori . Li cuori haveano sani & liberi à dare consiglio , sanza sugestione di peccato ch'elli credessero , & sanza seguire malvagie volontà . In luogo di ciò può l'huomo trovare in noi lussuria , ò avaricia , comune povertà , & private ricchezze . Noi non facciamo differenza da buoni à malvagi , tutto tornato à cupidezza , questo è da lodare di vertude . In questo non è maraveglia , che ciascuno tiene sua via & suo consiglio per se medesimo . Voi intendete in vostre magioni , & vostri diletti , & vostra volontà seguire . Fuori di vostri magioni cercate d'amassare havere , & allegrezza d'altrui acquistare . Da ciò adiviene , che l'huomo guerreggia lo comune , & che iscongiurati lo vogliano distruggere . Ma di queste cose che voi fati , io non dirò hora piu . Nobili cittadini fanno insieme congiura , ch'elli arderano la citta , & recano alloro la 220r OTTAVO . 220 gente di francia , per muovere battaglia , che niente amano la signoria & l'honor di Roma . Catellina , duca de nostri nimici ne viene sopra le teste con tutto suo sforzo . State dunque in pensiero , che voi farete di vostri nimici , i quali havete presi dentro à queste mura . Et tutto ch'io giudichi , che voi non habbiate merce . Dite che giovani sono , & per follia & per mala cupidità l'hano fatta , & lasciateli andare tutti armati . Ma per certo io vi promotto , che questa pietà et questa dolcezza vi tornerà in pianto , & in tormento , & in amaritudine . De la cosa aspra & pericolosa non havete voi temenza ? Et si havete malenpiezze la malvagita , le brighe di vostri cuori , fate che l'uno si tiene all'altro . Voi mettete vostra speranza ne vostri idei , & dite , ch'elli hanno guardato lo comune di diversi pericoli . L'aiuto di dio non viene à quelli , che vogliono vivere come femine . ma tutte cose vegnono à quelli , che vogliano vegghiare in ben fare , & in dare buoni consigli . Ma chi si mette in disperatione , cade in malvagità . Mallio torquato uno di nostro anziani duca , comandò che fosse ucciso uno suo figliuolo , solamente perche combattea una battaglia in francia contra à suoi inimici , contra al suo comandamento . Per tale forfatto morio quel nobile giovane . Et voi dimorate à fare giustitia , di questi crudeli giovani pergiuri , che voleano la citta distruggere . Lasciate voi loro per la bona vita ? [*] " Per il loro passato , come esplicita la fonte , cfr . Sallustio , ' Catilina ' LII , 31-32 : ' videlicet cetera vita eorum huic sceleri obstat ' ( ' Certo , a questa scelleratezza si contrappone la loro vita passata ' ) "( Einaudi 2007 ) . [*] See Sallust's " Conspiracy of Catiline " 52 , 31-32 . Non mori Dautilo , per la dignita di suo lignaggio ? S'elli amò unque castità , s'elli amò buona nominanza , s'egli amò unque idio , s'elli sparigniò unque huomo . non mori Cetego hebbe l'huomo pietà di sua gioventu , s'elli non mosse mai briga ne battaglia in questo 220v LIBBRO paese . Giabino & Statilo & Cepario , che ne debbono dire ? S'elli ne havessero in loro ragione ne misura , egli non hanno tale consiglio preso al diritto contra'l comune . A voi dico signori padri , che per dio non gli lasciate scampare , io non gli lascerei , bene soffressi che voi ne fosti castigati per loro oltraggio , quando voi consiglio , non volete credere . Ma però lo dico , che noi siamo rinchiusi , & in pericolo da tutte parti . Catellina con tutta sua hoste ci è innanzi à gli occhi la di fuori & pensaci inghiottire . Gli altri sono dentro alla citta d'ogni parte . Non potemo nulla consigliare ne apparecchiare , che nostri nimici non sappiano . Noi ci dovemo avacciare , però ne darò io cotale sentenza . Vero è che il comune è in pericolo per lo maladetto consiglio de cittadini isconvenevoli & disleali . Questi hanno rabbia , & son conventati per lo detto de messaggi di francia , che voleano la citta ardere , & uccidere li migliori huomini , lo paese distruggere , donne & pulzelle vituperare , & altre crudeltà fare . Et però dico io , & do questa sentenza , che l'huomo faccia di loro come di traditori , & dimicidiali & di ladroni .

Come Cato parlò secondo questa arte . Cap. 35 .

Questa è la sentenza di Cato per meglio intendere suo detto . Et come parlò secondo questa arte , de l'arte de l'ordine di Rettorica , ne conviene guardare dinanzi la maniera di suo detto , & la natura di sua materia . Di che molti dicono ch'ell'è dottosa , & un poco oscura , però che sua materia è da una parte honesta , ch'è à dire lo prò del comune & à difendere lo buono stato di Roma , & distruggere li rei & honesta cosa , è giudicare à morte una grande gente di cittadini . Et à dire contra Cesare che have 221r OTTAVO . 221 va si fermamente stabilito suo giudicio che à pena el potrebbe huomo contradire . Et che gl'uditori erano quasi accordati à suo detto . Certo et parea crudel cosa & maravigliosa , & però gli era mestiero d'orare suo prologo , si ch'elli acquistasse la gratia de gl'uditori , o ch'elli desse loro talento di sapere quel ch'elli volea dire , per levarli de la sentenza di Cesare , secondo ch'el maestro divisa qui dirietto , ov'elli insegna la diversita di prologhi . [*] see Cap. 18-30 . Et però toccò elli ne lo cominciamento suo brevemente & partitamente & apertamente lo punto , in che era tutta la forza de la bisogna , cioè quello ch'elli uditori haveano creduto . Quando disse ch'elli pensava altra cosa , che cesare non havea detto , ne alcuno de gli altri , [*] See the beggining of f . 218v , where Cato says : " ( ... ) io penso altra cosa che Cesare non ha detto ... " cosi de talento di sapere & d'udire quello ch'elli volea dire . Et fe sembiante di volere consigliare solamente de la guardia del comune , & non de la morte di congiurati . Et inmantanente procacciò d'havere la gratia de gl'uditori , per appagare lor cuori , & per tornare la cosa à honestà , & per accrescere la gratia ch'elli havea , però che sua materia era honesta , secondo ch'el buono intenditore potra sapere o conoscere , s'elli considera o sguarda diligentemente l'insegnamento , lo quale è adietro . Et però ne tace hora lo maistro però ch'el vorra dire d'altre dottrine buone & utili .

De l'insegnamento de la prima parte del prologo . C . 36 .

Appresso la dottrina del prologo sene viene la seconda parte del conto , cioè el fatto . Diche Tullio dice . Ch'el fatto è , quando el parlatore dice el fatto com'el fu , o come non fu , cioè à dire quando elli lascia il prologo , & viene al fatto , & dice la propria cosa , diche è la materia di suo conto . Et questo è in tre maniere .

  1. L'una è cittadina , che di 221v LIBBRO ce propiamente el fatto & la cosa , diche è contentione et la questione , & divisa le ragioni , perche quella cosa può essere provata . Et questa maniera appartiene dirittamente à costumi , però ch'egli insegna tenzionare l'uno parlatore con l'altro nel cominciamento . Ma qui si tace lo maestro , & non dira piu hora , però che dira l'argomento qui appresso anzi vuole dire de le due altre maniere del fatto , che non partegnono si propriamente à questa arte .

Qui comincia à divisare che trapasso fuori de la sua materia . Cap. 37 .

  1. La seconda materia del fatto si è quando l'huomo si diparte un poco du sua propria materia , & trapassa ad altre cose di fuori à sua principale cosa , o per biasimare lo corpo , o la cosa , o per accrescere lo male ol bene ch'elli dice , o per mostrare che due cose sieno si mischiate insieme , o per fare sollazzare gl'uditori d'alcuno gabbo , che sia simigliante à sua materia . Et questa maniera de dire lo fatto , tiene spesso lo parlatore , per meglio provare ciò che vuole del corpo , o de la cosa .

Del conto ch'è per giuoco & per solazzo . Cap. 38 .

  1. La terza maniera di dire lo fatto non appartiene alle cose cittadine , anzi è per solazzo & per giuoco . ma niente meno elli è buona cosa , che l'huomo s'accostumi à bene contare , che l'huomo ne diventa meglio parlante al gran bisogno , & però ne dira el maestro la natura . Tullio dice . Che ciò che l'huomo dice in questa diretana materia , quivi ove divisa la proprieta del corpo , & ove dice le proprieta d'una cosa in altra , elli conviene à forza , ch'el suo detto siano
    1. fabole ,
    2. o storie ,
    3. o argomenti .
    Et però si fano elli à sa 222r OTTAVO . 222 pere , che monta l'una , & che monta l'altra .
    1. Et certo fabola è un conto , che l'huomo dice de le cose che non sono vere , ne à vero somigliano , si come la fabola de la neve che vola per aire lungamente .
    2. Storia è à ricontate l'antiche cose state veramente , lequali furono fuori di nostra memoria .
    3. Argomento è à dire una cosa falsa che non sia stata . ma può bene essere , & dicela per similitudine d'alcuna cosa .
    Et s'el parlatore divisa la proprieta del corpo , el conviene che per suo detto lo reconosca le nature & le proprieta del corpo & del coraggio insieme , cioè à dire , se gli è vecchio , o giovane , o se gli è cortese o villano , o altre cotali proprietà . Et à cotali cose conviene havere grande ornamento che siano forti . Ma de la diversita de le cose , & de la similitudine de coraggi & de la fierezza di bonarita , di speranza , & di paura , & di sospettione , de desiderio , d'infignitudinne , d'errore , & di misericordia , di mutamento , di subita allegrezza , & di fortuna , di pericolo che l'huomo non pensi , et di buona fine , secondo questo libbro , divisera qui dinanzi , ov'elli insegna à conoscere gli argomenti , et la belta del parlare . [*] See Cap. 47-56 Et però non è dice hora piu che detto n'ha . Anzi tornerà alla prima materia del fatto del dire , chiamato che è cittadino .

Del conto ch'è chiamato citadino . Cap. 39 .

Dice lo maestro che la cittadina maniera di dire , è che divisa la cosa propiamente , de havere tre cose , cioè

  1. ch'ella sia breve , [*] see Cap. 40
  2. & chiara , [*] see Cap. 41
  3. & ricordevole . [*] see Cap. 42

Di tutti dirà lo maestro , & prima de la brevità .

Qui c'insegnia elli à contare lo conto brevemente . C . 40 .

Tullio dice . Che all'hora è el fatto contato brevemente quando'l parlatore d'incomincia allo diritto cominciamento 222v LIBBRO di sua materia , & non da lunga cominciarla , che non fa vtile à suo conto . Si come fece Salustio , volendo contare la storia di Troia , che cominciò alla creatione del cielo & de la terra , che li bastava cominciare à Paris , quando furò Helena . [*] Not certain what text by Sallust Latini is referring to . At the beginning of the " Conspiracy of Catiline , " starting from chapter vii , Sallust does mention the wandering of Aeneas within the context of the foundation of Rome . However , no mention - to my knowledge - of the story of Troy . Altre si sarebbe breve , s'ella o elli è assai à dire la somma del fatto , sanza divisare per parti . Che basta bene dire cosi , questo huomo uccise quell'altro , & non dire , elli lo prese , & misseli mano alla gola , & cosi fu questo , & cosi fu quell'altro , che le piu volte basta à dire , quello ch'è fatto , sanza dire el come , o in che maniera . Altresi è breve , s'elli non dice piu cose , che mestiere sarebbe di sapere , & non trapassa à dire altre cose strane , che di nulla non appartiene à sua materia , & s'egli non dice quello , che l'huomo può intendere per quello ch'elli havea detto . & se tu dici , elli andaro , ove potero . Et se io dico , Aristotile dice cotal cosa , elli non si conviene che l'huomo dica , elli lo disse di sua bocca , che bene lo può ciascuno intendere , per quello ch'è detto dinanzi . Altresi è elli breve , se conta ciò ch'elli può nominare , o quel che non può aiutare , ne noiare : & se dice ciascuna cosa ad vna volta & non piu , & s'egli non comincia spesso alla parola , ch'elli ha detta . Et si come el parlatore si dee guardare da la moltitudine de motti , et che non dica troppe cose , perche molte genti ne sono ingannate , che si studia in poco dire , dicono troppo . però ch'elli si procacciano di dire poche cose , tanto quanto li bisogna , & non piu . Tu penserai brevemente dire , se tu dirà in questa maniera , io andai à richiedere voi , & io richiesi vostro garzone . Et elli rispose , quando dimandai di voi , non vi erravate . Et tutto che tu dirà 223r OTTAVO . 223 brevi motti , tu conti piu cose che mestieri non t'è . Che assai bastava à dire l'huomo mi disse , che voi non erravate in vostra casa . però si dee guardare ciascuno , che sotto li brevi motti , non dica tante cose , acciò che suo conto non sia noioso à scoltare .

Qui c'insegna à contare lo fatto & vedere chiaramente . Cap. 41 .

Apresso ciò dee el parlatore studiare di dire chiaramente quello che dice , & che suo detto sia aperto et intendevole . Tullio dice . Ch'el fatto è contato chiaramente , quando'l parlatore o'l dettatore comincia suo detto , à quello ch'è detto dinanzi , & segue l'ordine de la cosa et dela stagione , cosi com'ella fu , o com'ella può essere , in tal maniera , che suo detto non sia turbato ne confuso ne inviluppato sotto strane parole , & che non trapassi ad altre cose dissimili , o dilungi da sua materia , & che non cominci à troppo lunga incominciaglia , & che non prolungi la fine di suo conto , tanto com'elli potrebbe dire , & che non lasci nulla di ciò , che à contare faccia . Et in soma , egli dee guardare tutto quello , ch' el maestro insegna qui inanzi , sopra la brevità del fatto , [*] see Cap. 40 per ch'elli adiviene molte fiate , che el conto n'è piu confuso per molto parlare , che la scurità de le parole . Et sopra tutto ciò dee el parlatore usare motti propij , & belli & costumati , secondo chel maestro divisa qui davanti , nel capitolo del parlare .

Qui c'insegna à contare lo fatto che sia verisimile . C . 42 .

Apresso dee el parlatore contare lo fatto , in tal maniera , che sia verisimile , cioè à dire , che gl'uditori possano credere quelle cose , et ch'elli dica la verita . Tullio dice . che acciò fare li conviene dire , per le proprietà del corpo , s'elli è vecchio , o giovane , o patiente , o huomo che si crucci , 223v LIBBRO o d'altre simile proprietà , che sieno testimonio à suo detto . Appresso li conviene mostrare la cagione del fatto , cioè à dire la ragione perche & come le potea & dovea fare quelle cose , & colga convenevole tempo acciò fare . Et che fue buono , & sofficiente à fare , ciò ch'el parlatore mette dinanzi . Appresso dee mostrare , che l'huomo , o la cosa di che elli dice , sia di tal natura , ch'elli potrebbe & saprebbe ben fare , & la nominanza & la boce del popolo ne sopra lui , & che ha tale fede , & ha tale credenza , & tale oppinione , che elli fara bene vna si fatta cosa .

De vitij del dire lo fatto . Cap. 43 .

Hora havete vdito , come il parlatore del fatto de dire in tal maniera , che sia

  1. breve
  2. & chiaro ,
  3. & verisimile .

Che queste tre cose sono fieramente bisogno à ben dire . Et si come el parlatore de seguire le virtu , che appartengono à ben dire , cosi de guardare da vitij , che disornano suo dire . Che sono quattro .

  1. L'uno siè , quand'elli è suo danno à contare lo fatto .
  2. Lo secondo è , quando non li fa prò niente à dirlo .
  3. Lo terzo siè , quando el fatto non è contato in quela maniera che gliè .
  4. Lo quarto è , quando egli non dice in quella parte del conto , ciò ch'è mestiere à sapere . Onde fie loda maggiore al parlatore contare lo fatto secondo ch'eglie stato .

  1. Quando quella cosa dispiace à gl'uditori , ch'elli sieno contra lui molto ad ira , o al mal talento , s'elli non si addolcissero per buoni argomenti che confermino sue cose . Et quando quello adiviene , tu non dei contare lo fatto tutto à motto à motto insieme , si come fue , anzi el convienti divisare per parte , una branca quà , & un'altra . Et inmantenente giugnere la ragione di ciascuna parte in suo luogo , in tal maniera , 224r OTTAVO . 224 che ciascuna colpa habbia sua medicina , & la buona difensa addolcisca li cuori turbati de li vditori .
  2. Anche sappiate , ch'elli non è prò contare lo fatto , quando tuo adversario o altri davanti à te habbia parlato & detto tutta la cosa & la ragione . in tal maniera , che non bisogni che tu la ridichi , ne cosi , ne altrimenti di lui , quando colui à chi tu parli la cosa in tal maniera , che non ha bisogno di mostrare ch'ella sia d'altra guisa . Et quando questa cosa adiviene , Tullio comanda che tu taccia , & non dichi lo fatto .
  3. Lo terzo si è , quando el fatto non è contato in quella maniera che dee , cioè quando dee fare prode à tuo adversario , tu medesimo lo divisi bene & bello , o quando che dee giovare à te , tul dici turbato & crucciatamente . Tullio dice , che per schifare questo vitio , tu dei reccare tutte cose ad utile di tua ragione , & tacere el contrario tanto quanto potrai . Et se ti conviene nulla dire , di quello appartiene all'altra parte , tu ne passera leggiermente , & tuttavia dirà la tua parte diligentemente .
  4. Lo quarto vitio si è , quando el fatto non è detto in quella parte del conto , ch'è mestieri : & questa è una cosa , che appartiene ad ordine .

Et però se ne tace hora lo maestro , infino ove tratterà de l'ordine , come l'huomo dee stabilire suo conto & sue parti . [*] see Cap. 44-46

De la terza parte del conto , cioè divisamento . Cap. 44 .

Appresso la dottrina del fatto viene la terza parte del conto , cioè divisamente . Di che Tullio dice , che divisamento è , quando lo parlatore lo dice secondo suo diritto . Certo egli n'è piu ordinato , & piu bello , & piu intendevole & meglio . Et tutto che queste branche , cioè el fatto , e'l divisamento si sono per dire la cosa , nondimeno infra loro 224v LIBBRO ha differenza . Ch'el divisamento dice tutto à certo lo punto in che lo parlatore se ferma , & che elli vuole provare , ma el fatto non dice cosi . Le parti del divisamento sono due .

  1. L'una che divisa ciò che lo adversario conosce , acciò ch'elli dica in tal modo & in maniera che ciascuno può bene intendere lo punto ch'el parlatore vuole provare .
  2. L'altra è quando el parlatore divisa brevemente per parte tutto'l punto ch'elli vorrà provare , si che l'uditore lo in suo cuore , & intende bene che egli ha detto tutta la forza di sua cosa & però si conviene dividere la dottrina de l'uno divisamento & de l'altro , come lo parlatore lo de usare .

Come el parlatore dee divisare suo conto . Cap. 45 .

Nel primo divisamento , che conta ciò che l'adversario conosce , & ciò ch'elli niega , dee el parlatore prima recare quella reconoscenza , al pro di sua cosa , si come l'adversario d'Horatio , che non disse che Horatio conoscesse che elli havesse morto sua madre , anzi disse altre parole , che piu affermaro la cosa contra ad Horatio Egli ha bene conosciuto disse elli , che la madre fu morta per mano di suo figliuolo , che è à dire lo nome de l'uno & de l'altro . [*] " Secondo il mito greco , Oreste [ Horatio ] uccide la madre Clitennestra per vendicare su di lei la morte del padre Agamennone . Cfr. Cicerone , De inv . I , 31 , ma il tema di Oreste e Clitennestra era molto usato nella casistica retorica , come afferma esplicitamente Quintiliano : ' Et cur non utamur eodem quo sunt usi omnes fere exemplo ? Orestes matrem occidit : hoc constat ' ( ' E perché non servirci dell'esempio di cui tutti fanno uso ? Oreste uccide la madre : il fatto è sicuro ' ; Quintiliano , ' Inst. ' 3 , 11 , 4 ) "( Einaudi 2007 ) . [*] See Cicero's " De inventione " Bk 1 , 31. [*] See Quintilian's " Institutio Oratoria " Bk 3 , 11 , 4. cosi fece Cato in sua sentenza . elli non disse che ellino havessero conosciuta la congiura solamente , che molte genti diceno , ch'elli non l'haveanno fatta contra el comunne di Roma , ma contra alquanti che governavano male el comune . Però recò Cato la loro conoscenza all'utile de la cosa , & disse contra loro fiere parole & maraveliose , cioè ch'egli voleano la citta ardere , & uccidere li migliori , lo paese distruggere , & vituperare donne & donzelle . A questo veditu che l'uno & l'al 225r OTTAVO . 225 tro disse ciò che era riconosciuto , ma ciascuno la torna à suo migliore . Et quando tu havrai quel medesimo fatto in tuo conto , tu dei dire ciò che tuo adversario nega , & stabilire la questione sopra'l giudicio , per sapere lo diritto . Horace riconosceva lo homicidio , ma egli negava ch'ello nol fece à torto , anzi à diritto . Ma qui sta la questione , che rimane sotto'l giudicio , per sapere se elli fece à torto , o à diritto .

Come lo parlatore dee divisare suo fatto brevemente . Capitolo . 46 .

Nel secondo divisamento che menera per parte lo punto ch'elli vorrà provare , dei tu guardare ch'elli sia breve . Et quando tu ne dici alcuno motto se qui non bisognavano à tua cosa , che tu non dei travagliare li cuori à gl'uditori per parole , o per maravigliosi argomenti , quando tu divisi tuo fatto , o tua parte . Tu deliberi , quando tu dici generalemente tutto che comprende tutte cose , di che tu vuoli dire . Et sopra ciò ti conviene fieramente guardare , che tu non lasci mentovare nulla generale cosa , che ti sia utile , & che tu nol dichi tardi , cioè fuori di tuo divisamento . Che ove tu dici lo generale motto de la tua causa , tu non dei redire lo spetiale motto che è compreso sotto'l generale che tu havevi gia detto . Et sappiate che generale motto è quello , che comprende molte cose sotto lo suo nome , ch'è questo motto animale , comprende huomo , & bestia , & uccello . Spetiale motto è quello , ch'è compreso sotto un'altro . Che questo Piero , Carlo , Giovanni , è bene compreso sotto generale nome , cioè huomo , ma elli ci ha motti generali che sono sotto l'uno , & sono spetiali sotto un'altro , che questo motto huomo , è spetiale sotto questo motto animale : ma egliè generale sopra questo motto , 225v LIBBRO Piero & Giovanni . Questa dottrina del generale dee al parlatore si guardare nel suo generale divisamento , ch'elli non metta la spetial parte , che quelli divisa el fatto suo in questa maniera . Io mostrerò disse egli , che per cupidità , & per lussuria , & per l'avaritia di nostri nimici , tutti i mali sono adivenuti à nostro comune . Egli non è che nel suo divisamento elli mischia li spetiali motti appresso li generali . Che sanza fallo cupidità è general nome di tutti li disiri , & lussuria & avaritia sono partiti da lei . Guarda dunque che quando tu ha divisato lo generale , che tu non dichi quelle parti , si com'elle fossero altre cose strane , ma ne l'altre branche vengono appresso , cioè del fermamento , potrai bene mettere le spetiali parti de le generali dette inanzi , per meglio fermare lo suo divisamento . Tu vuoi provare che Horace fece homicidio . Di dunque . Uccise egli Clitemnestra , dunque fece homicidio . Appresso guarda in tuo divisamento , che tu non divisi piu parte che mestieri sia à tua cosa . Che se tu divisassi in questa maniera , io mostrerò bene che mio adversario havea bene lo podere di ciò fare , & ch'elli volea , & che elli lo fe . Certo cotale divisamento è grave , perche v'ha entro troppe cose , & basterebbe à dire , io mostrerò ch'elli lo fece . Altresi guardi , che la tua cosa è semplice , & una cosa sanza piu , & non vi conviene . Se non poco divisare , ch'egliè assai à dire lo punto de la quistione . Et non per tanto elli adiviene spesso , che una cosa può essere provata per piu ragioni . Et quando questo è , lo parlatore si dee divisare la sua pruova in tale maniera . Io mostrerò che tu facesti la cotal cosa , per tale ragione , & per carte , & per testimoni . Sopra questa branca dice Tullio , ch'elli truova in philosophia molti 226r OTTAVO . 226 insegnamenti , ma egli lascia quelli , che non sono si bene insegnevoli à ben parlare , come quelli che qui sono . Et anchora ne comanda un'altra cosa , che l'huomo non dee dimenticare in suo conto , quand'egli havra finito suo divisamento , egli comincia l'altra branca , cioè confermamento , per provare ciò ch'egli ha detto . Sovegnagli ch'elli confermi dinanzi , ciò che divisa dinanzi , & poi ciascuna parte in suo luogo , in tal modo , che quando vorrà finire suo conto , elli non habbia dimenticato niente di suo confermamento , ch'egli sarebbe laida cosa , à ricominciare un'altro piato appresso la fine del suo parlamento .

Qui dice de la quarta branca del conto , cioè del confermamento . Cap. 47 .

Appresso la dottrina del divisamento viene la quarta parte del conto , cioè confirmamento . Di che Tullio dice . Confermamento è , quando il parlartore dice buoni argomenti , che acrrescono autorità & fermezza à sua cosa , perche diverse cose richiedon diversi confermamenti , vorrà lo maestro inanzi mostrare & insegnare li luoghi , per liquali i parlatori possano ritenere suoi argomenti . & poi quando sara luogo & tempo , egli dirà , come l'huomo dee formare suo confermamento sopra ciascuna maniera de le cose . Et sappiate che nulla scienza insegna luogo di provare suo detto , se non dialettica & rettorica . Ma tanto ha differenza tra l'una & l'altra , che rettorica considera spetiale cose , secondo lo suono del nome , et secondo la boce solamente . Ma dialettica considera le generali cose , secondo la significatione de nomi & de le boci . Et adivegna che quelli che sanno leggi , & divinità , & altre arti facciono pruova per loco , io dico , che ciò è per dialettica , o per rettorica .

226vLIBBRO

Qui divisa li argomenti per provare ciò ch'el parlatore dica . Cap. 48 .

Tutte cose sono confirmate per argomenti , che sono retratti de la proprietà de la cosa . Et sappiate che si chiama corpo colui , per lo cui detto , o per lo cui fatto nasce la questione . Ma cosa si chiama quello detto o quel fatto , di cui la questione nasce . Di queste proprietà dirà lo maestro lo insegnamento tutto , & prima del corpo .

Qui divisa le proprietà del corpo , che danno argomento & pruova . Cap. 49 .

Le proprietà del corpo sono tali , che per loro può lo parlatore dire & provare quel corpo , & tornare à fare alcuna cosa o non fare . Tullio dice .

Che queste proprietà sono . 11.
  • lo nome ,
  • la natura ,
  • la nodritura ,
  • la fortuna ,
  • l'habito ,
  • la volontà ,
  • lo studio ,
  • lo consiglio ,
  • l'opera ,
  • lo detto ,
  • & la cosa .

  • Nome è una propia et certa boce , ch'è posta à ciascuna cosa com'ella sia chiamata . Onde l'uno el nome , & l'altro è il sopranome , & de l'uno , & de l'altro può el parlatore fermare suoi argomenti . Io dico che questo huomo debbe essere fatto fiero , ch'elli ha nome lione . Cosi dice Io dico l'angielo , ch'elli havra nome Giesu , però ch'elli havra nome di salvare lo popolo .
  • Natura è molto grave cosa à scrivere suo essere , che uno dice che natura è cominciamento di tutte cose , l'altro dice che non è . Che se ciò fosse , dunque havrebbe havuto idio cominciamento di parte da natura Ma Tullio dice . Che natura è la volontà di dio , & però può essere che dio è natura siano insieme . ma natura è doppia , una che fa nascere , unaltra di quel che è nato . De le cose che sono nate , altre sono divine , altre sono 227r OTTAVO . 227 mondane . Et de le cose mondane , l'una appartiene à gl'huomini , et l'altra alle bestie . Diciò che appartiene à gl'huomini per natura , sono . 6. luoghi , per liquali lo parlatore può prendere suoi argomenti .
    1. Lo primo si è s'egli è maschio o femina , voi non dovete credere che madonna facesse la battaglia , però che questo non è opera di femina .
    2. Lo secondo luogo si è suo paese . Noi dovemo credere che questo huomo sia savio , però ch'è greco .
    3. Lo terzo si è una terra . Noi dovemo credere che questo sia buono drapieri , poi ch'egli è di proino .
    4. Lo quarto si è suo lignaggio , bene dee carlo essere leale , perciò ch'è figliuolo del Re di francia . [*]
      " Carlo d'Angiò , figlio di Luigi VIII di Francia . Sarà preso di nuovo ad esempio quando Brunetto Latini illustrerà la forma della lettera da inviare al nuovo podestà "( Einaudi 2007 ) .
    5. Lo quinto si è suo tempo , et non è maraviglia se questi è leggiere & attante , però ch'è fortemente giovane .
    6. Lo sesto luogo è lo bene el male , che l'huomo ha per natura del suo corpo , o nel suo cuore .
      1. Nel corpo s'egli è sano , o malato , grande , o picciolo , bello , o sozzo , veloce , o lento .
      2. Nel cuore si è , s'egli è duro cuore , o sottile , o dolce , o aspro , o sofferente , o orgoglioso .
    Et in so ma tutte le cose che l'huomo ha per natura nel corpo o nel cuore , son contate sotto luogo di natura . Ma quelle che sono acquistate sotto insegnamento , son contate sotto el luogo de l'habito , si come el maestro dira qui appresso .
  • Nodritura dimostra come , è tra che gente , & per cui l'huomo è stato norito , cioè à dire , chi furono suoi maestri , & chi suoi amici , & cuoi compagni , che arti elli fa , & diche s'intramette , & com'elli governa suoi amici , & come mena sua vita . Et queste et altre simiglianti proprietà apartegnono à nodritura , & di tutti può prendere suoi argomenti . Alessandro dovea bene essere savio , però che Aristotile fu suo maestro . Questo prete non dee essere vescovo , perche mena 227v LIBBRO sua vita in lussuria .
  • Fortuna comprende ciò che adiviene all'huomo di bene o di male , cioè à dire , questo huomo , è servo , o libero , ricco , o povero , proposto , o sanza propostia , o s'egli è bene agurato , o di buona nominanza , o , & che figliuoli egli ha , o che femina . Ma se tu parli d'huomo morto , considera le sue proprietà , cioè à dire , che huomo egli fu , & come morio , che di tutte queste cose puoi tu prendere argomento , per luogo di fortuna . Si come disse Giovenale , & non ha nel mondo diss'egli si grave cosa , come ricca femina . [*]
    " Giovenale , ' Sat. ' VI , 460 : ' intolerabilius nihil est quam femina diues ' "( Einaudi 2007 ) .
    [*] See Juvenal's " Satires " Bk 2 , VI , l. 460 .
  • Habito si è un compimento , che l'huomo ha d'una cosa permanente nel suo cuore , ò nel suo corpo .
    1. Nel cuore si è el compimento de le virtu , che sono divisate nel secondo libbro , el compimento de l'arti & de le scienze che l'huomo adoperare , lequali l'apprende nel suo cuore .
    2. Nel corpo sono li compimenti , che l'huomo non acquista per natura , ma per suo studio , o per insegnamento , si come di bene combattere , & di bene bagordare , & di bene cavalcare .
  • Volontà si è uno leggere mutamento , che alcuna volta viene al corpo , & al cuore , per alcuna cagione , si come allegrezza , cupidita , paura , cruccio , malatia , fievelezza , & altre simiglianti cose .
  • Studio si è una continua impresa , ch'el cuore fa con grande volontà , si come è studiare in philosophia , & in altre scienze . Diciò può el parlatore formare suoi argomenti in questa maniera , questo huomo è buono avocato , ch'elli studia sollecitamente in legge .
  • Consiglio è una scienza lungamente pensata , sopra à fare alcuna cosa . ma egli ha differenza tra consiglio & pensamento , che pensamento è à considerare tra una parte & l'altra , ma consiglio si è la sentenza quando prende l'una delle due parti , però convenia à tutti i consi 228r OTTAVO . 228 gli , che la materia del consigliatore el tempo siano convenevoli , à ciò che l'huomo vuole provare , che se io dicessi , questo huomo ha bene barattato di suo cavallo , però che sene consigliò col suo prete . Certo lo consigliatore non è convenevole . ma se io dico , questo huomo è bene confessato , però che s'è molto consigliato col suo prete queso è argomento buono & credevole .
  • Opera in questo conto non è la propria cagione , sopra che l'huomo parla . anzi è una usanza che l'huomo ha di fare alcuna cosa , o di non fare , & diciò può el parlatore prendere suoi argomenti , à mostrare s'egli fe quella cosa incontanente , o vero s'egli lo farà , si come uno de li cavalieri di Catellina disse , io credo diss'elli . Catellina fara la congiura contra noi , per ch'elli ne usato , di tutte l'usanze che l'huomo suole havere d'una cosa dire & non dire , & cosi di tutta la materia che è divisata . Da l'opera qui di sopra , l'argomento fa l'huomo in questa maniera , io non credo che questo huomo dica di me male , però che non suole dire male d'altrui .
  • Lo detto è de le cose che sono per ventura , non pensatamente , & seguisce la natura de l'opere . Adonca el detto che l'huomo può trare so argomento diciò ch'è adivenuto , & diciò ch'è adivenire , in questa maniera , voi dovete bene credere , che questo huomo uccise questo altro , però ch'elli havea el coltello in mano sanguinoso , o in questa maniera , & non è maraviglia se questo huomo ride , ch'egli ha trovato un grande monte d'oro .

Qui tace el conto de le proprietà del corpo , per divisare de la cosa .

De la proprietà de la cosa . Cap. 50 .

Et dice lo maestro , che le proprietà de la cosa son tali , che per loro può el parlatore dire et pruovare la tentione 228v LIBBRO di quella cosa . Tullio dice .

Che queste proprietà sono in . 4. maniere .
  • L'una si è che tiene con la cosa .
  • L'altra si è ne la cosa facendola .
  • La terza si è giunta alla cosa .
  • La quarta si è intorno alla cosa .

  1. Le proprietà che si tegnono con la cosa , sono in tre maniere ,
    1. cioè la soma del fatto ,
    2. la cagione ,
    3. & l'apparecchiamento del fatto .
    1. La soma del fatto , & de la cosa ch'è , fatto o ch'è presente , o ch'è adivenire in una somma brevemente , in questa maniera , questo huomo fa homicidio , quest'altro fa ladronezzo , & quest'altro fa tradigione .
    2. La cagione de la cosa si è dopiia ,
      1. l'una pensata ,
      2. & l'altra non pensata .
      1. La cagione che è pensata si è quando l'huomo fa una cosa pensatamente con consiglio .
      2. La cagione non pensata , si è quando alcuno si muove affare alcuna cosa per alcuno subbito movimento , sanza consiglio .
    3. Lo apparecchiamento è in tre maniere ,
      1. l'una ch'è inanzi , al fatto , in questa maniera , questo huomo appostò acciallo lungamente con la spada ignuda in mano .
      2. L'altro apparecchiamento si è in sul fatto , in questa maniera , quand'egli l'henne giunto , egli il gittò in terra , & diegli tanto che morio .
      3. Lo terzo apparecchiamento si è dopo il fatto , in questa maniera , quando egli l'hebbe morto , & egli lo sepelli nel bosco .
    Questi & altri sembianti si tegnono co la cosa si fermamente , che à pena può una cosa essere fatta sanza loro , & però non può el parlatore stabilire suoi argomenti , à pruovare la cosa bene & fermamente .
  2. Le proprietà che sono ne le cose facendo , sono . 5.
    1. luogo ,
    2. tempo ,
    3. modo ,
    4. la stagione ,
    5. el prode .
    1. Lo luogo è quella parte , ove la cosa fu fatta , & certo elli si fa molto à provare suo detto , ch'el parlatore se guarda bene tutte le proprietà del luogo , cioè s'el luogo 229r OTTAVO . 229 è grande , o picciolo , o allungi , o presso o diserto , o habitato , o diche natura è el luogo & tutto'l paese d'intorno , cioè à dire , s'elli v'ha monti o valli , o riviera , o fiume , o sanza acqua , & se l'aria è buona , o ria , & se il luogo è sagrato , o , & segli è , o fu detto di lui , che fe la cosa , o .
    2. Tempo è lo spatio che l'huomo ha di fare la cosa , cioè à dire , per annno , o per mese , o per settimana , o per di , o per hora , o per novellamente , o anticamente , o tosto o tardi , che l'huomo de guardare se una gran cosa può essere fatta in quel tempo . Et sapiate che queste due proprietà cioè luogo et tempo , sono si utili al provare la cosa , che propri quelli che missero inscritto l'antiane istorie , et quelli che fanno carte & lettere , scrivono lo luogo , el tempo , per meglio affermare la bisogna .
    3. Stagione è compresa sotto il tempo . ma tanto ha differenza tra l'uno et l'altro , ch'el tempo sguarda lo spatio et la quantita del tempo passato , & del presente , et di quel ch'è adivenire . Ma la stagione sguarda la maniera del tempo , cioè à , dire segli è notte , o giorno , o se mostra tempo chiaro , o scuro , o se festa , o ferìa , o se tempo di seminare , o di segare , o se quel l'huomo dorme , o se gride , o seppelisce suo padre . Vedi dunque , che una stagione apartiene à tutto un paese , si come è segare . Unaltro apartiene à tutta una citta , si come è lo di de la festa , et di luoghi costumati opere leggieri , lo proposto , o vescovo , o unaltro apartiene à un solo , cioè à chiese & sepolture .
    4. Maniera è à mostrare come quello huomo fece quella cosa , et à che cuore , cioè à dire , s'el fe scientemente , o , o per suo grado , o contra suo grado .
    5. Podere si è in due maniere .
      1. L'una è che aiuta à fare la cosa piu leggiermente .
      2. Et unaltra sanza la quale non può essere fatta , di ciò può lo 229v LIBBRO parlatore stabilire suoi argomenti ,
      in questa maniera , egli non è maraveglia , se questo cavaliere vinse la giostra , però che gli è meglio à cavallo che l'altro . Et cosi questo huomo non fara la giostra , però che non ha cavallo . Et questi non fe il coltello , però che non havea ferro .
  3. De le proprietà , che sono aggiunte alla cosa , fa el parlatore suoi argomenti in questo modo , quando egli gli trahe dun'altra cosa piu grande , o piu picciola , & simigliante ad una contraria , o del generale , o de lo spetiale , o de la fine de la cosa . Et sappiate che cosa pari , si è piu grande & piu picciola , si è considerata
    1. per la forza ,
    2. & per lo numero ,
    3. & per la figura di lui .
    1. Forza è in due maniere .
      1. L'una ch'è nel corpo , si è la forza , quando suo nome significa la proprietà di lui . Che essere chiamato Salamone , non significa altro che sapienza . Et ha essere chiamato nerone , non significa altro che crudelta & follia .
      2. Ne la cosa è la forza , quando'l nome de la cosa significa la proprietà di lui , però che à dire patricida , significa di gran crudelta à dio , & à gl'huomini .
    2. Altresi considerare lo numero , quando lo parlatore dice uno due o tre genti .
    3. Altresi considerare la figura del corpo , quando l'huomo dice , egli è grande o picciolo , & la figura de la cosa , quand'ella hae piu di proprietà . Che piu è à dire , questo huomo uccise un prete su l'altare nel giorno di pasqua , che à dire , egli uccise uno huomo privatamente . Simile cosa non è pari cosa , che pari cosa significa la grandezza & la misura . ma simile non significa altra cosa , che la qualita , che simiglianza è la proprietà , che fa due diverse cose essere simiglianti tra loro . Ragione come quest'huomo è leggiere com'el tigro , & questo prete dovrebbe sermonare al popolo , come 230r OTTAVO . 230 san Piero . Contrarie cose son quelle , che sono dirittamente l'una contra l'altra , si come freddo contra à caldo , & morte contra vita , & male contra bene , & veghiare contra dormire , & orgoglio contra humilità . Diche il parlatore può soi argomenti fare in questa maniera . Se tu danneggi colui che ti libberò da morte , che farai dunque à colui che ti vole uccidere ? Generale cosa è ciò ch'è di sopra , cioè à dire , quello che comprende molto cose sotto se . Che vertu è generale , però che comprende giustitia , senno , temperanza , & molte altre bontà sotto se . Spetial cosa è quella , ch'è sotto la generale . Che avaritia è spetiale , però che l'è sotto cupidità , & senno è sotto virtu . La fine de la cosa è ciò che gia n'adiviene , & che n'è adivenire , & di queste cose si trahe lo parlatore suoi argomenti , quando mostra quello che de adivenire , o che adivenire ne suole de le cose simiglianti . In questa maniera per orgoglio viene oltraggio , & per oltraggio viene odio .
  4. La quarta maniera de le proprietà de le cose son quelle , che adivegnono intorno la cosa , non cosi dentro , come le altre dette dinanzi . In che l'huomo dee inanzi guardare come quella cosa è chiamata , & di qual nome , & chi fu el capitaneo , o el trovatore de la cosa , & chi l'aiutò à fare . Appresso de egli guardare , quale leggi , o qual uso che giudicamento è sopra à quella cosa , o quale arte , quale scienza , o qual mestiere . Altresi de egli guardare , se cotali cose sogliono adivenire spesso , o per natura , o , & proprietà & molte altre cose che sogliono adivenire appresso'l fatto presente , o tardi , & se ciò è honesto , o utile , dee considerare lo parlatore in tale maniera , che di tutte le proprietà elli sappia conformare suo detto , & ritrarre suoi argo 230v LIBBRO menti à provare la cosa , però che male s'intramette di parlare , chi non pruova sue parole ragionevolmente , si che sia creduto di quello che dice , o de la magigor parte . Et però vuole lo maestro mostrare , come lo parlatore dee fare suoi argomenti .

Di due maniere di tutti argomenti . Cap. 51 .

Tutti argomenti ch'el parlatore fa per proprietà di vanitade . Tullio dice , che egli dee essere necessario , [*] see Cap. 52 o verisimile . [*] see Cap. 53 Che argomento si è un detto trovato sopra alcuna materia , che la dimostra verisimilmente , o che la pruova necessariamente .

De li argomenti necessari . Cap. 52 .

Necessario argomento si è quello , che mostra la cosa in tal maniera , che altrimento essere non può . Ragione come . Questa femina giace in parto , dunque giace quella con huomo . Et sappiate che argomento che pruova la cosa di necessità , può essere detto in tre maniere ,

  1. o per riprozzo ,
  2. o per numero ,
  3. o per semplice conclusione .

  1. Riprozzamento si è , quando'l parlatore divisa due , o tre , o piu parti , de le quali se suo adversario conferma l'una , quelli ch'elli hae sie certo ch'elli sara concluso . Io dico che Tomaso , o egliè buono , o egliè reo . Et se tu dicessi ch'el fosse buono , io dirò , dunque , perche biasimi tu ? Et se tu dicessi , che fosse rio : io dirò , perche conversi tu con lui ? Et cose v'ha di riprozzamento che qualunque parte tu prendera , io mettero mio argomento , che ti conclude per necessità . Et sappiate che questo argomento è in tre modi .
    1. L'uno è per forza di due contrarie cose , che l'huomo dee dire tutto insieme l'una dopo l'altra , si come l'essempio ch'è detto di sopra .
    2. L'altro si è per forza di due cose che sono contrarie tra loro , per forza di due nega 231r OTTAVO . 231 tioni in questra maniera . Io dico , che questo huomo ha danari , o elli non ha nullo . Cotale argomento fe Santo Agostino alli giudei , quando disse loro . Lo santo de santi , o elli è venuto , o . s'elli è venuto , è perduto vostro nocimento : [*]
      " Cioè : ' Non sarete più gli unti del Signore ' "( Einaudi 2007 ) .
      & se non è venuto , non è el nocimento perduto . Dunque havete voi Re , dunque v'è Christo , o un'altro : ma altro Re non havete voi , dunque egliè Christo . [*]
      " Cfr. sant'Agostino , ' Contra judaeos , paganos et arianos , in ' PL ' XLII , col . 1124 : ' Dic , sancte Daniel , dic de Christo quod nosti . ' Cum venerit , ' inquit , ' Sanctus sanctorum , cessabit unctio . ' Quare illo praesente cui insultantes dicebatis , ' Tu de te ipse testimonium dicis , testimonium dicis , testimonium tuum non est verum , ' cessavit unctio vestra , nisi quia ipse est qui venerat Sanctus sanctorum ? Si , ut vos dicitis , nondum venit , sed exspectatur ut veniat Sanctus sanctorum , demonstrate unctionem : si autem , quod verum est , cessavit unctio vestra , agnoscite venisse Sanctum sanctorum ' ( ' Di ' , san Daniele , di ' cosa hai saputo di Cristo . Quando verrà , disse , il Santo dei santi , cesserà l'unzione . Perciò , quando sarà presente colui al quale , insultandolo , dicevate : Ti fai testimone di te stesso , ma la tua testimonianza non è vera , perché cesserà la vostra unzione se non per il fatto che lui che è venuto è il Santo dei santi ? Se , come dite , il Santo dei santi non è ancora venuto , ma si attende che venga , dimostrate la vostra unzione ; se invece , come è vero , è cessata la vostra unzione , riconoscete che il Santo dei santi è venuto ' ) "( Einaudi 2007 ) .
      [*] See Augustine's " Sermo contra Judeos , Paganos , et Arianos . "
    3. [*] There seems to be no third element . Einaudi has , instead of the line above " Et sappiate che questo argomento è in tre modi " has " E sappiate che questo argomento è di due tipi : ( ... ) " .
  2. Numerò nel suo detto molte cose , immantenente le trahe tutte via se non una solamente , laquale è pruova per necessitade . Io dico cosi , & conviene per viva forza , che se questo huomo uccise quell'altro che elli lo fe per odio , che intra loro fu , o per paura , o per isperanza , o per amore d'alcuno suo amico Et s'egli non ha nulla di queste cagioni , dunque non l'uccise elli , che sanza cagione non può essere fatto cotale malificio . Ma io dico , che intra loro non havea odio alcuno , ne paura , ne speranza di essere suo herede , o d'havere alcun'altro utile di sua morte , ne elli , ne alcuno suo amico . Dunque dico io , ch'elli non lo uccise . Questa maniera d'argomento è per numero proprietabile , à colui che difende sua bisogna . Si come l'essempio dimostra di sopra . Altresi è quello utile à colui , che accusa . Io dico che mio argento , o elli fu arso , o elli è ne la fonda , o tu l'hai imbollato . Ma arso non fu egli , ne ne la fonda non è , dunque rimane questo che tu l'hai imbolato .
  3. Semplice conclusione è quando el parlatore conchiude necessariamente , ciò che elli vuole provare per forza d'una cosa ch'è detta dinanzi . Tu di ch'io feci questo homicidio d'agosto , ma in quel tempo era io oltra mare , dunque pare elli per necesseta , ch'io nol feci .

Hora havete udito le tre maniere de necessari argomenti , de quali lo parlatore si die fieramente guardare , che 231v LIBBRO suo argomento non habbia solamente el colore , & la simiglianza di necessita , anzi sia di si necessaria ragione , che lo adversario non possa nulla contradire .

Qui dice come si divisanno li verisimiglianti argomenti . Capitolo . 53 .

Lo verisimigliante argomento è quella cosa , ch'è usata di venire spesso , o de le cose ch'elli hanno alcuna simiglianza , overo simili de le cose usate di venire , prende lo parlatore suo argomento , in tal maniera . Se questa femina è madre , dunque ama ella suo figliuolo : & questo è desperato , dunque non tiene elli sacramento . [*] " Perché non manterrà la parola data ; cfr . Cicerone , ' De inv . ' I , XXIX , 46 : ' si avarus est , neglegit ius iurandum ' ( ' se è avaro , non rispetta il giuramento ' ) "( Einaudi 2007 ) . [*] See Cicero's " De inventione " Bk. I , 46. De le cose che l'huomo pensa che sieno , prende el parlatore argomento in tal maniera . Se questo huomo è peccatore , la sua anima andera alla eternale morte . Et se questo huomo è philosopho , dunque non crede elli ne l'idoli . De le cose che hanno alcuna simiglianza , prende el parlatore suo argomento in tre modi ,

  1. o per contrario suo ,
  2. o per sue parole ,
  3. o per quelle che sono d'una medesima ragione .

  • Et per lo contrario fa l'huomo suoi argomenti in questa maniera : se peccatori vanno in inferno , dunque li giusti vanno in paradiso . Per le simiglianti , si come luogo sanza porte non è sicuro alle navi , cosi lo cuore sanza fede non è durabile all'amico . Che luogo sanza porto , et cuore sanza fede , sono simili amutabili : & nave & amico , sono simili in figura .
  • Per stabilimento de gl'huomini si è , quando elli stabiliscono per loro medesimi sopra una cosa dottosa , che ne debbia essere .
  • Per le cose che sono d'una medesima ragione , prende el parlatore suoi verisimili argomenti in questa maniera . S'elli non è laida cosa à cavallieri donare le robe , dunque non è laida à ministrarli s'elli lo ve 232r OTTAVO . 232 stono .

Hor sappiate , che questi argomenti & altri sembrabili sono necessari in questa maniera . S'elli andò mal grado , dunque elli fu ferito . Ma el verisimile si è cosi . S'elli ha molta polvere su calzari , dunque è elli ito lunga via . Cotali argomenti sono probabili , ma elli non sono necessari . Però che potrebbe venire molta polvere su calzari , sanza essere ito lunga via , ma mal grado non potrebbe havere l'huomo sanza inaventura . Per ch'io ho detto che tutti argomenti verisimili ,

  1. elli son segni ,
  2. egli sono credevoli ,
  3. o sono stabiliti ,
  4. o sono simiglianti

  • Segno si è una dimostranza , che presontione che la cosa fu , o sarà , secondo la significanza di colui . Ma ella non è vera pruova , & però richiede maggiore confirmamento . Et questi segni sono secondo li cinque sensi del corpo , cioè del vedere , de l'udire , del fiatare , del saporare , & del toccare . Che se io dico . Egli ha d'intorno à qui carogna , perche ci è grande puzza : certo questo è segno , ma non è si certo che non vi bisogni anchora maggiore pruova .
  • Credevole è quello , che sanza testimonianza fede & credenza in questa maniera . Et non è nullo che non desideri che suo figliuolo sia santo & buonagurato .
  • Stabilimento è in tre maniere ,
    1. o per legge ,
    2. o per comune vso ,
    3. o per istabilimento d'huomini .
    1. Per legge è stabilita la pena de ladroni & d'homicidiali .
    2. Per comune uso è stabilito , che l'huomo renda honore à vecchi & à maggior di lui .
    3. Per istabilimento de gl'huomini si è , quando gl'huomini istabilissero per loro medesimi sopra una cosa dottosa che debbia essere . Ragione come . Gates , quando fu senatore di Roma , non fe nulla sanza el senno di suo compagnoni , [*]
      " Tiberio Sempronio Gracco , censore nel 169 con Caio Claudio Pulcher , fu console non l'anno dopo , come dice Brunetto Latini , mma nel 163 ( e , precedentemente , nel 177 ) "( Einaudi 2007 ) .
      quali li tornavano à senno , & quali à follia . Ma la comunita del 232v LIBBRO popolo stabili ch'elli fosse consolo l'anno appresso , & cosi fu fermato , elli havea fatto grandissimo senno .
  • Simile si è quello , che mostra alcuna simile ragione intra due diverse cose . & ciò è per tre ragioni ,
    • o per imaginatione ,
    • o per comparatione ,
    • o per essemplo .
    1. Immagine si è , ciò che dice che due o piu diverse cose , hanno alcuna similitudine tra loro , secondo la proprietà del corpo , & de la natura , in questa maniera . Questo huomo è piu ardito , che uno leone , & quest'altro è piu codardo che lepre .
    2. Comparatione è , che mostra che alcune diverse cose habbiano intra loro simiglianza , secondo le proprieta del cuore , in questa maniera . Questo huomo è ingegnoso come Aristotle , & questo altro è grosso come asino .
    3. Essemplo è quello argomento , che mostra alcuna simiglianza ne le cose per lo detto , & per lo comandamento , che l'huomo truova ne libbri de savi , & però ch'è adivenuto à savi huomini , o alle cose che furon di quella simiglianza .

Ma di questi argomenti si tace hora lo conto , perch'elli ritornera à glialtri , liquali appartegnono à confirmamento .

De l'argomento in due maniere , o d'appresso , o da lungi . Capitolo . 54 .

Appresso ciò ch'eli maestro ha mostrato li luoghi , [*] See Cap. 47-48 ? & li argomenti , [*] See Cap. 51-53 & la proprietà , [*] See Cap. 49-50 & la ragione come el parlatore può prendere argomenti di provare sua materia & suo detto , [*] ? ? ? à lui parve , che s'elli divisasse questi argomenti per parti , la ragione sarebbe piu bella , & piu intendevole . Simigliantemente però che questa è una scienza , che pochi parlatori sanno , perche la è grave à sapere & mostrare . Et però dice elli in questa maniera , che tutte maniere d'argomenti , di qualche proprietà , o di qualunque ragione elli 233r OTTAVO . 233 siano certi , el convien ch'elli siano d'appresso , o da lungi per alcuna fiata . La materia del parlatore si è , ch'elli nol potrebbe provare , s'elli non prendesse da lungi . [*] " Si potrà integrare congetturalmente : " Perché qualche volta la materia dell'oratore è tale ' che egli potrebbe provarla da vicino , e qualche volta è tale ' che egli non potrebbe provarla se non lo facesse da lontano "( Einaudi 2007 ) . Et però è diritto , à divisare l'insegnamento de l'uno & de l'altro .

Di quello argomento ch'è da lungi . Cap. 55 .

Da lunga & d'appresso quello argomento , che parla simiglianza de le certane cose , lungamento à suo adversario à conoscere quella cosa , ch'el parlatore vuole mostrare . Ragione come io parlai ad Aldobrando , che non amava sua moglie , ne ella lui , in questa maniera . Dime Aldobrando . S'el vostro vicino ha miglio cavallo di voi qual vorresti voi inanzi , o'l suo , o'l vostro ? Lo suo , disse egli . Et s'egli havesse piu bella casa di voi : qual vorresti voi inanzi , o la sua , o la vostra ? La sua , diss'elli . Et s'elli havesse miglior femina di voi , qual vorresti voi inanzi ? A questo motto , non disse nulla . Et io andai alla moglie , & dimandaila in questa maniera . Se votra vicina havesse maggiore tesauro di voi , qual vorresti voi inanzi tra'l suo o'l vostro ? Lo suo , disse ella . O s'elli havesse megliori & piu belli drappi , & piu ricchi arnesi di voi : quali vorresti voi , o suoi , o vostri ? Li suoi , disse ella . Et se ella havesse miglior marito di voi , qual vorreste voi piu tosto tra'l suo , o'l vostro ? A questa parola si vergognò , & non disse nulla , quando fui à ciò venuto , immantinente dissi loro , però che nullo non rispose à ciò che volea dire , io dirò che ciascuno pensa . Voi vorresti havere buona moglie , & voi buon marito : perciò io dico , che se voi fate tanto che ciascuno sia lo megliore , voi non finirete giamai di quel che l'huomo sia . Dunque vi conviene pensare , che voi siate buona moglie & buon marito . Guardate dunque , che 233v LIBBRO per la simiglianza de le terrene cose da lungi , io recava à consentire ciò ch'io volea . Che se io domandasse semplicemente , se quello volesse migliore moglie , & quella migliore marito , certo elli non sarebbero consentiti à mia dimanda . Cotali argomenti usa molto Socrate in suoi detti . Et tutte volte ch'elli volea nulla provare , mettea egli inanzi cotale ragione , che l'huomo non potea negare . Et allhora facea egli sua conclusione , di ciò che era nel suo prologo , & nel suo proponimento . Dee il parlatore guardare tre cose .

  1. Prima che quella cosa ch'elli prende da lunga per simiglianza di sua cosa , sia certa & sanza dottanza , che cosa dottosa dee essere provata per certe ragioni .
  2. Appresso de egli guardare , che ella sia nel tutto simigliante à quel che vuole provare , che se ella fosse strana , o non simile , egli non potrebbe formare sua pruova .
  3. Appresso dee elli guardare , che gl'uditori non sappiano , in che lo parlatore intende , ne perche faccia sua dimanda , che s'elli se n'accorgesse , elli si tacerebbe , o elli negarebbe , o elli risponderebbe per contrario .

Et quando tu haverai à ciò menato tuo adversario , & conviene che faccia Una di queste tre cose ,

  1. o ch'elli taccia ,
  2. o ch'elli nieghi ,
  3. o che confermi sua pruova .

Et s'egli la niega , o tu la pruova per la simiglianza di quel che tu havevi dinanzi detto , o d'altre simili cose che tu dichi immantenente . Ma s'egli conferma , o egli si tace , immantenente dei tu conchiudere la dimanda , & poner fin al suo dettO . Che Tullio dice ,

quelli argomenti potete voi intendere , che in questo argomento da lungi conviene havere tre cose .
  1. La prima si è la simiglianza ch'el parlatore dice inanzi .
  2. La seconda si è la propia cosa , ch'elli vuole provare .
  3. La terza è la conclusione , che mostra ciò che si segue di 234r OTTAVO . 234 suo argomento , o mostra pruova .
Ma acciò che sono molte genti di si duro cervello , che per lo insegnamento che sia posto sopra alcuna scienza , nol potrebbe intendere , se elli nol vedesse per mostrarlo per essemplo . Vuole lo maestro mostrare anche uno essemplo del piatto , che dura lungamente tra Greci , che havevano una legge , che s'el vecchio contestabole , non rimandasse tutti li cavalieri al novello contestabole , che elli dovesse perdere la testa . Hora venne che Epaminunda [*]
" Uomo politico e generale tebano , nato tra il 420 e il 515 e morto nel 362 a. C. L'episodio qui ricordato , relativo alla seconda spedizione nel Peloponneso ( 369 ) , è narrato da Cornelio Nepote ( ' Corneli Nepos Vitae ' , recognovit ... E.O. Winsted , Oxford 1971 , XV , VIII ) . Nella tradizione del ' Tresor ' il nome di questo personaggio è variamente storpiato "( Einaudi 2007 ) .
non rimandò tutti li cavalieri al contestabole novello quando dovea , anzi se ne andò con tutta la sua hoste contra à Macedoni , & vinseli per forza d'arme . Et quando elli ne fu accusato , elli dicea , che quelli che fece la legge , intese ch'el vecchio contestabole ritenesse li cavalieri per lo prò del comune , & che elli non fosse di ciò dannato . Et suo adversario facea suo argomento contra lui , in tal maniera . Signori giudici , ciò che voi trovate scritto , sofferetelo voi ? . & se ciò fosse che non lo sofferiste , per la vittoria che eglia ha havuto , questo sarebbe cantra la dignità di voi , & contra vostro honore . Et pensate voi che el popolo el sofferi ? certo non farà . Et se questo è che elli sia diritto à farlo , certo io conosco tanto senno in voi , che non vi parrebbe , perciò io dico , se la legge non può essere amendata , ne per noi ne per altrui , dunque non puotete voi rimutare la sentenza , puoi che voi non puotete rimutare uno solo motto .

Qui tace lo Maestro à parlare de lo insegnamento da lungi , di che elli ha detto assai , & torna allo argomento d'appresso .

234vLIBBRO

De l'argomento d'appresso . Cap. 56 .

Dappresso è quello argomento , che per alcuna prosperità del corpo o de la cosa mostra ch'el detto sia verisimile , & confermalo per sua forza , & per sua ragione sanza nullo argomento da lunga . Di questo argomento dice Aristotle , che si fa .5 . parti . [*] " Così in Cicerone , ' De inv . ' I , 61 "( Einaudi 2007 ) . [*] See Cicero's " De inventione " Bk. I , 61.

  1. La prima è proponimento , [*] propositio cioè à dire , quando tu proponi brevemente la somma di tuo argomento . Ragione come . Tu dici che tutte cose son meglio governate con consiglio , che sanza consiglio , questo è tuo proponimento [*] propositio , & è la prima parte di tuo argomento .
  2. Hor ti conviene andare alla seconda , cioè à confermarla per molte ragioni in questa maniera . La magione ch'è stabilita per ragione , è meglio governata di tutte cose , che quella che è governata follemente . L'hoste che ha buono capitano et buono signore , è piu saviamente menata , di quella ch'ha folle capitano & signore . La nave fa bene suo corso , quando ha buoni governatori . Hora è compiuta la seconda parte de l'argomento , cioè el confermamento de lo primo proponimento [*] propositio .
  3. Hora ti conviene andare alla terza parte , cioè apprendere ciò che tu vuoli provare per la prima proposta [*] propositio , in questa maniera . Nulla cosa non è si bene governata per consiglio , come tutt'il mondo . Quest'è l'impresa [*] assumptio che tu vuoli provare . [*]
    " I termini ' proposement ' e ' prise ' sono resi con i corrispondenti latini utilizzati da Cicerone , ' De inv . ' I , 59 , poiché in italiano la terminologia non è altrettanto precisa univoca . ' Propositio ' et ' assumptio ' sono parti dell'epicherema , cioè una varietà di sillogismo trattata diffusamente da Quintiliano , ' Inst. ' V , 14 , e corrispondono nella terminologia italiana alla maggiore e alla minore del sillogismo "( Einaudi 2007 ) .
    [*] See Cicero's " De inventione " I , 59. [*] See Quintilian's " Institutio Oratoria " Bk. V , 14 , 14.
  4. Et immantenente te conviene andare alla quarta parte de l'argomento , cioè à confermare l'impresa [*] assumptio per molte ragioni , in questa maniera . Noi vedemo ch'el corso del sole & de le pianete , & di tutte le stelle , è stabilito in loro ordine , li movimenti del tempo sono per ciascuno anno , o per necessità , o per la utilità de tutte terrene cose , ne l'ordine del di , & de la notte non sono per danno d'alcuno . Tutte que 235r OTTAVO . 235 ste cose son segni , ch'el mondo è governato per grandissima provedenza . Hora è compiuta la quarta parte de l'argomento , cioè lo affermamento de la impresa [*] assumptio .
  5. hora si conviene andare alla quinta parte de l'argomento , cioè alla conclusione , che può essere detta in due maniere .
    1. O sanza ridire niente del primo proponimento [*] propositio ne de la impresa [*] assumptio , in questa maniera . Dunque io dico , ch'el mondo è governato per consiglio .
    2. O ridicendo el primo proponimento [*] propositio è la impresa [*] assumptio , in questa maniera . Se tutte le cose son meglio governate con consiglio , che sanza consiglio , & nulla cosa non è si ben governata per consiglio , come tutto il mondo dunque dico ch'el mondo è governato per consiglio .

Queste sono le .5 . parti de l'argomento d'appresso , cioè

  1. el proponimento , [*] propositio
  2. el confirmamento ,
  3. l'impresa [*] assumptio ,
  4. el suo confermamento
  5. & la conclusione .

Ma sono molte genti che dicano , che in questo argomento non è mai che 4. parti sanza piu . Ch'elli credono ch'el proponimento [*] propositio el confermamento sieno una cosa medesima , & l'impresa [*] assumptio el suo confirmamento è una cosa , & la conclusione è unaltra cosa . Ma egli sono malamente ingannati . Ragione perche . sanza che una cosa non può essere , non è quella cosa medesima , anzi è unaltra cosa per se , & cosi sono due cose , & non una . Se io possa essere huomo sanza sapere leggere , dunque sono io una cosa , & leggere è unaltra . Cosi d'uno proponimento [*] propositio che può essere fermato in questa maniera . S'el di che fu fatto questo homicidio , fu fatto à Roma , io era à parigi , dunque non fu io à questo homicidio . Qui non ha mestieri nullo confermamento , immantenente fatai tua impresa [*] assumptio , et dirai in questa maniera . A parigi era io sanza fallo , quando tu havrai ciò detto , dei confermare & provare , & fare poi 235v LIBBRO tua conclusione & dire , dunque non fu io à questo homicidio . Et altre si una impresa [*] assumptio puo essere fermata & stabilita sanza nullo confermamento , in questa maniera . Se tu vogli essere savio , dei tu istudiare in philosophia , questo è il primo proponimento [*] propositio che richiede d'essere confirmato , però che molte genti pensano che lo studio de la philosophia sia rio . Et quando tu l'havrai confermato di buone ragioni , tu farai tua impresa [*] assumptio in questa maniera , tutti gl'huomini desiderano essere savi . Questa impresa [*] assumptio è si certa , che non si conviene confermare . Ma immantenente fa tua conclusione in questa maniera . Dunque dee ciascuno istudiare in philosophia . Per queste ragioni , per questi essempli puoi tu bene conoscere , che sono tali proponimenti [*] propositiones et di tale imprese [*] assumptiones , che vogliono essere confermate , et di tali che . Et però s'accorda Tullio alla sentenza d' Aristotle , & dice , che in questo argomento è .5 . parti . Et che quelli sono in errore , che pensano ch'elle sieno tre parti tanto . Ma per tanto , & può bene essere alcuna volta , che l'argomento è di tale natura , che non usano se non le .4 . o le tre parti sanza piu . Et alla verità , l'argomento ha tutte 5. le parti , quand'elli dice lo proponimento [*] propositio , el suo confermamento & l'impresa [*] assumptio et la conclusione . ma quando el proponimento [*] propositio & l'impresa [*] assumptio sono stabiliti , che l'uno di loro non ha mestieri di nullo confermamento , non ha che .4 . parti . Et s'el proponimento [*] propositio & l'impresa [*] assumptio sono tali , che l'uno ne l'altro non dimanda confermamento , all'hora non ha l'argomento , ma che tre parti , cioè confirmamento , [*] This is clearly a mistake , as the logic of the sentence indicates . One ought to read ' proponimento ' instead of the erraneous ' confirmamento ' impresa [*] assumptio , & conclusione . Ma e sono molte genti che dicono , che questo argomento , può essere da due parti , che s'el proponimento [*] propositio et la impresa [*] assumptio sono stabiliti , che la conclusione havea niente , si che non la con 236r OTTAVO . 236 viene dire , all'hora non ha elli , ma che due parti . Et s'el proponimento [*] propositio è si forte , ch'el parlatore non può formare sua conclusione sanza impresa [*] assumptio all'hora non ha , ma che due parti in questa maniera . Questa femina partorio , dunque conobbe ella huomo . Et s'el proponimento [*] propositio è si forte stabilito , che l'huomo intende bene la conclusione sanza udirla , all'hora non è egli , ma che una parte . Che se tu di questa femina è grossa , ciascuna intende , ch'ell'ha conosciuto maschio , si che non li resta nulla à dire sopra queste parole . Et dice Tullio , ch'elli non pensa che diritto argomento possa essere fatto secondo quest'arte , di meno di tre parti . Et tutto che diverse scienze habbiano diversi insegnamenti , non per tanto la scienza di Rettorica vuole argomenti chiari et certi , che si facciano credere à gl'uditori . Et però ha el maestro divisato diligentemente tutte maniere di provare quello che l'huomo vuol dire à conformare suo detto , secondo che appartiene alla quarta parte del conto , cioè à confirmamento , & ritorna à sua materia per dire de la quinta parte del differmamento .

De la quinta parte , cioè del differmamento . Cap. 57 .

Appresso la dottrina del confermamento , viene la quinta parte del conto , cioè del differmamento . Diche Tullio dice . Ch'el differmamento è chiamato , quando'l parlatore menima & strugge l'argomento del suo aversario in tutto , o in maggior parte . Et sappiate che differmamento esce di quella medesima fontana , ch'el confermamento . Che come una cosa può essere confermata per la proprietà del corpo , & de la cosa , cosi può essere differmata . Et però de tu prendere gli argomenti medesimi , ch'el maestro divisa in à dietro , nel capitolo del confermamento . [*] See Cap. 47-56 Et non dimeno , 236v LIBBRO egli ne dirà alcuno , per meglio dimostrare la forza & la natura del confermamento . Et ciascaduno può intendere piu leggermente , quando l'uno contrario è messo appresso l'altro . Tutti argomenti difermano in .4 . maniere .

  1. La prima è se tu vogli negare l'impresa [*] assumptio del tuo adversario , quel medesimo che gli vuole provare . [*] Cap. 58.59
  2. Appresso ciò ch'el confirmi , tu nieghi la conclusione . [*] Cap. 60
  3. Appresso che se tu dici che suo argomento sia vitioso .
  4. Appresso che contra suo argomento , tu ne dichi uno altresi fermo ò piu .

Et però vuole lo maestro mostrare la dottrina , che si conviene à ciascuno di queste quattro maniere .

De le quatro maniere di differmamento . Cap. 58 .

  1. Lo primo differmamento è à negare ciò che tuo aversario prende à provare per argomenti necessari , & per argomenti verisimili . Et se quello ch'elli dice è argomento verisimile , tu il potrai negare in .4 . maniere .
    1. L'una è , quando egli ha detto una cosa verisimile , tu dici che non è , che suo detto è chiaramento falso . in questa maniera , tuo aversario dice , che non è nullo che non sia piu cupido di danari , che di senno . Certo diciò non dice elli lo vero , che elli ne sono molti , che piu amano senno , che danari . O s'el suo detto è tale , ch'el suo contrario sia altresi credevole , come lo suo detto , in questa maniera . Tuo aversario dice , che non è nullo che non sia piu desideroso di signoria , che di danari . Certo altresi puoi tu dire fermamente el suo contrario , che non è nullo che non desideri piu danari che signoria . O s'el suo detto non è credevole , in questa maniera . Uno huomo ch'è fieramente avaro dice , che per un picciolo servigio d'un suo amico , lasciò un suo grandissimo prò . Et se ciò che suo 237r OTTAVO . 237 le adivenire alcuna volta , tuo aversario dice ch'elli adiviene tutto diversamente , in questa maniera . Elli dice che tutti i poveri desiderano piu danari , che signoria . ma elli ne sono d'altri , che amano piu la signoria . Si come in alcun luogo diserto , fa l'huomo homicidio , & non in tutti . Et se quel che adiviene alcuna volta , tuo aversario dice che non adiviene mai , in questa maniera . Egli dice , che nullo huomo può essere preso d'amore di femina , per un solo isguardo , perche , questa è una cosa che puo adivenire , che per un solo isguardo , & per una sola veduta l'huomo l'ama per amore .
    2. La seconda maniera di negare lo detto di tuo aversario è , quando dice l'insegnamenti d'uno cosa , & tu li differmi per quella medesima boce ch'elli conferma , con tutti insegni , conviene mostrare due cose .
      1. L'una che quel segno sia vero .
      2. L'altra che sia propio segno de la cosa , che vuole provare .
      Si come sangue ch'è segno dimislea , & carbone è segno di fuoco , & poi conviene mostrare che sia fatto quello che conviene , o che non è fatto quello che si conviene , & che l'huomo di cui el parlatore dice , sapea la legge & el costume di quella cosa , che tutte queste cose partegnono à segni , & à simiglianze . Et però quando tu vuoli differmare li segni di tuo aversario , tu dei sguardare com'elli lo dice , che s'egli lo dice che ciò sia segno di quella cosa , tu dei dire che non è , in questa maniera , elli dice che la tocca sanguinosa che tu porti , è segno che tu fosti alla mislea . Et tu di che questo è legger segno , che la tocca sanguinosa può essere segno che tu se sanguinato . O tu di ch quel segno appartiene piu à te che à lui . Che se dice che sia fatto quello che non si conviene in questa maniera , tu hai rosso nel volo , però che tu 237v LIBBRO hai colpa in quello misfatto , & tu di , che ciò non fu per male , anzi per honestà & per diritto . O tu di , che quel segno si è del tutto falso . che s'egli dice che tu havevi el coltello sanguinoso in mano , tu di che sanguinoso non era egli gia , anzi era rugginoso . O tu di che quel sia appartenente all'altra sospettione , che tuo aversario non dice . Che se dice che non è fatto quello che si conviene , in questa maniera . Tu ten'andasti sanza prendere commiato , questo è simigliante al ladronezzio , & tu di che ciò non fu per male , anzi fu perche tu non volevi isvegliare lo signore .
    3. La terza maniera di negare lo detto di tuo aversario si è quando elli fa nel suo detto una comparatione contra due cose , & tu di che quella cosa non è simile à quell'altra , però ch'elle sono diverse maniere , ch'elli dice tu vorresti havere miglior cavallo che tuo vicino dunque vorresti haver miglior femina , & tu nieghi suo detto , perche femina è d'altra ragione che cavallo , & però che son diverse nature , che s'elli dice che l'huomo lo de dottare come leone , & tu nega suo detto , però che huomo è d'altra natura ch'el leone però che sono di diversa forza . Et s'elli dicesse che Pirro dee essere dannato à morte per la moglie di Horeste ch'elli furoe , si come Paris che furò Helena . [*]
      " Come racconta Ovidio nelle ' Eroidi ' ( VIII , ' Hermione Oresti ' ) , Ermione , figlia di Elena e Menelao , era stata promessa in sposa dal nonno Tindaro al cugino Oreste . Nello stesso tempo , però , Menelao l'aveva promessa a Neottolemo , detto Pirro , il quale la pretese per sottraendola con la forza ad Oreste "( Einaudi 2007 ) .
      [*] See Ovid's " Epistles " ' Hermione to Orestes . ' Et tu nieghi suo detto , però ch'el forfatto di Paris fu maggiore , che quel di Pirro , et però ch'elli non sono d'una grandezza . Che s'egli dice , questo huomo de essere giudicato à morte però che ha ucciso un huomo , cosi come quest'altro , che n'ha morti due . Et tu nieghi suo detto , perciò che non fe cosi grande male , come quell'altro . Altresi dico io de la diversita del luogo & del tempo , del corpo , et de la oppinione , et di tutte le diversità , che sono ne gl'huomini et ne le cose . Che 238r OTTAVO . 238 di ciascuna può el buono parlatore riprendere suo aversario , & di fermare suo confermamento .
    4. La quarta maniera di negare'l detto di suo aversario si è quando elli ricorda alcuno giudicio di savio . Che cotali argomenti possono elli confermare in .4 . maniere .
      1. O per la lingua di colui che da el giudicio , si come Giulio cesare disse . Che gli anziani di Roma havieno , per lo loro grande senno , perdonato à quelli di Rodes .
      2. O elli lo può confermare , per la simiglianza di quel giudicamento , alla cosa di cui elli parla , si come fece un predicatore di Roma , quando disse , si come nostri antichi perdonaro à quelli di Cartagine , cosi dovemo perdonare à quelli di gretia .
      3. Altresi lo può elli confermare , perciò è che dice , ch'el gudicio ch'elli mentovò fu confermato per tutti quelli che l'udiro , & ch'el doveano confermare .
      4. Altresi el potea elli confermare però che quel giudicio fu maggiore & piu grave che la cosa , diche elli parla , si come Cato quando disse che mallio torquato giudicò à morte el figliuolo , solo perche combattè con franceschi , contra suo comandamento .

Queste sono le .4 . maniere per confermare lo giudicio , & tu sia immantenente apparecchiato à differmare , ciò che per lo contrario di suo differmamento , se tu unque puoi , cioè à dire s'elli lo loda , & tu lo biasimi , & se dice ch'el giudicamento fu confermato , & tu di che non fu , altresi di tutte le ragioni . Ma però che lo insegnamento del parlatore dee essere commune à un parlatore et all'altro , dice lo maestro , ch'el parlatore che ricorda del giuditio , debbe molto guardare , ch'el giudicio non sia dissimile da quello che parla , però che suo aversario lo potrebbe leggermente riprendere . Et poi dee guardare di non contare tale giudicio , che tocchi ad alcuno de li udi 238v LIBBRO tori , però che gridano immantinente , et dicono che ciò fu contra giustitia , & che il giudice ne dovrebbe essere dannato . Appresso dee elli guardare , che quand'elli può mentovare molti buoni giudici lodati & saputi , ch'elli non mentovi strano & sconosciuto , che quello è una cosa , ch'el tuo adversario può leggiermente riprendere , & infermare suo detto . Hora havete udito come l'huomo dee infermare tutti verisimili argomenti , dunque è da dire de lo differmamento de li argomenti necessarij .

Del differmamento de li argomenti necessarij . Cap. 59 .

Se el tuo adversario fa sopra'l suo detto argomenti necessarij , tu dei immantinente considerare se elli sono necessarij , o elli parono . Et s'elli sono veramente necessarij , tu non hai podere di contradirli . Ma s'elli pareno necessarij & non sono , allhora potrai tu differmare per quelle medesime vie , che sono dette di sopra , nel capitolo de necessarij argomenti , [*] See Cap. 52 cioè

  1. per rimprozzamento [*] dilemma ,
  2. [*] this item is missing from the print copy per numero
  3. o per simplice conclusione .

  1. Rimprozzamento [*] dilemma è , quando el parlatore divisa due , o tre , o piu parti , de lequale se tu confermi l'una , quale che la sia , certo el te conclude s'ella è vera : ma s'ella è falsa , tu poi differmare l'una sanza piu . [*]
    " In realtà ciò che deve essere vero o falso è il dilemma ( ' reploiement ' ) , come si vede dal testo latino , Cicerone , ' De inv . ' I , 83 : ' primum conprehensio quae utrum concesseris debet tollere : si vera est , nunquam reprehendetur ; sin falsa , duobus modis ' ( ' dapprima il dilemma , che deve convincere , quale che sia l'ipotesi che tra le due è stata accolta : se è vero , non sarà mai confutato ; se è falso , lo si confuterà in due modi ' ) . Brunetto Latini deve aver inteso una delle due ' parties ' , forse perché tratto in inganno dal femminile di ' si vera est ' "( Einaudi 2007 ) .
    [*] See Cicero's " De inventione " Bk. I , 83. Ragione come . Tuo adversario vuole concludere , che tu dei castigare lo tuo amico , & sopra ciò divisa due parti , in questa maniera . O elli teme vergogna , o . S'elli la teme , non castigare , che non è buono . Et se non la teme , nol castigare , ch'egli ha per niente tuo castigamento . Questo argomento non è necessario , ma pare : tu dei immantinente differmare amendue le parti in questa maniera . Anzi lo debbo castigare , che s'egli teme vergogna , & non dispreggia , tanto il debbo io piu tosto castigare , però che non è ben sa 239r OTTAVO . 239 vio . Et se tu dira parte sanza piu , tu dirai cosi : s'egli non la teme veracemente el debbo castigare , ch'elli sammenderà per mio detto , & lascierà suo errore .
  2. Numero è , quando el parlatore conta nel suo conto molte cose , per provarne una secondo ch'el conto divisa nel capitolo de necessari argomenti . Allhora ti conviene differmare tuo numero che può havere tre vitij .
    1. Lo primo si è , s'egli numera quella parte che tu vogli affermare , tuo adversario dice cosi . O tu hai comperato questo cavalli , o elli ti fu donato , o elli fu allevato in tua cosa , o elli ti rimase per retaggio , & non ti nacque in casa , dunque l'hai tu imbolato sanza fallo . & quando egliè si conchiuso , tu dei immantenente dire la parte ch'elli lasciò in suo numero , et di che tu l'hai guadagnato al torneamento . Et suo argomento è tutto differmato , se ciò è la verità ch'egli non havea contato .
    2. Lo secondo vitio è , quand'egli numera una cosa , che tu puoi contradire . Che se dice che quel cavallo non ti rimase per redità , tu puo dire che si fece , certo suo argomento è tutto spezzato .
    3. Lo terzo vitio si è , quando una de le cose ch'elli numera , tu la puoi riconoscere & fermare sanza laidura . Ragione come . Tuo adversario dice cosi , o tu stai qui per lussuria , o per agguato , o per lo prò di tuo amico .
  3. Semplice conclusione è , quando el parlatore conchiude quel che vuole , per la forza d'una cosa ch'è detta inanzi . Et questo è in due maniere .
    1. Che s'egli pruova per necessita , tu non puoi contradire . Che se dice questa femina è grossa , dunque giacque con huomo . Et se questo huomo fiate , dunque è egli vivo . Certo non potrai dire contra .
    2. Ma s'egli pare di necessita , si è in questa maniera : se ella è madre , dunque ama ella suoi figliuoli . Certo tu li potrai bene riprendere , & mostra 239v LIBBRO re che ciò non sia per necessita , anzi può essere per maniere .

Del secondo differmamento . Cap. 60 .

Lo secondo differmamento si è , quando tu conosci chel proponimento [*] propositio , o l'impresa [*] assumptio di tuo adversario sia vera , tu nieghi la conclusione , però che quella non nasce di quel che tu havevi conosciuto , anzi conclude altra cosa , che non dee , ne può . Ragione come . Le genti de la cittade andarono ne l'hoste . & adivenne , che quando tu andavi , una infermita ti prese ne la via , che non ti lasciò andare infino all'hoste , si che tuo adversario te ne accusa , & conchiude in questa maniera . Se tu fosse venuto ne l'hoste , nostro contestabole vi ti havrebbe veduto , ma elli non ti vide , dunque non ti volesti tu venire . Hor guarda che in questo argomento , tu affermi bene el proponimento [*] propositio di tuo adversario , cioè , che se tu vi fossi stato , li contestabili vi t'harebbero veduto , & afferma l'imprese [*] assumptio , cioè , ch'elli non ti viddero , ma la conclusione non nasce di ciò , che ov'egli dice , che tu non vi volesti andare , elli non dice vero , però che tu vi volesti bene andare , ma tu non potesti . Ma questo essemplo è si chiaro & si aperto , che gliè leggier cosa à conoscere lo suo vitio . Et però vi vuole lo maestro mostrare la ragione , & un'altro essemplo piu scuro ad intendere , per meglio insegnare , quello che appartiene al buono parlatore , che ove li vitij sono scuri ad intendere , o può bene essere provato , si come s'egli fosse vero . Et ciò può essere in due maniere .

  1. O perche elli crede , che tu affermi al certo una cosa dottosa .
  2. O perche crede che non ti sovegna di quello , che tu hai affermato , ò riconosciuto ,

che s'egli crede che tu habbi affermata una cosa dottosa , perche tuo adversario ti conclude , allhora ti conviene mostrare lo intendimento che 240r OTTAVO . 240 tu havevi , quando tu fermasti quella cosa & dire , che egli ha recato suo argomento ad altra cosa . Ragione come . Tuo adversario dice cosi . Tu hai bisogno d'argento , & tu affermi che si , secondo la tua intentione , cioè à dire , che tu ne vorresti havere piu grande somme , che tu non hai . Ma tuo adversario pensa altra cosa , & dice cosi . Tu hai mestiero di argento , che se ciò non fosse , tu non faresti mercantia , dunque se tu povero . Guarda dunque , che elli ti conviene per altra intentione . Et però puoi tu differmare tuo argomento , ch'egli pieghi & muti , ciò che tu indenti . Ma s'egli pensa che tu habbi dimenticato quello che tu hai conosciuto , com'egli ne dara una malvagia conclusione contra te in questa maniera . Se il reditaggio del morto appartiene à te , ciascuno de credere , che tu l'ucidessi . & sopra questo motto tuo adversario dice molte parole , & assegna piu ragioni da provare sua cosa . Et quando egli ha ciò fatto , & prende suo argomento & dice . Sanza fallo lo reditaggio appartiene à te , dunque l'hai tu ucciso . Guardate dunque che questa conclusione non esce di ciò , ch'el reditaggio appartiene à te . et però ti conviene diligentemente guardare la forza di suo argomento , & com'elli lo ritraggiò .

Del terzo differmamento . Cap. 61 .

Lo terzo differmamento è quando tu dici che l'argomento di tuo adversario è vitioso . Et può essere in due maniere .

  1. O perch'el vitio è nel argomento medesimo , perciò che non appartiene à quel ch'el parlatore lo propose . Et sappiate che vitio è tutto ,
    1. o falso ,
    2. o comune ,
    3. o universale ,
    4. o legiero ,
    5. o lontano ,
    6. o male appropriato ,
    7. o dottoso ,
    8. o certo ,
    9. non affermato ,
    10. o laido ,
    11. o noioso ,
    12. o contrario ,
    13. o mutabile ,
    14. o adversario .
    240v LIBBRO
    1. Falso è quello che dee appartenere à menzogna . Ragione come . Nullo potrebbe essere savio , che dispregia i danari . Socrate dispregia i denari , dunque non fu elli savio .
    2. Comune è quello , che non appartiene piu à te , che à tuo adversario . Che se tu dici soci , io dirò brevemente , perciò ch'io habbo diritto . Altresi lo può dire tuo adversatio come tu .
    3. Universale è quello , che può essere retratto sopra alcuna altra cosa , che non è verace , in questa maniera . Signori giudici io non mi sarei messo in voi , s'io non credessi havere lo diritto .
    4. Leggiero si è in due maniere .
      1. L'una ch'è detto tardi . Si come lo villano che dice . Se io havessi creduto , che buoi mi fossero imbollati , io havere serrata la stalla .
      2. L'altra maniera è à coprire una laida cosa , & di leggiere covertura , si come fe lo cavaliere che abbandonò suo Re , quando egli era in su alta signoria . Et quando lo Re fu disertato , suo cavaliere lo scontrò un di & disse . Signore voi mi doveti perdonare , perche io v'abbandonai , però ch'io m'apparecchio di venire , io sono al vostro soccorso .
    5. Lontano è quello argomento , che è preso troppi lungi . Si come fe la cameriera di Medea , che disse . dio volesse che lo legname non fosse tagliato , di che le navi furon fatte .
    6. [*] See Cicero's " De Inventione " Bk. I , 91. Male appropriato si è in tre maniere .
      1. Una che dice la proprietà ,
      2. che altri ,
      3. che sono comuni ad un'altra cosa .
      1. Che tu mi domandi de le proprietà de l'huomo che son discordevoli : io dico che discordevoli son quelli , che sono malvagi & noiosi intra gl'huomini . Certo queste proprietà non sono piu discordevoli , che l'orgoglio d'uno folle , che d'un'altro huomo .
      2. La seconda maniera di tale proprietà , che non son vere , anzi false . Che se tu dimandassi de le proprietà di sapienza : & io dicessi , che sapienza non è altro che 241r OTTAVO . 241 guadagnare argento , io ti direi falsa proprietà .
      3. La terza maniera dice alcuna proprietà , ma non tutte . Che se tu mi dimandassi de le proprietà di follia , & io dicessi , che follia è desiderare alta nominanza , certo gia sia ciò follia d'alcuna parte , non dico io tutte le proprietà di follia .
    7. Dottoso è quello argomento , che per dottose cose vuole provare una dottosa cosa , in questa maniera . Signori principi de la terra , voi non dovete havere guerra l'uno con l'altro , però che li dei , che governano i movimenti del cielo , non combatteno .
    8. Certo è quello argomento , quando lo parlatore conclude quel medesimo , che suo adversario conferma , & lascia ciò che si dovrebbe provare . Si come fece l'adversario di Horestes , quando dovea mostrare , che Horestes havea morta sua madre à torto , elli mostrò ch'elli havea uccisa . Et ciò non bisognava , però ch'elli nol negava , anzi dicea ch'elli l'havea uccisa à diritto .
    9. Non è affermato argomento , & quando el parlatore dice molte parole di confermamento sopra ad una cosa , che suo adversario niega pienamente . Ulisse fu accusato ch'elli havea morto Aiace , ma egli dicea , che non havea . & tuttavia suo adversario facea grande romore , & ciò era laida cosa molto , che un villano vccidesse uno cosi nobile cavaliere .
    10. Laido argomento è quello ch'è dishonesto per ragione del luogo , cioè à dire motti inanzi all'altare . O per ragione di colui che li dice , cioè se uno vescovo parla di femine , o di lussuria . O per ragione del tempo , cioè , se el di di Pasqua l'huomo dicesse , che Christo non resuscitò . O per ragione de gl'uditori , cioè , se dinanzi à religiosi l'huomo parla di vanità , & de diletti del secolo . O per ragione de la cosa , cioè à dire , che chi parla de la santa croce , non dee dire ch'ella sia 241v LIBBRO forche .
    11. Noioso è quello che noia la volontà de gl'uditori , che se dinanzi à predicatori io lodasse la legge che danna lussuria , certo mio argomento noierebbe a gl'uditori .
    12. Contrario è quello , quando lo parlatore dice contra quello che gl'uditori farebbero . Io vuò dinanzi ad Alessandro ad accusare alcuno pruode huomo , che havesse vinta una citta per forza d'arme , à dire che al mondo non è si crudel cosa come è ad vincere una citta per forza & guastarla . certo cotale argomento è molto contrario , però che l'uditore , cioè Alessandro distrusse piu citta & castella .
    13. Mutabile si è , quando el parlatore d'una medesima cosa dice due diversità , che sono l'una contra l'altra , secondo ciò che l'huomo dice , che la virtu non ha mestiere d'altrui à ben vivere . Et poi appresso disse egli medesimo , che nullo può bene vivere sanza sanità . Et un'altro quando hebbe detto che egli seguiva suo amico per amore . & poi appresso disse ch'elli attendeva di lui grande servigio .
    14. Adversario è quello argomento , che piu fa contra lo parlatore che per lui . Che se io volessi confortare li cavalieri à battaglia , & io dicessi vostri nimici sono grandi & forti & bene agurosi , certo questo sarebbe piu contra me che per me .
  2. Hor conviene di dire de l'altre maniere d'argomenti vitiosi , cioè quand'egli non appartiene à quello ch'el parlatore propose . Et questo può essere in molte maniere ,
    1. cioè s'el parlatore promette che dirà piu cose , & poi non dice se non una ,
    2. o s'egli dee mostrare tutto , & si non mostra piu che l'una parte . Ragione come . S'el parlatore volesse mostrare , che tutte femine sieno avare , & elli non mostra se non di una , o di due .
    3. O s'egli non se diffende di quel che gliè biasimato , secondo che fe Paces , quando volse diffendere musica 242r OTTAVO . 242 biasimata per piu , elli non la difese , ma egli lodo molto sapienza . [*]
      " Poeta latino nipote di Ennio , Pacuvio ( 220 - ca. 130 a. C. ) è autore di tragedie di argomento Greco , di cui restano frammenti . Nell''Antiope ' di Euripide , Zeto e Anfione discutono sulla musica e finiscono per parlare della saggezza . Cicerone , ' De inv . ' I , L , 94 , attribuisce l'esempio sia a Euripide che a Pacuvio ( ' aut Amphion apud Euripidem , item apud Pacuuium ' ) "( Einaudi 2007 ) .
      [*] See Cicero's " De inventione " Bk. I , 94. Cosi fe quelli ch'era biasimato di vanagloria , ch'egli era molto fiero & ardito d'arme .
    4. O se la cosa è biasimata per lo vitio de l'huomo , si come fanno quelli che dicono male de la santa chiesa per la malvagità de prelati .
    5. O se io volesse lodare uno huomo , & dicessi ch'elli havesse niuna virtu .
    6. O s'io faccio comparatione intra due huomini , o intra due cose , o in altra maniera , ch'elli non creda ch'io possa l'una lodare , sanza biasimare l'altra .
    7. O s'egli loda l'una , & non fa de l'altra mentione , come noi fossemo al consiglio , per provedere quel è meglio , o la pace , o guerra , io non finiria di lodare la pace , ma de la guerra non farebbe altra mentione .
    8. Et se io domandassi d'una certa cosa , & tu mi rispondessi d'una generale , che se io te domandassi de l'huomo s'el corre , & tu mi dici che uno animale corre .
    9. O se la ragione chel parlatore rende è falsa , che s'egli dice che danari son buoni , però che danno piu felice vita , che cosa del mondo , certo la ragione è falsa , però che danari danno ad altrui grandissimo travaglio & mala ventura , secondo Iddio & secondo il mondo .
    10. O se el parlatore rende fievili ragioni di suo detto , si come fece Plaustro . Et egli non è buono , disse egli , che l'huomo castighi il suo amico del misfatto anzi tempo . & però non voglio io hoggi castigare lo mio amico de lo male , che egli ha fatto .
    11. [*] See Cicero's " De inventione " Bk. I , 95. O se il parlatore renda tale ragioni di suo detto , che sia quello detto medesimo . Che se dice che avaritia è troppo mala cosa , però che cupidita d'argento ha fatto gia molti dannagi à molte genti . Certo avaritia & cupidità sono una cosa .
    12. O se el par 242v LIBBRO latore rende picciole ragioni , ov'elli le potrebbe rendere piu grandi , che se dice , bona cosa è amistà , però che l'huomo n'ha molto diletti , certo elli può rendere migliori ragione , & dire che n'ha molti beni , & honestà , & virtudi .

Del quarto differmamento . Cap. 62 .

Lo quarto differmamento si è , quando tuo adversario ha detto suo argomento , tu ne dici un'altro contra altresi forte o piu , & tali argomenti appartiene piu ai conti , che sono su prendere consiglio , ne l'intentione che sopra consiglio , che in altre cose . Et nota , che questo differmamento può essere fatto in due maniere .

  1. La prima si è quando tuo aversario dice una cosa , che tu consenti , & cosi è ella fermata . ma incontanente tu dici in contra piu ferma ragione , ch'è formata per necessario argomento . Che ove Cesare dicea , noi dovemo perdonare à congiurati , però ch'elli sono nostri cittadini . Ma s'egli non sono dannati , & conviene à forza che Roma sia destrutta per loro .
  2. [*] Nowhere , to my knowledge , in Caesar's speech does he say that the Senate should forgive the conspirators . On the other hand , it seems to be deduced via analogy in Cap. 58 , f . 238R , particularly points 1.4.1 and 1.4.2 .La seconda maniera si è quando tuo adversario dice d'una cosa che le utile , & tu dici che le vero . ma tu mostri immantenente , che quello che li dice è honesta cosa , che sanza fallo honestà è piu ferma cosa , che utilità , o altre tanto .

Qui tace hora el maestro à parlare de le .5 . parte del conto , cioè del differmamento . Diche egli ha detto , ciò egli ne dire , & dirà de la sesta , cioè de la conclusione .

De la sesta parte , cioè conclusione . Cap. 63 .

Appresso la dottrina del differmamento , & di tutte le prime quinte parti del conto viene la diretana , cioè la conclusione . Cioè ove el parlatore conchiude sue ragioni , & la fine à suo conto . Ma non per tanto noi troviamo , 243r OTTAVO . 243 che Hermaghora nel suo libbro , che inanzi ala conclusione si de mettere lo trapasso , & cosi faceva .7 . parti nel conto . Ma el sapientissimo Tullio , che di ben parlare passò tutti gli altri huomini , biasima troppo la sentenza di Hermaghora . Et voi havete bene udito in adietro , che trapasso si è quando el parlatore esce un poco di sua materia propria , & trapassa à unaltra , per lodare se , o sua parte , & biasimare , non per argomento , ma per accrescere la cosa , secondo ch'el maestro divisa qui in adietro , nel capitolo come l'huomo puote accrescere sua materia , & molti altri luoghi . [*] See Cap. 14 , f . 207V , point 6. Di questo trapasso dice Tullio , che non de essere per simiglianza del conto , anzi è sottomesso à gli argomenti de le parti del conto . Et però tace hora lo maestro , & dice , che conclusione ha tre parti ,

  1. cioè riconto ,
  2. disdegno ,
  3. et piatà .

Et udirete di ciascuna parte per se dilgentemente , & primo di riconto .

Del riconto . Cap. 64 .

Riconto è quella fine del conto , in ch'el parlatore dice brevemente & insieme in suo riconto tutti suoi argomenti , & le ragioni ch'egli ha contate nel suo detto l'una quà è l'altra . Et egli le riconta in breve parole , per recarle alla memoria de gli uditori piu fermamente . Ma però che s'el parlatore facesse suo riconto d'una maniera solamente , gl'uditori ne sarieno sospetti , & crederebbero che ciò fosse cosa pensata . Si che ti conviene spesso variare & ricontare , hora in una maniera , & hora in unaltra , secondo che si dirà qui di sotto . Et puoi bene alcuna volta ricordare la somma di tutti gli argomenti suoi per se . Che ciò è assai legger co 243v LIBBRO sa à dire & ad intendere . Alcuna volta puoi tu ricontare à tutte le parti che tu dici nel tuo divisamento , & che tu prometti di provare & di ricordare tutte le ragioni , & come tu l'hai provate & confermate , alcuna volta puoi tu dimandare gl'uditori , in questa maniera . Signori che domandate voi ? che altra cosa volete voi piu ? Io ve ho detto & provato questo & quell'altro , in tal maniera ricordi tuo detto & tuoi argomenti , che li uditori ricorderanno , che tu non habbi piu à provare . Alcuna volta puoi tu ricordare le ragioni di tuo adversario , & alcuna volta dire di sue ragioni & di suoi argomenti , appresso li tuoi , in tal maniera , che quando tu dici uno de gli argomenti di tuo adversario , tu dichi immantenente , come tu l'hai differmato . Che questa è una maniera di raccontare , perche gl'uditori si ricordino di tutto ciò , che tu hai confermato & differmato , Alcuna volta puoi tu nominare alcuno altro huomo , si com'elli parlasse , & metter sopra lui tuo riconto in questa maniera . Io v'habbo bene insegnato & mostrato questo & quell'altro , ma si fosse qui Tullio , che li adomanderesti piu ? Alcuna volta puoti tu nominare alcun'altra cosa , che non sia huomo . Si come legge , o unaltro libbro , o una citta , o altre cose simiglianti , & mettere sopra lui tuo riconto , in questa maniera . Se la legge potesse parlare , non si ripiangerebbe ella dinanzi da voi & direbbe , che volete ? che dimandate piu ? Quando l'huomo pruova quello & quell'altro , & mostra chiaramente come voi havete udito contare . Et sappi che in queste due maniere , cioè d'unaltro corpo d'huomo , o d'unaltra cosa , puoi tu seguire tutte le varietà , che sono poste qui di sopra . Ma la generale dottrina di tutte maniere di ricontare si è , che ciascu 244r OTTAVO . 244 no di tuoi argomenti , tu sappi trasceglere & prendere quello che piu vale , & ricontarlo al piu breve , che tu puoi in tal maniera , ch'elli paia che la memoria sia rinovellata , & non el parlamento .

Come nasce lo disdegnamento . Cap. 65 .

Disdegnamento è quella fine del conto , in che il parlatore mette un corpo d'huomo , o altra cosa in grande odio , & in grande malavoglienza . Et sappiate , che questo desdegno nasce di quel medesimo luogo , diche nasce el confirmamento el disfirmamento , & de la proprietà del corpo & de la cosa , secondo che divisa il librro quà indietro in quel capitolo , [*] See Cap. 48-50 che quelli son luoghi per li quali l'huomo può accrescere l'offese , & forfatti , & desdegni tutti . Ma non pertanto lo maestro insegna qui dottrina , che appartiene dirittamente à disdegno . Et nota che li luoghi che appartegnono à mostrare disdegno si è .15 .

  1. Lo primo luogo di disdegno si è preso per autorità , cioè à dire , quand'io dico che la cosa è stata di grande istudio à dio , & à gl'huomini di grande autorità . Et ciò può essere mostrato per ragioni di fuori , o di divino comandamento , o di propheti , o di miracoli , o di simiglianti cose . Altresi può egli essere mostrato per ragioni di loro antichi , o di nostro signore , o de la citta , o de la gente , o di trasavi huomini , o del senato , o del popolo , o di quelli che fecerò la legge . Vero fu che quando Giuda abbandonò li discepoli , per la sua tradigione , gli altri Apostoli gittarò le loro sorte , per vedere chi dovesse essere messo in suo luogo . Le sorti venero sopra Mathia , & fu apostolo in luogo di Giuda . Ma s'egli sene fosse iscusato , et non fosse volute essere , l'huomo potrebbe mettere lo disde 244v LIBBRO gno sopra lui in questa maniera . Nullo ti dee amare , quando tu rifiuti quello che idio ha mostrato di queste sorte . Di questo essempio si passa lo maestro , perche basta bene ad intendere gli altri luoghi detti dinanzi .
  2. Lo secondo luogo di disdegno si è , quando el parlatore cresce lo forfatto per cruccio , & mostra à cui appartiene . Che s'egli è contra tutti gl'huomini , o contra li piu , cioè grande crudeltà , & se gliè contra li maggiori , che sono piu degni di noi , cioè grande disdegno . Et se ciò è contra nostri padri , cioè grande disdegno , et grande malvagità . Et se ciò è contra li fievoli cioè grande ferità .
  3. Lo terzo luogo di disdegno è preso , quando'l parlatore dice altre si come dimamdò lo male che ne può adivenire , s'egli altri faceano quello che suo adversario ha fatto . Et che se l'homo li perdona questo misfatto molta gente sene adira di fare cotali maggiori opere , onde puote adivenire grande pericoli ,
  4. Lo quarto luogo è quando'l parlatore dice à giudici , che molte genti guardano , à quello ch'elli ordinaranno sopra quel misfatto , per sapere quello , che li convenia di fare s'elli perdonano allui .
  5. Lo quinto luogo è quando il parlatore dice , che tutti altri giudici fossero contra'l diritto , potrebbero essere amendati . ma questo peccato ha tale natura , che ciò che ne fia giudicato , una volta sarà stabilito , che non si potrebbe rimuovere per altra sentenza , o per giudicio d'alcuno .
  6. Lo sesto luogo si è , quando'l parlatore dice che suo adversario ha fatto cio appensatamente et per consiglio . Et che nullo de perdonare lo misfatto appensatamente , gia sia ciò , che l'huomo alcuna volta debbia perdonare à quelli , che operano contra loro grado , & nol sappiano .
  7. Lo settimo luogo si è quando'l parlatore si dice , che suo adversario , 245r OTTAVO . 245 per sua possanza & per sua ricchezza ha fatto una crudele cosa , & si desperata , come ch'ell'è à udire
  8. L'ottavo luogo si è , quando'l parlatore dice , ch'è una pessima cosa non fu unquanche veduta ne udita . Et che nullo tiranno , ne giudei , ne pagani , non l'osaro unque fare , et numera quelli , contra quelli acciò fatto , cioè contra suo padre , et contra suoi figliuoli , contra moglie , o contra suoi parenti , o contra suoi subditi , o contra suoi antichi , o contra suo hoste , o contra suo vicino , o suo amico , o suo compagno , o suo maestro , o contra morti , o contra prigioni , o contra fievoli , o contra quelli che non si muovono ad aiutare , come sono fanciulli , o vecchi , o femine , o malati , che di tutti cotali cose , nasce uno crudele disdegno , perche gl'uditori sono fieramente commotti contra quelli , che fanno cotali & simili opere .
  9. Lo non luogo è , quando'l parlatore ricorda unaltra grande malvagità provata , & dice che ciò che suo adversario ha fatto , è d'assai piu grave & di maggiore pericolo che quella altra .
  10. Lo decimo luogo è , quando il parlatore ricorda tutta quanta la bisogna per ordine , si come fu ne la cosa faciendola , & chi fu appresso , fino alla fine , & cresce lo desdegno de la crudeltà di ciascuna cosa per se , tanto come può , & lo dimostra à gl'uditori , si com'eglino l'havessero veduto in loro presenza .
  11. L'undecimo luogo è quand'l parlatore dice , che colui che ha ciò fatto , nol dovea fare , anzi doveva mettere l'anima el corpo , per difendere che ciò non fosse mai fatto .
  12. Lo duodecimo luogo è , quando'l parlatore dice si come per cruccio , che l'huomo ha ciò fatto allui prima , che mai non fosse fatto à nessuno .
  13. Lo tredecimo luogo è , quand'l parlatore oltra i mali che suo adversario gli ha fatto , elli dice molto crudeli mot 245v LIBBRO ti & riprozzi & minacce .
  14. Lo quartodecimo , luogo è quando'l parlatore priega gl'uditori , che li rechino sopra loro lo torto che l'huomo gli ha fatto , cioè à dire , che s'el male è di garzone ch'elli lo rechino sopra li loro garzoni , & se è di femina , che gli lo rechino sopra le loro femine .
  15. Lo quintodecimo è , quando lo parlatore dice , che ciò che gli è adivenuto dovrebbe essere paruto grave & crudele al suo adversario .

Et in somma ciò ch'el parlatore dice per disdegno , elli lo de dire piu gravemente ch'elli mai può , si che muova li cuori de suoi uditori contra suo adversario , che questa è una cosa che molto aiuta à suo fatto , quando gl'uditori son mossi per cruccio contra lo suo adversario .

De acquistare pietà . Cap. 66 .

Pietà è uno detto , che alla fine acquista misericordia da gl'uditori . Et però el parlatore che vuole finire & conchiudere suo detto per pietà , de fare due cose .

  1. L'una è , che gli adolcisca li cuori in tal maniera , che non habbiano nullo turbamento contra lui . Et s'elli l'hanno , si li torni à bonarità .
  2. Laltra è , ch'elli facciano , che gl'uditori habbiano misericordia di lui , cioè à dire , che alloro pesassi di suo danno , però che quando gl'uditori sono acciò venuti , che gli sono di buono aire , & che non hanno nullo turbamento , & che alloro pesa del suo male , certo elli sono leggermente commossi à pietà .

Et acciò fare , de el parlatore tornare al comune luogo , cioè à forza di fortuna , & alla fievolezza de gl'huomini . Che ove tu dici bene queste cose , & non sarà di si duro cuore , ch'elli non torni à misericordia , et massimamente , quando penseranno , che l'altrui male possa venire sopra loro , & sopra le loro cose . 246r OTTAVO . 246 Et sappiate che li luoghi che appartegnono ad acquistare pietà sono sedici .

  1. Lo primo è quando'l parlatore conta li beni ch'elli solea havere in adietro , & mostra li mali che li conviene sofferire al presente .
  2. Lo secondo è , quando il parlatore mostra li mali che havuti in adietro , & quelli che ha al presente , & quelli che havra al futuro .
  3. Lo terzo luogo è , quando'l parlatore si compiange , & numera i suoi mali si come s'el padre piangesse la morte di suoi figliuoli , & nominasse lo diletto ch'elli haveadi sua gioventu , & la speranza ch'elli havea di lui , el grande amore che li portava , el sollazzo , el nutrimennto , & l'altre cose simili .
  4. Lo quarto luogo è , quando'l parlatore si compiange ch'egli ha sofferto , o che li conviene sofferire laide cose , o vili o di servitude , lequali non dovrebbe sofferire di ragione di suo tempo , o di suo lignaggio , o di sua fortuna , o di sua signoria , o per li beni ch'elli ha gia fatti .
  5. Lo quinto luogo è , quando il parlatore divisa inanzi à gl'uditori li mali che sono adivenuti allui , si com'eglino il vedessero . Che questa è una maniera , perche gl'uditori si comuovono altresi bene per la forza d'un fatto , come per la forza d'un detto .
  6. Lo sesto luogo è , quando'l parlatore demostra che per forza di sua speranza è venuto in mala ventura , o che ov'elli attendeva , che di quel huomo , o di quella cosa li dovesse venire grandissimo prode , certo non è venuto , anzi ne caduto in grande malaventura .
  7. Lo settimo luogo è quando'l parlatore torna suo male verso gl'uditori , et priegali ch'elli isguardino , et che si ricordino di loro figliuoli , et di loro parenti et amici .
  8. L'ottavo è , quando'l parlatore mostra ch'el fatto sia adivenuto , o ciò che fu adive 246v LIBBRO nuto , che fatto non fu , secondo che disse la moglie di Pompeo . [*]
    " Moglie in secondo nozze di Pompeo , seguí il marito in Oriente , e presso la costa egiziana assistette alla uccisione di lui ( 48 a. C. ) ; Cicerone , ' De inv . ' I , LV , 108. L'episodio della morte di Pompeo è narrato da Lucano , ' Pharsalia ' VIII , vv . 577 sgg . "( Einaudi 2007 ) .
    [*] See Cicero's " De inventione " Bk. I , 108. [*] See Lucan's " Pharsalia " Bk. VIII , ll . 577 sgg . Lassa , disse ella , ch'io non fui alla sua fine . Io nol vidi . Io non udij la sua boce & la sua direttana parola , ne non ricevetti lo suo spirito . In questa maniera piangeva sua donna , & mostrava che ciò era fatto immantenente , mostrò come fu fatto lo sconvenevole , ov'ella disse . egli mori ne le mani de suoi nimici , egli giacque villanamente ne la terra de suoi guerrieri , & non hebbe sepoltura , ne punto d'honore à sua morte , & sua carogna fu lungamente tranata per le bestie salvatiche .
  9. Lo nono luogo è , quando'l parlatore torna suo detto sopra alcuna bestia , o sopra alcuna cosa sanza senno , & sanza parlare . Che quest'è una maniera di parlare , che entra molto nel cuore de gl'uditori , si come fe la moglie di Pompeo . Guardate , disse ella , come suo albergo piange , & sue robe , & suoi arnesi , suoi cavalli , & sue arme contano lo torto , che gliè fatto .
  10. Lo decimo luogo è , quando'l parlatore di sua poverta & di sua malitia conta , si come fece la moglie di Pompeo . Ha lassa , disse , com'io sono hoggimai povera , & ignuda sanza nullo podere . Io sarò hoggimai tutta sola , sanza signore , & sanza nullo consiglio .
  11. Lo undecimo luogo è , quando'l parlatore parla di suo figliuolo , o di suo padre sotterrare . Si come fe Enea à sua gente , quando fu campate di Troia . Io non so , disse egli , come sara di mia vita , o di mia morte intra tanti pericoli . Ma io lascio mio figliuolo tra le vostre mani . Io vi priego di lui & di mio padre , & ch'el mio corpo sia seppellito honorevolmente , se io muoro .
  12. Lo duodecimo luogo è , quando l'huomo si diparte da quelle persone , cui elli ama teneramente , & mostra el dolore & danno che gli adiviene , o à quelli di sua 247r OTTAVO . 247 parte .
  13. Lo tredecimo luogo si è , quando'l parlatore si compiange , che tali genti li fanno male & noia , ch'elli dovrebbero fare bene & honore .
  14. Lo quartodecimo luogo è , quando lo parlatore priega humilmente gl'uditori , si come piangendo , che ellino habbino pietà di lui & del suo male .
  15. Lo quintodecimo luogo è , quando il parlatore non si duole di suo male , anzi compiange de la sciagura di suo amico , & di suoi parenti . Si come disse Cato contra quelli de la congiura di Roma . Io non havrei cura di me , disse elli , ma e mi pesa molto de la distruttione di nostro comune , & di nostra gente .
  16. Lo sestodecimo luogo è , quando il parlatore dice , che à lui pesa molto del male de glialtri ma non per tanto elli mostra bene d'essere forte , & di sofferire ogni pericolo , che li adiviene sovente à Principi de la terra & à glialtri c'hanno signoria & autorità & virtu , che dicessere alte parole , et mostrano franco cuore . gl'uditori se ne commovono in misericordia piu tosto & meglio , che per preghiera , o per humiltà . Et sappiate che questo è una maniera di parlare , à che si contornano tutti i contestabili & signori d'hosti , quando vogliono li loro huomini confortare alla battaglia .

Hora havete uditi tutti i luoghi per acquistare la misericordia de gl'uditori , ma el parlatore dee molto guardare quando s'accorge che glianimi siano commossi à pietà , ch'elli non dimori in suo compianto . ma incontenente ponga sua fine al suo detto , anzi che gl'uditori escano de la pietà fuori . Che Apoles disse , nulla cosa non sega si tosto come le lagrime .

De la diversità ch'è tra parlatori & dettatori , de la conclusione . Cap. 67 .

Qui sono le tre parti de la dottrina , & de la conclu 247v LIBBRO sione , che appartiene à ben parlare , secondo la dottrina di Tullio . Ma li dettatori sono discordanti un pochetto , che ne la conclusione dee parlando comprendere lo parlatore sua dimanda , & la somma di suo ragionare , & fine à suo conto . Ma ne le lettre che l'huomo manda ad altrui , quando lo dettatore ha scritta la prima parte , cioè la salute , lo prologo , & la dimanda , & ch'elli dimanda , & priega quello che vuole , elli scrive immantenente el bene che può adivenire , se l'huomo fa sua richiesta , o'l male se nol fa , & fa fine à sua lettra . Et questa è sua conclusione . Qui tace el maestro à parlare di conclusione , per mostrare de l'altre dottrine .

Come lo conto puote essere di meno de cinque parti . Cap. 68 .

Fino à qui ha divisato el maestro le parti del conto , & ha mostrato diligentemente l'insegnamento , che acciò conviene secondo belle autorità di Tullio , et de glialtri maestri di rettorica . Et tutto ch'elli dice , che uno conto di bocca ha sei parti , & che una lettra n'ha cinque secondo che noi havemo udito qua à dietro , [*] See , perhaps , Cap. 5 , f202R . non per tanto la materia potrebbe essere di tal maniera , ch'ella non richiede tutte le parti dette dinanzi , anzi ha assai d'una parte sanza piu , o di due , o di tre , o di quattro , o di cinque , secondo la maniera del fatto . Et per meglio conoscere come ciò ti conviene sapere , che alcune di queste parti sono si substantiali , che l'huomo non può nulla dire se non per quelle . Si com'è lo fatto , è la dimanda , che sanza l'uno di queste due , non può essere alcuno conto , ne di bocca , ne di scrittura . Ma l'altre parti , cioè la salute , il prologo , e'l divisamento , confermamento , differmamento , & la conclusione , non sono del tutto de la sustanza del 248r OTTAVO . 248 conto . Che le lettre & messi possono alcuna volta essere sanza salute . O però che se un'altro aprisse le lettre , che non sapesse lo nome . O però ch'el messaggio è di tal maniera , ch'el messaggiere nominera l'uno & l'altro piu volte nel suo conto . Et allhora non ha in quella lettra , ne in quella ambasciata , ma che quattro parti dirittamente . Ma quando la maniera è si honesta , che ella per sua dignità piace à gl'uditori sanza nulla doratura di prologo , allhora si può l'huomo bene tacere lo prologo , & dire sua bisogna , secondo che havete udito qua à dietro , nel capitolo di prologhi . [*] See Cap. 20 Altresi può l'huomo lasciare lo divisamento & la conclusione , & dire semplicemente el fatto & la dimanda . A questo potete voi intendere , che alcuna volta è assai à dire lo fatto solamente , in questa maniera , che noi siamo in Francia . Et alcuna volta basta la dimanda à dire sanza piu , in questa maniera . Io ti priego che tu sia prode huomo in questa guerra . Et alcuna volta basta l'uno & l'altro à dire in questa maniera . Voi vedete che noi semo venuti alla battaglia . Questo è lo fatto . Dunque che siati forti & arditi contra i vostri nimici , & questa è la dimanda . Et si come uno conto può essere , che l'una de le due , o quelle due , sieno accompagnate ad una , o à due , o à piu de l'altre parti dette dinanzi , secondo ch'el savio parlatore vede che convegna à sua materia .

De le parti che hanno luogo diterminato & luogo stabilito . Cap. 69 .

Et si come nel conto ha una parte sanza qual non può essere , cosi ne un'altra sanza laquale può bene essere . Altresi hanno elli si propij luoghi & si certi segni , che allhora non puote essere , & all'altre sono si mutabili , 248v LIBBRO ch'el parlatore può mutare di luogo in luogo , si come egli vuole . Che le salute non si possono mettere se none al cominciamento , et la conclusione alla fine , ma tutte l'altre parti può el parlatore porre fuori di loro luogo , secondo sua providenza . Ma di ciò si tace hora lo conto , perche el maestro dice de l'altre cese . Poscia ch'è veduto de lo amaestramento di rettorica , laqual fa qui fine . Et hora è da vedere de lo amaestramento del governare la citta & luoghi , loquale comincia in questa maniera .

About this text

Title: Il Tesoro / precettore del Diuino Poeta Dante nel qual si tratta di tutte le cose che a mortali se apertengono.
Author: Latini, Brunetto, 1220-1295
Edition: Taylor edition
Series: Taylor Editions: Treasures
Editor: Edited by Sandro-Angelo de Thomasis.

Introduction

The text is taken from a 1528 print edition of the Italian translation of Li livres dou Tresor , which was originally written in langues d’oïl ( medieval French ) by the Florentine politician and poet Brunetto Latini ( ca. 1220-ca . 1294-5 ) during his exile in France ( 1260-1267 ) . The identity of the translator , once attributed to Bono Giamboni , remains disputed . As the title of the print edition makes clear , Il Tesoro , precettore del Diuino Poeta Dante nel qual si tratta di tutte le cose che a mortali se apertengono , Latini is mostly remembered today for having been Dante Alighieri’s ( the Divino Poeta ) teacher . Nevertheless , the Tesoro is also an important text in a broader medieval trend of attempts at systematizing all knowledge . It is in fact considered by some as the first encyclopedia written in a modern European language ( D’Agostino 1995 ) . The most original section of this medieval encyclopedia is Book III , which is Book VIII in the print edition , that focuses on politics , the art of governing , and rhetoric . I am particularly interested in the section on the art of rhetoric , and these are my two principal questions : what are his sources ? and how does he structure his information , that is to say , how does he apply the rhetorical principle of dispositio / ? I ask these questions because Latini is considered as having played an important role in the revival of the Herennian mnemonic ( Carruthers 2008 , 155 ) and my current doctoral research is investigating the role this mnemonic system has played in the structure of Dante’s Divine Comedy .

Bibliography

  1. Latini , Brunetto . Tresor . A cura di Pietro G. Beltrami , Paolo Squillacioti , Plinio Torri e Sergio Vatteroni . Einaudi , 2007.

About this edition

This is a facsimile and transcription of Il Tesoro / Precettore Del Diuino Poeta Dante Nel Qual Si Tratta Di Tutte Le Cose Che a Mortali Se Apertengono. Latini, Brunetto. Venice, 1528. It is held by the Taylor Institution Library (shelf mark: ARCH.8o.IT.1528).

The transcription was encoded in TEI P5 XML by Sandro-Angelo de Thomasis.

Availability

Publication: Taylor Institution Library, one of the Bodleian Libraries of the University of Oxford, 2018. XML files are available for download under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International License . Images are available for download under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License .

Source edition

Latini, Brunetto, 1220-1295 Il Tesoro / precettore del Diuino Poeta Dante nel qual si tratta di tutte le cose che a mortali se apertengono. [Venice] : s.n. , MDXXVIII [1528]  

Editorial principles

Created by encoding transcription from printed text.

'nasal n's, q-dashes, and p-dashes have been translitterated, the vocalic 'v' has been standardized into its equivalent 'u', numbering and bullet points are also additions to render the text more clear